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martedì 17 novembre 2020

Teocrito. Auerbach: il Satyricon, Tacito, poi il realismo dei romanzi dell’Ottocento

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L’amore ostacola il lavoro già nel X idillio di Teocrito. Il realismo di Petronio e quello dei romanzieri dell’Ottocento

 

Troviamo già in Teocrito l’amore che spinge all’ozio e ostacola il lavoro dell’agricola ottimo

Nel X idillio, i Mietitori, c’è Milone, l’agricola bonus, e Buceo che, come Orfeo nella IV Georgica, è preso da dementia.

Milone è infaticabile, mentre Buceo, innamorato da dieci giorni, è svogliato. Milone avverte Buceo che la ragazza è brutta, una locusta, ed è dai facili costumi.

Ma Buceo replica: non è cieco solo Pluto (tuflov~, cfr. Pluto di Aristofane, 90 - 92) bensì anche Eros, oltre essere dissennato.

Milone consiglia a Buceo di alzare un canto d’amore: lavorerai meglio.

Buceo canta: Bombica la chiamano secca e bruciata dal sole (ijscna;n aJliovkauston), ma io vedo in te l’incarnato colore del miele di miele.

Cfr. Lucrezio IV 1160 nigra melǐchrus est. L’innamorato non vede i difetti dell’amata.

Anche la viola e il giacinto sono scuri. I tuoi piedi sono astragali (ossicini).

 

Dopo Buceo, Milone controcanta una canzone in lode dell’agricoltura e del lavoro che evita il sonno. Esorta i mietitori a cominciare quando si sveglia l’allodola e a continuare fino a quando va a dormire, senza smettere durante l’ora canicolare (to; kau'ma).

 

Catullo, Tibullo e Properzio cantano l’otium con la proccupazione che questo porti alla nequitia, al rifiuto dei munera, i compiti senza curarsi della ricompensa - munus anche questa - che spetta al buon civis romanus.

La nozione di 'scambio' è implicita”[1] nella parola munus.

 

 

Torno a Mimesi di Auerbach: realista vero è Petronio con il quale anzi il realismo antico raggiunge il limite estremo.

"Petronio, come un realista moderno, pone la sua ambizione artistica nell'imitare senza stilizzazione un qualsiasi ambiente d'ogni giorno e contemporaneo, e nel far parlare alle persone il loro gergo. Con ciò raggiunge il limite estremo a cui sia arrivato il realismo antico".

Quanto egli debba al mimo romano, aggiunge lo studioso di stilistica, "riman fuori dalla nostra indagine".

Quindi prosegue: "Se dunque Petronio ci mostra i limiti estremi raggiunti dal realismo antico, si può dalla sua opera anche conoscere quello che tale realismo non poteva o non voleva dare. La cena è un'opera di carattere puramente comico. I personaggi che vi compaiono sono, sia singolarmente che nei legami con l'insieme, mantenuti coscientemente e secondo un criterio unitario nel gradino stilistico più basso, tanto per la lingua quanto per il modo in cui sono visti; a ciò si collega necessariamente il fatto che tutto quello che, psicologicamente o sociologicamente, accenna a sviluppi seri o addirittura tragici, deve essere tenuto lontano, ché altrimenti distruggerebbe lo stile sotto un peso eccessivo.

Pensiamo per un momento agli autori realistici del secolo XIX, a Balzac, a Flaubert, a Tolstoj o a Dostoevskij. Il vecchio Grandet[2] o Fëdor Karamazov non sono soltanto caricature come Trimalcione, bensì terribili realtà da prendere sul serio, avvolte in tragici intrichi, tragici perfino essi stessi, benché anche grotteschi. Nella letteratura moderna ogni personaggio, qualunque sia il suo carattere o la sua posizione sociale, ogni avvenimento, sia favoloso, sia di alta politica, sia strettamente casalingo, può venir dall'arte imitativa trattato seriamente, problematicamente e tragicamente. Ma questa è cosa del tutto impossibile nell'antichità. E' vero che si hanno nelle poesie pastorali e amorose alcune forme intermedie, ma nel complesso vige la legge della separazione degli stili (…)tutta la bassa realtà, tutto quello che è quotidiano, dev'esser rappresentato solo comicamente, senza approfondimento problematico"[3].

 

Questa separazione di stili corrispondente alla separazione delle classi sociali riguarda anche la storiografia antica secondo l’autore di Mimesis.

 Si tenga conto che in gran parte della storiografia classica è presente un pregiudizio antipopolare che ne limita l'obiettività. I promotori della lotta di classe sono spesso giudicati con formule moralistiche al servizio di una tendenza conservatrice.

Auerbach nello stesso capitolo Fortunata che poi è la moglie di Trimalcione, commenta la rivolta delle legioni della Pannonia raccontata da Tacito.

 L' histrionale studium del gaglioffo Percennio, la sua esperienza di attore, e il suo essere stato dux olim theatralium operarum (Annales, I, 16) un capo della claque teatrale, ne fa un acclamato duce durante questa rivolta successiva alla morte di Augusto.

 Il racconto di Tacito, secondo Auerbach, denigra la ribellione dei legionari: "A suo modo di vedere, si tratta soltanto d'arroganza plebea e di mancanza di disciplina. (…) Egli batte e ribatte che è soltanto la schiuma sempre pronta alla ribellione; per il caporione Percennio, ex capo di claques teatrali col suo histrionale studium, che si atteggia a generale (velut contionabundus), egli ha il più profondo disprezzo"[4].

 

Bologna 17 novembre ore 16, 28

giovanni ghiselli

 

p. s. Sento dire che gli studenti vogliono la presenza degli insegnanti. Ovviamente questo mio blog è aperto a tutti e gratis: non propter nummos. Se tra i tanti lettori ci sono ragazzi desiderosi di lezioni in presenza, fatemelo sapere. Troveremo il modo, magari all’aperto, sempre sine pecunia. I giovani migliori secondo me sono quelli che amano imparare con gioia e pure con fatica e sacrifici. Il meglio dell’umanità.

 

 



[1] E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, p. 71.

[2] Eponimo di Eugene Grandet, romanzo del 1833.

[3] E. Auerbach, Mimesis, capitolo 2: Fortunata, pp. 37 - 38.

[4] Mimesis, p. 43.

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