sabato 7 novembre 2020

Le elezioni contestate

 Nel 1924, alla fine di maggio, Giacomo Matteotti denunciò l’irregolarità delle elezioni vinte dai fascisti. Mussolini lo fece ammazzare ai primi di giugno.

Dopo avere subito qualche contestazione che non cambiava niente, il dittatore rivendicò il crimine.

Ora non credo che quello sia stato  l’ unico caso di elezioni poco chiare nella storia d’Italia e del mondo. Non so se Trump abbia ragione o torto nel denunciare i brogli subiti. Il personaggio sicuramente non è limpido,  tuttavia a me pare che dargli torto solo in base al fatto che i risultati ufficiali lo danno come perdente, come fecero i sondaggi precedenti le due elezioni cui ha partecipato, mi sembra un’altra posizione poco chiara e poco nobile.

Leggo nel quotidiano “la Repubblica” di oggi, 7 novembre 2020: “Si capisce perché la sua teoria del complotto, per quanto menzognera, risulti verosimile ai suoi seguaci” (titolo dell’articolo : “E’ cominciato il secondo atto”, pagina 35, firmato da Federico Rampini).

Non sono seguace di Trump e, come ho già scritto, non lo avrei votato, però non mi va bene, non è politicamente cavalleresco né corretto il pregiudizio dei più secondo il quale chi perde ha tutti i torti.

A Mussolini  la plebe italica ha dato ragione e lo ha osannato, fino a quando è rimasto al potere e mentre perpetrava altri crimini; appena è caduto, la stessa feccia ha oltraggiato  il suo cadavere e quello della sua ultima amante. Oramai non potevano più fare alcun male, e proprio per questo hanno vilipeso quei morti.

 Pensateci sopra lettori cari

Baci

Bologna 7 novembre 2020, ore 17, 23

giovanni ghiselli

 

p. s

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