NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 15 ottobre 2020

"Filosofi lungo l'Oglio" IX

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Argomento

Non tutti gli uomini sono davvero umani

 

H. Hesse Demian: "La vita di ogni uomo è una via verso sé stesso, il tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente sé stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità (…) Certuni non diventano mai uomini, rimangono rane, lucertole, formiche. Taluno è uomo sopra e pesce sotto, ma ognuno è una rincorsa della natura verso l'uomo"[1].

 

Noi nati da donna possiamo non diventare mai uomini umani, ma retrocedere fino alla bestialità

 

“Ricordate di certo la favola di Esopo, quando Prometeo, su precisa indicazione di Zeus, plasma uomini e animali. Allorché Zeus si rende conto che gli animali sono molto più numerosi degli esseri umani, ordina a Prometeo di trasformarne molti in uomini. E’ questo il motivo per il quale gli esseri umani che non hanno ricevuto la loro forma umana sin dall’origine, si ritrovano con un corpo d’uomo e l’anima d’una bestia”[2].

Pro;~ a[ndra skaio;n kai; qhriwvdh oJ lovgo~ eu[kairo~[3], la favola è appropriata all’uomo rozzo e brutale.

 

Pinocchio di Collodi va nel paese dei balocchi “dove c’è un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello! Insomma un tal pandemonio, un tal passeraio, un tal baccano indiavolato da doversi mettere il cotone negli orecchi per non restare assordati. Passavano le giornate in questa bella cuccagna di baloccarsi e divertirsi, senza mai vedere in faccia un libro, né una scuola”. Ma poi i ragazzi si trasformano in somarelli.

 

In Apuleio vita da asino è vita senza Iside. La vita consacrata a Iside è sacra alla conoscenza.

Sentiamo Plutarco in De Iside et Osiride. Il sacerdote delfico sostiene che la divinità - to; qei`on - non è beata per argento e oro ma ejpisthvmh/ kai; fronhvsei (351d) , per conoscenza e intelligenza

Plutarco etimologizza il nome Iside con oi\da - so - più precisamente il tempio jIsei`on con il futuro ei[somai - saprò - poiché vi conosceremo to; o[n, l’essere 352).

Inoltre \Isin kalou`si para; to; i{esqai met j ejpisthvmh~ kai; fevresqai, kivnhsin ou\san e[myucon kai; frovnimon

 (375c) la chiamano Iside per il “lanciarsi con sapere” e da “essere mosso” in quanto ella consiste in un movimento animato e sapiente.

Lucio arriva a sognare Iside dopo avere preso su di sé la tragicità dell’esistere e avere raggiunto il culmine della disperazione.

Concludo questa parte con Tolstoj

 Resurrezione 1889 Parte seconda, capitolo 40, pagina 344 (Einaudi, 1982)

“Le cose si possono trattare senza amore: si possono abbattere gli alberi , cuocere i mattoni, si può forgiare il ferro senza amore; ma gli uomini non si possono trattare senza amore, come le api non si possono trattare senza cautela. Se ti metti a trattarle senza cautela, nuoci a te stesso. La stessa cosa succede con gli uomini. E non può essere diversamente, perché l’amore reciproco fra gli uomini è la legge fondamentale della vita umana (…) Così come puoi mangiare senza danno e proficuamente soltanto se hai appetito, puoi occuparti degli uomini proficuamente e senza danno soltanto se li ami”.



[1] H. Hesse, Demian (del 1919), p. 54.

[2] Francesco de Stisi e Maria Leone, Luna, p. 172.

[3] Esopo, Promhqeu;~ kai; a[nqrwpoi , Prometeo e gli uomini (322).

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