venerdì 13 novembre 2020

Riflessioni sull'"Eneide". 9. “Varium et mutabile semper femina”. “La donna è mobile qual piuma al vento”

Ch. Grobe,
La donna e mobile; Over the summer sea from Rigoletto
Variations for piano; Op. 613
Didone dunque sarebbe colpevole, Enea invece innocente poiché obbedisce agli ordini degli dèi che vengono ribaditi da Mercurio.

Il dio gli appare in sogno e gli dice pure che Didone è risoluta a morire ("certa mori ", v. 564), ma questo non ha importanza né per l'uomo né per il dio. Quella donna infatti rivolge nel petto inganni e una sinistra scelleratezza :"illa dolos dirumque nefas in pectore versat "(v. 563). L'allitterazione in dolos dirumque sottolinea entrambe le colpe della disgraziata. Qui si vede che mentre il sogno, ossia il desiderio camuffato, suggerisce l'inganno e il misfatto, trova anche il modo di discolpare il dormiente proiettando sulla regina tutto il male che egli stesso è già preparato a perpetrare contro di lei.

 

Infine l’ordine del dio a Enea, sempre più obbediente e “pio” .

“Heia age, rumpe moras. Varium et mutabile semper - femina. Sic fatus nocti se immiscuit atrae " (v. 569 - 570) su, rompi gli indugi cosa variabile e mutevole sempre la donna. Detto questo si mescolò alla notte tenebrosa

 

Un locus questo, anzi un vero e proprio luogo comune diffuso non solo in letteratura ma anche nella testa di noi maschi. Forse per il fatto che si trova in rebus ipsis. Faccio solo pochi esempi :

Dante: “Per lei assai di lieve si comprende - quanto in femmina foco d’amor dura - se l’occhio o il tatto spesso non l’accende” Purgatorio, VIII, 76 - 78. Parla Nino Visconti dimenticato dalla moglie.

Petrarca echeggia questa communis opinio nel Sonetto CXLVIII:"Femina è cosa mobil per natura;/ond'io so ben ch'un amoroso stato/in cor di donna picciol tempo dura" (Il Canzoniere, CLXXXIII).

 Boccaccio Filostrato VIII 301 "Volubil sempre come foglia al vento".

 Nell'Aminta di Torquato Tasso Tirsi dice al protagonista della favola pastorale[1]:"in breve spazio/s'adira e in breve spazio anco si placa/Femina, cosa mobil per natura" (I, 2).

Lo stesso luogo comune troviamo nel Rigoletto di Verdi - Piave: "la donna è mobile/qual piuma al vento,/muta d'accento/e di pensiero./Sempre un amabile/leggiadro viso,/in pianto o in riso,/è menzognero./E' sempre misero/chi a lei s'affida,/chi le confida,/mal cauto il core!/Pur mai non sentesi/felice appieno/chi su quel seno,/non liba amore! (III, 2).

 

 

Bologna 13 novembre 2020, ore10, 55

giovanni ghiselli

 

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[1] Del 1573.

 

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