domenica 29 novembre 2020

Epitteto, Maradona e Bergoglio

Epitteto : “mevmnhso o[ti uJpokrith;~ ei\ dravmato~ , oi{ou a]n qevlh/ didavskalo~, ricorda che sei attore di un dramma, di quello che il regista vuole,  se breve di uno breve, se lungo di uno lungo, se vuole che tu reciti la parte di un mendicante, cerca di recitarla bene, e così quella di uno zoppo, di un magistrato etc.

 So;n ga;r tou`t j e[sti, to; doqe;n uJpokrivnasqai provswpon kalw`~ : ejklevxasqai d j aujto; a[llou (Manuale, 17), tuo compito infatti è recitare bene la parte assegnata, sceglierla è potere di un altro.

 

Maradona ha fatto splendidissimamente la parte assegnatagli dal Demiurgo artista e regista. Per questo ora si trova tra i beati. Ha dato gioia a milioni di persone, pure a quelle che, come me, non hanno mai amato il calcio eppure hanno amato lui. Suggerisco a Papa Francesco di santificarlo. Se lo è meritato non meno di Woityla. Se  il Papa non può pregare san Diego per ragioni politiche, lo santifichi, gesuiticamente, in pectore. Continuano a giungere sul mio facebook tante espressioni di gratitudine e amore a Maradona.

Non ho mai visto un altro uomo che abbia dispensato tanta gioia e poi tanto rimpianto in così tante persone. Questo secondo me è il requisito primo della santificazione

 

A Dio, diego. gianni

 

Bologna 29 novembre 2020 ore 9, 27 . giovanni ghiselli

p. s.

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