domenica 25 ottobre 2020

L’oscurità di Kafka e lo stile di Omero che mette tutto in primo piano e in piena luce

Auerbach
Argomento

Omero contrapposto da Auerbach alla Genesi della Bibbia. Questo commento è riferibile anche ai romanzi di Kafka

 

Vengono a proposito a questo punto le parole di Auerbach sulla "fondamentale tendenza dello stile omerico a presentare le cose in una forma finita ed esatta, palpabili e visibili in tutte le loro parti e nelle loro relazioni di spazio e di tempo"[1].

Tale stile è contrapposto a quello del racconto del sacrificio di Isacco nella Genesi ( 22) dove "Dio tentò Abramo e gli disse: - Abramo! - Ed egli rispose - Sono qui!" Già questo inizio - fa notare lo studioso di stilistica - , quando noi veniamo da Omero, ci lascia sorpresi. Da dove vengono i due interlocutori? Non viene detto. Ma il lettore sa benissimo che non si trovano sempre nel medesimo luogo, che uno di essi, Dio, può venir da dovunque e irromper sulla terra da qualsiasi altezza o profondità, per parlare ad Abramo. Di dove viene? Di dove si rivolge ad Abramo? Non ne è detto nulla. Non viene come Zeus o Posidone dagli Etiopi, dove si è allietato al banchetto sacrificale. Nè è detto nulla della ragione che l'ha mosso a tentar così orribilmente Abramo. Non ne ha, come Zeus, ordinatamente discusso nel concilio degli dèi, e nemmeno ci vien detto quello che si è agitato nel suo cuore. Inopinato ed enigmatico egli arriva sulla scena da altezze o profondità sconosciute, e grida: - Abramo!...Si pensi, per ben convincersi della differenza, alla visita d'Ermete alla grotta di Calipso, dove l'incarico, il viaggio, l'arrivo e il ricevimento del visitatore, la condizione e l'occupazione della visitata sono ampiamente narrati in molti versi"[2]

Cfr. Pavese "il realismo, in arte, è greco; l'allegorismo è ebraico"[3].

 



[1]E. Auerbach, Mimesis , p. 6.

[2]E. Auerbach, Mimesis , pp. 8 - 9.

[3]Il mestiere di vivere , 29 settembre 1946.

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