Il virus SARS-Cov-2 che causa il Covid-19 |
Kafka (1883 - 1924) Il
processo Der Prozess 1925 uscito
postumo
Capitolo I arresto. Colloquio con la signora Grubach. Arriva
la signorina Bürstner
Ecco l’incipit “ Qualcuno doveva aver calunniato Josef K.,
poiché senza che avesse fatto alcunché di male, una mattina venne arrestato” .
Non assomiglia
all’inizio di questo 2020 e all’arrivo del virus che ci ha cambiato
l’esistenza, ha arrestato il ritmo della nostra vita precedente?
“La cuoca della signora Grubach, l’affittacamere, che ogni
giorno verso le otto gli recava la colazione, questa volta non venne”
“Come La metamorfosi,
il romanzo incomincia con una rottura: l’irruzione dell’insolito e
dell’inaspettato spezza violentemente la vita pietrificata dall’abitudine” (Pietro
Citati, Kafka, p. 141).
L’uomo del primo verso dell’Odissea è diventato un’ipotesi, uno zimbello, alla fine una
vittima.
K. pensa a uno scherzo di cattivo gusto fatto dai colleghi.
K. viveva in uno stato legale, con le leggi in vigore.
Cfr. Anacarsi Scita Nella Vita di Solone scritta da Plutarco troviamo una derisione delle
leggi scritte da parte di Anacarsi che fu ospite e amico del legislatore
Ateniese. Lo Scita dunque derideva l’opera di Solone che pensava di frenare
l’iniquità dei cittadini con parole scritte le quali, diceva, non differiscono
affatto dalle ragnatele (mhde;n tw`n
ajracnivwn diafevrein, 5, 4), ma come quelle trattengono le prede deboli
e piccole, mentre saranno spezzate dai potenti e dai ricchi (uJpo; de; dunatw`n kai; plousivwn diarraghvsesqai).
Le cose poi andarono secondo le previsioni di Anacarsi il
quale disse anche, dopo avere assistito all’assemblea degli Ateniesi, di essere
stupito del fatto che presso i Greci parlassero i sapienti ma decidessero gli
ignoranti (o{ti levgousi me;n oiJ sofoi;
par j { Ellhsi, krivnousi d j oiJ ajmaqei`~ (5, 6).
Le leggi dunque colpiscono solo i deboli
Nietzsche: “Le leggi contro i ladri e gli assassini sono
fatte a favore delle persone colte e ricche”[1].
Suonarono, bussarono, poi K vide entrare un tale che non
aveva mai visto in quella casa. Era slanciato, ma robusto, portava un vestito
nero attillato, sul tipo degli abiti da viaggio, con diverse pieghe, tasche,
fibbie, bottoni e una cintura, e perciò, senza capire a che cosa dovesse
servire, sembrava particolarmente pratico”. Quindi intervenne un altro chiamato
Franz dal primo.
Chi erano quei due? Pensò che se era una commedia, voleva
recitarvi la sua parte.
I due custodi mangiano la colazione di K.
K., l’ispettore, la signora Grubach e la signorina Bürstner
L’ispettore aveva portato in casa di
K anche tre impiegati in sottordine, tre figure grottesche. Uno Kaminer
aveva un sorriso insopportabile provocato da un cronico strappo muscolare.
Non era neanche capace di sorridere
apposta. Ma il senso di umanità vietava di canzonare quel ghigno.
K di giorno lavorava, la sera
passeggiava o frequentava una birreria o andava invitato a cena dal direttore
della banca che lo stimava.
Una cvolta alla settimana andava da
una ragazza, una certa Elsa che di notte faceva la cameriera in una
fiaschetteria e di giorno riceveva visite solo stando a letto. Espressione
ambiguua.
Anche nel romanzo Il castello K frequenta delle cameriere addetti alla mescita:
Frieda e Pepi.
La sera la padrona di casa, signora
Grubach gli dice che il suo arresto non è grave e gli pare solo una cosa da
eruditi che lei comunque non comprende e del resto non è necessario comprendere
(69).
K risponde che non è nemmeno una
cosa da eruditi, poi aggiunge che in banca se la sarebbe cavata meglio, in
quanto là è preparato.
La Grubach come l’ispettore non
gli stringe la mano. Ormai è appestato
K del resto capì che il consenso di
quella donna non contava nulla.
Scontro con l’affittacamere che ha
sparlato di un’altra inquilina, una ragazza la signorina Bürstner. Teme per il
buon nome della pensione perché l’ha vista a passeggio con uomini diversi.
K si infuria e dice alla donna: “se
vuole mantenere il buon nome deve cominciare con lo sfrattare me!
K aspetta la Bürstner e le chiede di
poterle parlare. La signorina tornò da teatro dopo le 11 e lo fece entrare in
camera sua ma non si tolse nemmeno il cappellino sovraccarico di fiori (73).
K iniziò a scusarsi ma lei lo
interruppe dicendo: “Io salto i preamboli” K si scusa per il soqquadro che
Kaminer, il terzo poliziotto aveva messo nella camera della ragazza,
Hanno un colloquio squilibrato: K ch insiste
per continuare a parlare mentre la signorina è stanca. Improvvisamente K la
bacia e le lecca il viso come l’animale assetato che passa la lingua sull’acqua
della sorgente finalmente trovata. Infine le baciò la gola e vi premette le
labbra a lungo 77. Quindi finalmente se ne andò.
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