NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 24 novembre 2020

Questa notte ho sognato Mefisto

Questa notte ho sognato un medico che sembrava Zangrillo.  

Mi diceva parole che non riuscivano a nascondere  un pregiudizio antipopolare  e ne limitavano l'obiettività. Ce l’aveva in particolare con il numeroso popolo dei vecchi poveri. Sosteneva che salvare l’economia significa tutelare la vita di un numero di persone  maggiore rispetto a quelle defunte per covid. Aggiungeva che del resto il virus ammazza soprattutto gli anziani indigenti, insignificanti al punto che vivono di pensioncine e sussidi: parassiti improdutiivi le  cui morti sono tutti soldi risparmiati dallo Stato il quale può devolverli proficuamente alle imprese e alle cliniche private. Dunque è bene riaprire tutto e subito.

 

“Ma non è disumano, non è peccato quello che dice dottor Zangrillo? Poi lei non ha salvato la vita all’ultraottantenne Silvio Berlusconi?”

 

Fece una risata stridula e rispose: “Non sono Zangrillo, sono il dottor  Mefisto; comunque so che quel Silvio non è indigente: paga bene, organizza generosi festini e va tenuto in vita.

 

 Poi, togliendosi il camice, aggiunse: “lei giovanotto, non sa che cosa è il peccato: “è’ forse peccato che io mi tolga il camice o un altro dottore lo faccia? E’ un’indecenza? No, non è per niente  disdicevole, anzi è un atto di decenza Si habitum dimittam ut furer occulte , vel fornicer[1].  Davvero indecente sarebbe tenere ancora chiuse le discoteche, i centri commerciali e impedire le movide privando i gestori dei loro guadagni e i giovani dell’alcol, del cibo, del rumore e della droga”.

“ La sua controversia è dissuasoria da un lato ma persuasiva dall’altro, perciò pericolosa, caro dottor Mefisto” risposi spaventatissimo. “Non est controversia” fece. “Dottamente” replicai.  Quindi costui, chiunque egli fosse,  sparì.

Mi svegliai spaventato

 

giovanni ghiselli

 

[1] Cfr. Blaise Pascal, Le Provinciali, sesta lettera.

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