sabato 24 ottobre 2020

Kafka, "Il processo". Capitolo I

Il virus SARS-Cov-2 che causa il Covid-19
L’incipit di Il processo di Kafka rappresenta l’ingresso dell’inopinato come nel gennaio scorso il virus da noi e nel mondo

 

Kafka (1883 - 1924) Il processo Der Prozess 1925 uscito postumo

Capitolo I arresto. Colloquio con la signora Grubach. Arriva la signorina Bürstner

Ecco l’incipit “ Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., poiché senza che avesse fatto alcunché di male, una mattina venne arrestato” .

 Non assomiglia all’inizio di questo 2020 e all’arrivo del virus che ci ha cambiato l’esistenza, ha arrestato il ritmo della nostra vita precedente?

“La cuoca della signora Grubach, l’affittacamere, che ogni giorno verso le otto gli recava la colazione, questa volta non venne”

“Come La metamorfosi, il romanzo incomincia con una rottura: l’irruzione dell’insolito e dell’inaspettato spezza violentemente la vita pietrificata dall’abitudine” (Pietro Citati, Kafka, p. 141).

L’uomo del primo verso dell’Odissea è diventato un’ipotesi, uno zimbello, alla fine una vittima.

 

K. pensa a uno scherzo di cattivo gusto fatto dai colleghi.

K. viveva in uno stato legale, con le leggi in vigore.

Cfr. Anacarsi Scita Nella Vita di Solone scritta da Plutarco troviamo una derisione delle leggi scritte da parte di Anacarsi che fu ospite e amico del legislatore Ateniese. Lo Scita dunque derideva l’opera di Solone che pensava di frenare l’iniquità dei cittadini con parole scritte le quali, diceva, non differiscono affatto dalle ragnatele (mhde;n tw`n ajracnivwn diafevrein, 5, 4), ma come quelle trattengono le prede deboli e piccole, mentre saranno spezzate dai potenti e dai ricchi (uJpo; de; dunatw`n kai; plousivwn diarraghvsesqai).

Le cose poi andarono secondo le previsioni di Anacarsi il quale disse anche, dopo avere assistito all’assemblea degli Ateniesi, di essere stupito del fatto che presso i Greci parlassero i sapienti ma decidessero gli ignoranti (o{ti levgousi me;n oiJ sofoi; par j { Ellhsi, krivnousi d j oiJ ajmaqei`~ (5, 6).

 

Le leggi dunque colpiscono solo i deboli

Nietzsche: “Le leggi contro i ladri e gli assassini sono fatte a favore delle persone colte e ricche”[1].

 

Suonarono, bussarono, poi K vide entrare un tale che non aveva mai visto in quella casa. Era slanciato, ma robusto, portava un vestito nero attillato, sul tipo degli abiti da viaggio, con diverse pieghe, tasche, fibbie, bottoni e una cintura, e perciò, senza capire a che cosa dovesse servire, sembrava particolarmente pratico”. Quindi intervenne un altro chiamato Franz dal primo.

Chi erano quei due? Pensò che se era una commedia, voleva recitarvi la sua parte.

I due custodi mangiano la colazione di K.


K., l’ispettore, la signora Grubach e la signorina Bürstner

L’ispettore aveva portato in casa di K anche tre impiegati in sottordine, tre figure grottesche. Uno Kaminer aveva un sorriso insopportabile provocato da un cronico strappo muscolare.

Non era neanche capace di sorridere apposta. Ma il senso di umanità vietava di canzonare quel ghigno.

K di giorno lavorava, la sera passeggiava o frequentava una birreria o andava invitato a cena dal direttore della banca che lo stimava.

Una cvolta alla settimana andava da una ragazza, una certa Elsa che di notte faceva la cameriera in una fiaschetteria e di giorno riceveva visite solo stando a letto. Espressione ambiguua.
Anche nel romanzo Il castello K frequenta delle cameriere addetti alla mescita: Frieda e Pepi.

 

La sera la padrona di casa, signora Grubach gli dice che il suo arresto non è grave e gli pare solo una cosa da eruditi che lei comunque non comprende e del resto non è necessario comprendere (69).

K risponde che non è nemmeno una cosa da eruditi, poi aggiunge che in banca se la sarebbe cavata meglio, in quanto là è preparato.

La Grubach come l’ispettore non gli stringe la mano. Ormai è appestato

K del resto capì che il consenso di quella donna non contava nulla.

Scontro con l’affittacamere che ha sparlato di un’altra inquilina, una ragazza la signorina Bürstner. Teme per il buon nome della pensione perché l’ha vista a passeggio con uomini diversi.

K si infuria e dice alla donna: “se vuole mantenere il buon nome deve cominciare con lo sfrattare me!

K aspetta la Bürstner e le chiede di poterle parlare. La signorina tornò da teatro dopo le 11 e lo fece entrare in camera sua ma non si tolse nemmeno il cappellino sovraccarico di fiori (73).

 K iniziò a scusarsi ma lei lo interruppe dicendo: “Io salto i preamboli” K si scusa per il soqquadro che Kaminer, il terzo poliziotto aveva messo nella camera della ragazza,

 Hanno un colloquio squilibrato: K ch insiste per continuare a parlare mentre la signorina è stanca. Improvvisamente K la bacia e le lecca il viso come l’animale assetato che passa la lingua sull’acqua della sorgente finalmente trovata. Infine le baciò la gola e vi premette le labbra a lungo 77. Quindi finalmente se ne andò.



[1] Frammenti postumi, 1876, 14

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