Per tanti anni abbiamo assistito alla regola dei Gattopardi “Se vogliamo che tutto rimanga come è bisogna che tutto cambi”, dice Tancredi allo zio, che lo considerava “il figlio suo vero”[1]. Si può pensare a un residuo di successione matrilineare siccome questo ragazzo era figlio di una sorella del Principe Fabrizio.
Nel mio primo post di oggi però, voglio evidenziare non tanto questo. Quanto il fatto che il virus sta cambiando davvero le cose nella nostra vita quotidiana, non certo in meglio, e pure nella politica.
Qui dipende da noi che la mutazione sia progressiva piuttosto che regressiva. Io auspico una crescita del livello culturale di tutti, compresi i politici, in modo che al parlare generico, approssimativo, spesso anche scorretto dei più, subentri quella morfh; ejpevwn, bellezza di parole espressive di saggi pensieri , frevne~ ejsqlaiv, insomma la capacità dei discorsi fatti con arte, come quelli di un aedo, ossia la potenza e la venustà linguistica che Alcinoo loda nel suo ospite, il naufrago Odisseo (Odissea, XI, vv. 367-368).
Ora che il naufagio è dappertutto, possiamo risollevarci e riprendere a vivere, magari meglio di prima, a partire proprio dalla morfh; ejpevwn.
Certo ci sono altre bellezze salvifiche, ma questa della parola è la prima e ci conduce a tutte le altre: In principio erat Verbum"[2].
Subito dopo, il verbum diventa factum. “Im Anfang war das Wort…Im anfang war die Tat”[3].
giovanni ghiselli
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