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Ho saputo che è morto meno di un’ora fa. Ho voluto scriverne a caldo.
Scuserete gli errori
Credo che il genio, tanto quello di uno scrittore, quanto quello di un artista figurativo, di un musicista, di un educatore o di un atleta sia davvero un’orma più vasta stampata dallo Spirito creatore su questi uomini.
Vorrei avere la capacità di Pindaro per celebrare questo atleta miracoloso, immenso e nello stesso tempo ricordare con indulgenza da amico l’uomo piccolo e debole.
Gli epinici di Pindaro, cantati da un coro quando il vincitore tornava dagli agoni, hanno anche una valenza religiosa: sono inni cultuali che trattano di cose venerande. E il poeta, mentre santifica il vincitore, perviene alla sua altezza; il celebrato e il celebratore, secondo la concezione dell'antico aedismo, salgono insieme sopra una vetta splendidamente soleggiata da dove è possibile volgere lo sguardo al significato della vita umana.
La vittoria infatti esige il canto che è un debito del poeta all'atleta (Olimpica III , 7) e alla stessa dike :"lodare il valente è fiore di giustizia", leggiamo nella Nemea III (29).
Dunque l'aretà che brilla nella vittoria non può rimanere "nascosta a terra in silenzio"(Nemea IX , 7). Il cantore ispirato, toccando le cose mortificate dall'uso, le ravviva e restituisce loro il pregnante significato originario, purché "la lingua attinga dal fondo dell'anima con il favore delle Grazie" (Nemea IV, 7-8).
Fondamentale è il nesso Vittoria-Canto, mentre la gara non viene narrata. Se vogliamo leggere la descrizione di una corsa di cocchi veloci ai giochi pitici dobbiamo cercarla nell'Elettra di Sofocle dove (vv. 680-763) si racconta, falsamente, la morte di Oreste in un incidente.
Pindaro volge piuttosto l'attenzione all'uomo che ha manifestato aretà suprema, quella l'aretà che è dono divino e non è insegnabile, né quella dell'atleta né del poeta il quale paragona se stesso all'aquila, il divino uccello di Zeus (Olimpica II, v. 89), mentre i suoi rivali, probabilmente Simonide e Bacchilide, che non sono molto sapienti per natura (86) bensì "addottrinati" (maqovnte~, v.87) vengono assimilati ai corvi (88) i quali stridono confusamente con mille lingue prolisse.
Pindaro afferma: sofo;~ oJ polla; eijdw;~ fua/' (v. 86), sapiente è chi sa molto per natura.
L’atleta e il poeta perciò vengono collocati, quali incarnazione della virtù, sull'altare costruito dalla poesia che è "tesoro di inni"(Pitica VI , 7-8), un tempio adorno di colonne (Olimpica VI , 1-3) e doni votivi. Il poeta allora è il sacerdote, il profeta della bellezza del mondo, il quale è intessuto con fili d'oro poiché vi si annida il divino; Pindaro non racconta, come gli altri lirici, i suoi sentimenti personali, ma scopre l'immanenza dell'ideale nel reale.
Io capisco poco di calcio, mi intendo piuttosto di ciclismo tra gli sport e questa sera mi viene in mente il momento dei primi giorni del 1960 in cui seppi con forte dolore della morte di Fausto Coppi, anche lui toccato benevolmente da Dio, salito sugli altari del suo sport, poi caduto. Sono vite irregolari queste dei geni i cui talenti non possono adattarsi a una vita mediocre. Lo dice Pelope nell’Olimpica I di Pindaro:
“Verso l'età fiorente quando 67
la peluria lo copriva nel mento che diveniva nero,
pensò a un matrimonio pronto
sì da ottenere dal padre signore di Pisa l'illustre 70
Ippodamia. Andato vicino al mare canuto, solo nella tenebra
invocava il dio del tridente
dal grave rimbombo; quello gli
apparve vicino al piede.
Allora gli disse: "Se i cari doni di Cipride 75
rimangono in qualche modo nella tua gratitudine,
avanti, Poseidone, inceppa la lancia di bronzo di Enomao (pevdason e[gco~ Oijnomavou cavlkeon),
e fammi giungere in Elide sul carro
più veloce, e avvicinami alla vittoria.
poiché dopo avere ucciso tredici
pretendenti, procrastina le nozze
della figliola. Il grande pericolo 81
non prende un uomo imbelle (oJ mevga~ de; kivnduno~ a[nalkin ouj fw'ta lambavnei).
