lunedì 30 novembre 2020

Virus quos inquĭnat aequat

Il virus rende uguali quelli che avvelena

Allora dobbiamo differenziarci rispetto a chi segue la sirena volgare e inquinante dello shopping. Per comprare ci sarà tempo, sempre che non ce lo facciamo portare via dalla morte, la sorella del virus, affollandoci nelle strade e nei negozi in questi giorni.

Questo non è tempus emendi.

Avrei concluso, ma non può mancare una citazione. La devo a voi che mi leggete.

 

Nella commedia Acarnesi di Aristofane (del 425 a. C.) il  campagnolo pacifista Diceopoli costretto dalla guerra a stare chiuso in città affollata  manifesta subito  predilezione per la campagna e insofferenza della vita urbana i cui valori supremi sono comprare e vendere.

Sono versi di un'attualità impressionante: qualche tempo fa il regista Attilio Bertolucci disse che andava a cercare valori in Oriente dove infatti sono ambientati i suoi ultimi film, peraltro non certo i migliori, siccome in Occidente non c'è altro interesse che il vendere e il comprare.

 

Dice dunque il contadino, e cittadino suo malgrado, comunque giusto:

"guardo verso la campagna, sono desideroso di pace,

e detesto la città mentre desidero il mio villaggio,

che mai disse: “compra il carbone",

né l'aceto, né l'olio, e nemmeno conosceva quel "compra" (privw[1]),

ma  produceva tutto da sé, e quel taglieggiamento non c'era"(32-36).

 

Ecco dunque un altro male oltre la guerra: il consumismo e il mercato petulante, pressante che uccide gli affetti. Un disagio analogo viene manifestato da Ulrich, protagonista del romanzo di Musil:" Gettando uno sguardo fuori d'una finestra aperta di colpo, egli sentì quello che in realtà lo circondava; i cannoni, i commerci d'Europa. L’idea che uomini i quali vivevano in quel modo potessero mai accordarsi per una navigazione giudiziosa del loro destino spirituale era semplicemente impensabile, e Ulrich dovette riconoscere che anche l’evoluzione storica non s’era mai compiuta in pianificata concordanza d’idee, come può avvenire in caso di necessità nella mente del singolo individuo, bensì sempre come spreco e con tanta prodigalità come se la mano d’un rozzo giocatore la scaraventasse sulla tavolaL'uomo senza qualità, Parte terza, Verso il regno millenario, Einaudi, 1962 p. 800).

 

Bologna 30 novembre 2020  ore 19, 53.

giovanni ghiselli


p. s.

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[1] Imperativo dell'aoristo III di privamai, "compro". pwlevw, vendo.

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