per visualizzare il greco scarica il font hellenika qui e greek quiPaolo delle Noci, gli Argonauti
Argomenti
Le Argonautiche costituiscono un epos che contiente
diversi epilli autonomi. Predomina il tema erotico. Giasone è un uomo seducente
e un seduttore piuttosto che un eroe.
Aggiungo programma
del corso di 10 incontri per venti ore che inizierò martedì 13 ottobre alla
Primo Levi e terminerò il 22 dicembre. Passeremo così, credo bene, l’autunno.
Un forte intellettualismo caratterizza i filologi alessandrini che volevano possedere e
sistematizzare tutta la cultura precedente, mentre i Tolomei utilizzavano la tradizione greca quale elemento di coesione per
il loro regno etnicamente composito.
Apollonio ha
scritto un poema epico rinunciando
alla grandezza eroica per chiara scelta. E' dunque un epos
che presenta procedimenti
antiepici in quanto mette al centro l'eros .
Fin
dall'inizio il poeta mette in rilievo il suo io e colloca le Muse in posizione
subordinata invocandole quali ministre
del canto: "uJpofhvtore" ei\en ajoidh'""(22). In realtà le Argonautiche
sono impregnate della poetica callimachea, rielaborata in chiave molto
personale. Il viaggio di Apollonio infatti è costellato di episodi collaterali che sono come degli epilli autonomi.
Callimaco rifiutava il poema unitario e continuo ( e}n a[eisma
dihnekev") e le Argonautiche vivono
di una dialettica fra la poetica callimachea della discontinuità - e la
tendenza epica al racconto unitario.
La
struttura aperta e innovativa ammette l'inserimento di una storia amorosa
intima e privata e l'eros era uno
dei temi prediletti della nuova poetica alessandrina, assunta poi da Catullo e
dagli altri neoteroi
C'è un'andata (libri I e II) con un
lungo crescendo verso il meraviglioso e l'ignoto, ancora controllati però dalla
ragione umana, poi c'è il contatto
con l'eros, la magia, il potere (III), quindi c'è il ritorno (IV) che è un errare
angoscioso e labirintico in cui l'iniziativa umana è quasi azzerata. Già l'episodio di Lemno racchiude
alcuni temi chiave di tutto il poema: l'eros, il suo uso strumentale, l'inganno e la caratterizzazione di Giasone
quale non eroe[1], capo poco responsabile e
convinto di un'impresa dura e angosciosa, di cui si sarebbe dimenticato se
Eracle non lo avesse richiamato al dovere.
Goethe nel Faust lo presenta in altro modo attraverso parole
attribuite a Chirone: “Fra gli Argonauti, in quella schiera eletta,/ ognuno era
prode a suo modo…Riflessivo, forte, savio, accorto nel consiglio,/ si imponeva
così, caro alle donne (Frauen angenehm), Giasone”[2]
Il principale nucleo assiologico è
l'opposizione amore/guerra.
A Cizico
(nella Propontide) gli Argonauti per sbaglio uccidono i loro amici, i Dolioni,
in una tragica battaglia notturna che sembra visualizzare la cecità degli
uomini: questa è l'unica vera battaglia del poema, ed è svuotata di ogni senso
positivo. Alla fine del I libro Eracle abbandona l'impresa in preda al delirio
amoroso.
Nel secondo
libro Polluce sconfigge Amico re dei Bebrici nella gara di pugilato con una
tecnica sapiente e controllata: la forza bruta viene svalutata. E' anche una
contrapposizione tra forze olimpiche e forze ctonie. Uno insulta, l'altro
sorride senza rispondere. Polluce schiva i colpi dia; mh'tin (II, 75), grazie
all'intelligenza.
La
barriera delle Simplegadi (II
549 - 608) è simbolica della divisione tra due mondi e il timoniere Tifi che le supera valorizza
l'abilità e la tecnica umana.
Che non
bastano più nel passaggio delle Plancte (IV
920 - 967) dove le Nereidi si palleggiano la nave sottolineando l'impotenza
umana. Rupi erranti o fuorvianti (plavzw) dello stretto di Messina.
Per questi
nomi cfr. sumplhvssw, “faccio urtare e plavzw, “faccio errare” e
Il III libro è quello dell'amore di Medea: infatti è invocata Erato quale musa della poesia
amorosa.
La psiche di
Medea è il centro semantico di tutto il libro. Medea si innamora a prima vista
(III, 451 - 462) idealizzando la persona amata. Inoltre usa il monologo.
Bologna 11
ottobre 2020. giovanni ghiselli
p. s.
Il tredici
ottobre inizierò il mio corso alla Primo Levi.
Dopo le
donne nell’Iliade e quelle dell’Odissea, passerò a
raccontare questo poema alessandrino dando largo spazio alla figura di Medea.
Non
mancheranno collegamenti con la Medea di Euripide e con quella di Seneca.
Quindi ci
occuperemo dell’epica latina partendo dall’Eneide, con l’amore di Didone
non contraccambiato dalla spietata ingratitudine del “pio” Enea.
Se ci
saranno richieste, vedremo anche la storia di Euridice e Orfeo nella Georgica
IV di Virgilio, e nel X libro delle Metamorfosi di
Ovidio.
Poi verrà la
volta della Pharsalia di Lucano con le figure femminili della
sposa Cornelia, della dissoluta Cleopatra e dell’infernale strega negromante
Erichto. Ovviamente parlerò anche di Cesare e di Pompeo.
Se ne verrò
richiesto, suggerirò collegamenti con tre drammi di Shakespeare.
Quindi
passeremo alla Tebaide di Stazio con Antigone, Argia, Evadne e
altre figure femminili presenti anche in più di una tragedia greca. Faremo
degli opportuni collegamenti con i drammi di Eschilo, Sofocle, Euripide.
Infine l’Achilleide dello
stesso poeta, tornando a Tetide quale madre che in questo poema incompiuto
cerca di sottrarre il figlio alla guerra di Troia, ma il ragazzo Achille, che
da bambino era stato educato all’agonismo eroico da Chirone, dopo un primo
tempo di obbedienza alla volontà materna, si ribella e parte per la guerra di
Troia abbandonando Deidamia, già messa incinta sebbene il Pelide si trovasse
nell’isola di Sciro travestito da robusta fanciulla.
[1] Cfr. Oblomov, Emilio Brentani, Totò
Merumeni
[2] Faust II, Notte di Valpurga classica,
Peneio inferiore, 7372 - 7374
Nessun commento:
Posta un commento