Per quelli per i quali morire è necessario, perché uno dovrebbe
smaltire invano una vecchiaia anonima seduto nell'ombra
senza parte di tutte le cose belle? ( ajpavntwn kalw'n a[mmoro~) ma questa
gara giacerà sotto di me: tu dammi propizio l'evento". 85
Così diceva; né lo toccò con parole
senza effetto. E il dio onorandolo
gli diede un cocchio d'oro e cavalli
infaticabili per le ali”.
I mediocri privi di talento ricorderanno le debolezze e le cadute di Maradona, per invidia, per bassezza d’animo.
Io che ho visto in lui come in alcuni artisti delle capacità che non sono insegnabili né imparabili siccome sono un dono del Demiurgo artefice dll’Universo, ricordo questo genio del calcio con simpatia profonda e ammirazione grande e nello stesso tempo riconosco la provenienza divina del suo talento ringraziando l’artista che gliel’ha donato mostrandoci un barlume della sua grazia illuminante.
Questo rimarrà, le sue debolezze di uomo saranno dimenticate.
Chi offende gli artisti diffama l’arte e bestemmia dio stesso poiché, come denuncia Pindaro nell'Olimpica IX: "diffamare gli dei è odiosa sapienza (ejpei; tov ge loidorh'sai qeouv"-ejcqra; sofiva, vv. 37-38).
Addio caro Diego Armando Maradona. Ti sia lieve il suol
gianni
commenti ricevuti sui social:
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Commenti: 39
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Commenti
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Perdonami ma rubo le tue parole
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Grazie Gianni per il tuo commento.
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Grazie a te Stefano, gianni
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Grazie a te. L'ho condiviso perché
va letto, e riletto con attenzione
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Sono un bene comune. Grazie
gianni
prego ,caro e insostituibile
maestro.
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o
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Come sempre non ti sfugge il reale e
ne trovi nella tua immensa cultura gli archetipi. Condivido se non ti dispiace.
Grazie
Grazie Adriana. non mi dispace: tutt'altro!
gianni
Hai usato parole molto belle per
ricordare un grande campione. Mi è dispiaciuto tanto, aveva la mia età.
Anche a me è dispiaciuto assai
gianni
Che parole stupende grazie infinite
Bellissimo Gianni !
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Sarebbero felicissimi i napoletani
se potessero leggere il tuo commento.buona serata Gianni
Grazie
gianni
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o
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L' attualita di Pindaro per il
grande Maradona! Che la terra gli sia lieve.
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Bravissimo Gianni Ghiselli
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Penso che il tuo è il coccodrillo
più dotto che sia stato scritto per Maradona… Un riscatto per Maradona!!
Maradona è contento!!
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Maradona mi è sempre piaciuto.
Saluti cari
gianni
Stupendo!
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Grazie
gianni
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o
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Un grande campione celebrato da un
grande uomo
Grazie
gianni
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Diego Armando Maradona ti amiamo,
non ti dimenticheremo mai,sei il cuore di tutto il mondo e di tutta la
Argentina
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Molto bene Gianni , soprattutto
perché non ami il calcio . È morto l'uomo con i suoi difetti , ma il
grandissimo artista che era in lui vivrà in eterno .
Modificato
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E' Era anche un grande uomo seppure
non pivo di debolezze. Saluti gianni
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o
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Le belle persone hanno difetti!
Grande Diego
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Grazie per la tua ode, la cui colta
grazia fa brillare l'anima di un genio fragile e per questo ancora più
prezioso.
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Grazie.
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Grazie a te.
Gianni
Molto molto bello.
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Grazie.
gianni
Hai ragione Gianni , il prezzo delle
sue debolezza l'ha pagato lui stesso per intero , verso gli altri si è mostrato
molto generoso e le simpatie per la parte socialista dell'America Latina me lo
ha fatto tenere in grande considerazione anche come uomo…
Altro...
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Anche io l'ho apprezzato pure come
uomo
Saluti
gianni
un tempo fu il più grande calciatore del Mondo, un artista magico e determinato, poi divenne un obeso drogato colluso con la mafia... ahinoi... "Gli Dei rendono pazzo colui che vogliono perdere". L'unico dio qui è il calcio, quasi tutti gli atleti di altri sport non vengono considerati e muoiono senza essere celebrati, pur essendo anch'essi semidei. la beatificazione di questo tra tanti avrebbe senso se li celebrassimo egualmente tutti, gli eroi e artisti dello sport.
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