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Argomento
Non tutti gli uomini sono davvero umani
H. Hesse Demian: "La vita di ogni uomo è una via verso sé stesso, il tentativo di una
via, l'accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente sé stesso,
eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo
le possibilità (…) Certuni non diventano mai uomini, rimangono rane, lucertole,
formiche. Taluno è uomo sopra e pesce sotto, ma ognuno è una rincorsa della
natura verso l'uomo"[1].
Noi nati da donna possiamo non diventare mai uomini umani, ma retrocedere
fino alla bestialità
“Ricordate di certo la favola di Esopo, quando Prometeo, su precisa indicazione di Zeus, plasma
uomini e animali. Allorché Zeus si rende conto che gli animali sono molto più
numerosi degli esseri umani, ordina a Prometeo di trasformarne molti in uomini.
E’ questo il motivo per il quale gli esseri umani che non hanno ricevuto la
loro forma umana sin dall’origine, si ritrovano con un corpo d’uomo e l’anima
d’una bestia”[2].
“Pro;~ a[ndra
skaio;n kai; qhriwvdh oJ lovgo~ eu[kairo~”[3], la
favola è appropriata all’uomo rozzo e brutale.
Pinocchio di Collodi va nel paese dei balocchi
“dove c’è un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello! Insomma
un tal pandemonio, un tal passeraio, un tal baccano indiavolato da doversi
mettere il cotone negli orecchi per non restare assordati. Passavano le giornate
in questa bella cuccagna di baloccarsi e divertirsi, senza mai vedere in faccia
un libro, né una scuola”. Ma poi i ragazzi si trasformano in somarelli.
In Apuleio vita da asino è vita senza Iside. La vita consacrata a Iside è sacra alla conoscenza.
Sentiamo
Plutarco in De Iside et Osiride. Il sacerdote delfico sostiene che
la divinità - to; qei`on - non è beata per argento e oro ma ejpisthvmh/
kai; fronhvsei (351d) , per conoscenza e
intelligenza
Plutarco etimologizza
il nome Iside con oi\da - so - più precisamente il tempio jIsei`on con
il futuro ei[somai - saprò - poiché vi
conosceremo to; o[n, l’essere 352).
Inoltre \Isin kalou`si para; to;
i{esqai met j ejpisthvmh~ kai; fevresqai, kivnhsin ou\san e[myucon kai;
frovnimon
(375c) la chiamano Iside per il “lanciarsi
con sapere” e da “essere mosso” in quanto ella consiste in un movimento
animato e sapiente.
Lucio arriva
a sognare Iside dopo avere preso su di sé la tragicità dell’esistere e avere
raggiunto il culmine della disperazione.
Concludo
questa parte con Tolstoj
Resurrezione 1889 Parte seconda, capitolo 40,
pagina 344 (Einaudi, 1982)
“Le cose si
possono trattare senza amore: si possono abbattere gli alberi , cuocere i
mattoni, si può forgiare il ferro senza amore; ma gli uomini non si possono
trattare senza amore, come le api non si possono trattare senza cautela. Se ti
metti a trattarle senza cautela, nuoci a te stesso. La stessa cosa succede con
gli uomini. E non può essere diversamente, perché l’amore reciproco fra gli
uomini è la legge fondamentale della vita umana (…) Così come puoi mangiare
senza danno e proficuamente soltanto se hai appetito, puoi occuparti degli
uomini proficuamente e senza danno soltanto se li ami”.
[1] H. Hesse, Demian (del
1919), p. 54.
[2] Francesco de Stisi e Maria
Leone, Luna, p. 172.
[3] Esopo, Promhqeu;~ kai;
a[nqrwpoi , Prometeo e gli uomini (322).
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