giovedì 29 ottobre 2020

Massimo Galli e Alberto Zangrillo

Leggo su “la Repubblica” di ieri  28 ottobre 2020 un articolo di Michele Serra intitolato “Gli opposti virologi” e ne vengo informato della “fantastica sortita del dottor Zangrillo che accusa il virologo Galli di odiarlo perché (Galli) è un ex sessantottino. E lui (Zangrillo) no” (pagina 24).

Aggiungo un breve commento. Ho dato retta a Galli fin dall’inizio della pandemia poiché mi è parso, da subito, preparato, onesto e pure simpatico. Con il passare dei mesi la mia stima per questo signore della medicina seria è cresciuta in assoluto e tanto più nel confronto di virologi sul tipo di Zangrillo. L’ essere stato sessantottino di Galli me lo rende ancora più simpatico e pure fraterno. E’ infatti la prova ancora vivente che il nostro movimento era costituito, almeno in parte, da studenti di valore, dalle ragazze e dai ragazzi migliori di quel tempo, oramai antico ahimé.

Vero è che molti  studenti erano solo capaci di ingrossare i cortei sbraitando, e, passata la moda, costoro passati da altre parti, transfughi poco pregevoli.

La rivendicazione di Galli e la sua fedeltà alle migliori cause e idèe di quel tempo gli fa onore.

 Caro professore, fratello Massimo , siamo ancora qui sopra la terra a testimoniare la bellezza, la forza e l’onestà della nostra gioventù.

La tua, la mia e tutta la migliore d’Italia.

 Restiamoci ancora qui sopra la terra e continuiamo a lavorare così. Anche io non ho mai rinnegato il nostro Sessantotto nelle conferenze che tengo cercando di invogliare i miei uditori a leggere i classici dove possono trovare fiverse delle nostre idèe e pure idèe diverse, comunque espresse con la bellezza e la forza che ora manca nella parlata e nella scrittura dei più.

Ti saluto con un abbraccio

gianni  

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