giovedì 19 novembre 2020

La violenza dell'uomo contro l’umanità e contro la natura

allevamento intensivo

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Lo svuotamento della sofìa tecnologica in diversi autori

 

Alla violenza dell'uomo nei confronti della terra coltivata e degli animali aggiogati sembra alludere Virgilio pure nella Bucolica IV quando descrive l'età dell'oro: "non rastros patietur humus, non vinea falcem,/robustus quoque iam tauris iuga solvet arator ", (vv. 40 - 41), la terra non soffrirà i rastrelli, né la vigna la falce, anche il robusto aratore scioglierà i tori dal giogo.

 

 Anche l'altrove delle isole beate di Orazio produce pane e vino senza violenza:" Nos manet Oceanus circumvagus arva beata/Petamus, arva divites et insulas,/Reddit ubi Cererem tellus inarata quotannis/Et imputata floret usque vinea " (Epodi , 16, 41 - 44), ci attende l'Oceano che gira intorno a campagne felici, dirigiamoci a quelle campagne e isole fertili, dove ogni anno la terra dà le messi senza essere arata, e la vite fiorisce continuamente senza essere potata.

 

Per la scienza e la tecnica che si volgono al male è molto chiara la condanna di Brecht il quale viene citato da G. Steiner a proposito del canto corale dell'Antigone : "Il commento al secondo stasimo[1] che Brecht fornisce con le sue note di lavoro (Anmerkungen zur Bearbeitung), è lapidario: "L'uomo, mostruosamente grande (ungeheuer gross ) quando sottomette la natura, diventa un grande mostro quando sottomette gli uomini, suoi simili". Come Hölderlin prima di lui, Brecht traduce ta; deina; con Ungeheuer , parola densa di significati che designa "ciò che è mostruoso", "ciò che è inquietante", "ciò che è insolitamente, ossessivantemente eccessivo nel bene e nel male".[2]

 

Sui limiti della sofiva tecnologica sentiamo pure Di Benedetto:"affiora in Sofocle una tendenza diversa, secondo la quale sofov" appare in contesti che tendono a svuotare l'aggettivo della sua positività e a conferirgli un valore chiaramente negativo. Va menzionato a questo proposito anzitutto il passo del primo stasimo dell'Antigone dove al v. 365 sofovn è associato alle qualità inventive della tevcna: senonché in questo stasimo la tevcna è presentata in un contesto in ultima analisi restrittivo e lo stesso vale per sofovn, collocato con evidenza all'inizio della frase"[3]

 

Si veda un ancora più esplicito svuotamento della sofiva tecnologica nel discorso di Diotima del Simposio platonico: "kai; oj me;n peri; ta; toiau'ta sofo;" daimovnio" ajnhvr, oJ dev, a[llo ti sofo;" w[n, hj; peri; tevcna" hj; ceirourgiva" tinav", bavnauso"" (203a), chi è sapiente in tali rapporti (quelli tra gli uomini e gli dèi) è un uomo demonico, quello invece che si intende di qualcos'altro, o di tecniche o di certi mestieri, è un facchino.

 

 Nel Menesseno Platone chiarisce il disvalore della scienza separata dalla giustizia: "pa'sav te ejpisthvmh cwrizomevnh dikaiosuvnh" kai; th'" a[llh" ajreth'" panourgiva, ouj sofiva faivnetai" (247), tutta la scienza separata dalla giustizia e dalle altre virtù, si vede che è malizia, non sapienza.

 

James Hillman alla necessità della Giustizia aggiunge quella della Bellezza:"Bellezza e Giustizia sono i veri fini. I pensatori più profondi li hanno individuati. Platone, ad esempio. E ogni anima lo percepisce immediatamente: il benessere economico non fa piacere all'anima quanto la Bellezza e la Giustizia"[4].

 

A questo si può aggiungere la favola di Filemone e Bauci che nel Faust di Goethe vengono sacrificati con tante altre vittime umane, per strappare il terreno al mare e a loro stessi:

" E sul principio ,/furono tende e furono capanne./Ma sorse poi, dov'è più folto il verde/subito un gran palazzo" racconta Filemone.

 E prosegue Bauci"Facevano, di giorno, il finimondo,/senza concluder nulla, i suoi vassalli./Colpi su colpi, di badili e zappe!/Ma dove nella tenebra notturna/era un vagar di vivide fiammelle,/una diga si ergeva all'indomani./Debbono avere sanguinato

mussten bluten - , a notte,/vittime umane. Ché s'udìan, nel buio,/gemiti di dolore./Verso il mare fluivano torrenti/rossi di fuoco. E al sorgere del sole,/ecco, un canale era scavato, già./Un uomo senza Dio! Gli fanno gola/la nostra capannuccia ed il boschetto./Un vicino orgoglioso e tracotante,/a cui dobbiamo, ahimè, restar soggetti!"[5].

E' questi lo stesso Faust la cui avidità poi provoca l'assassinio dei due vecchietti. Ora ci sono diversi personaggi pieni di malizia che vogliono salvare l’economia a tutti i costi, compreso quello del gerontocidio.

 

Bologna, 19 novembre 2020.

giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Veramente si tratta del primo

[2]Le Antigoni , p.194.

[3]Sofocle , p. 99.

[4] Il piacere di pensare , pp. 134 - 135.

[5]Goethe, Faust , seconda parte, atto quinto.

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