Oggi, 22 novembre 2020 il professore
Matteo Bassetti, ospite della trasmissione televisiva di Lucia Annunziata, ha
detto: “se abbiamo dei dubbi non dobbiamo dirlo alla gente”. Polemizzava ex
remoto contro il suo collega Crisanti nominato un momento pima dalla
conduttrice. Intanto lasciava che questa pubblicizzasse un suo libro.
Un quesito dubitoso: quale valenza
può avere uno scrittore reticente sui popri dubbi?
Riferisco qui un breve
stralcio della mia metodologia con una serie di opinioni sul dubbio.
L’intero lavoro metodologico è
a disposizione sul mio blog, gratis per tutti. Dunque: non dovete comprarlo!
Il dubbio non va eliminato come
deleterio, anzi: "Togli il dubbio, il dubbio su me stesso, sulla mia
identità, sul mio sapere, e non mi resterà che il già fatto e il già
detto"[1].
Leopardi cita Cartesio a proposito
della necessità del dubbio: “Le verità contenute nel mio sistema non saranno
certo ricevute generalmente, perché gli uomini sono avvezzi a pensare
altrimenti, e al contrario, né si trovano molti che seguono il precetto di
Cartesio: l’amico della verità debbe una volta in sua vita dubitar di
tutto. Precetto fondamentale per li progressi dello spirito umano. Ma se le
verità ch’io stabilisco avranno la fortuna di essere ripetute, e gli animi vi
si avvezzeranno, esse saranno credute, non tanto perché sien vere, quanto per
l’assuefazione”[2].
“In molte pagine dello Zibaldone,
Leopardi mette in dubbio ogni sistema: anche quelli che ha più cari o che
posseggono più rilievo. “Il mio sistema” scriveva già nel settembre 1821
“introduce non solo uno Scetticismo ragionato e dimostrato, ma tale che,
secondo il mio sistema, la ragione umana per qualsivoglia processo possibile,
non potrà mai spogliarsi di questo scetticismo; anzi esso contiene il vero, e
si dimostra che la nostra ragione non può assolutamente trovare il vero se non
dubitando; ch’ella si allontana dal vero ogni volta che giudica con certezza; e
che non solo il dubbio giova a scoprire il vero (…) ma il vero consiste
essenzialmente nel dubbio, e chi dubita, sa, e sa il più che si possa sapere”[3].
“Lo sviluppo dell’intelligenza
generale richiede di legare il suo esercizio al dubbio[4], lievito di ogni attività
critica (…) Comporta anche quell’intelligenza che i Greci chiamano métis[5], “insieme di attitudini mentali (…)
che combinano l’intuizione, la sagacia, la previsione, l’elasticità mentale, la
capacità di cavarsela, l’attenzione vigile, il senso dell’opportunità. “Unico
punto pressochè certo nel naufragio (delle antiche certezze assolute): il punto
interrogativo”, ci dice il poeta Salah Stétié”[6].
C’è una poesia di B.
Brecht che costituisce un inno in lode del dubbio: “Sia lode al dubbio!...
Oh bello lo scuoter del capo/su verità incontestabili!/Oh il coraggioso medico
che cura/l’ammalato senza speranza! (...) Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai(…) Tu, tu che sei una guida, non dimenticare/che tale sei, perché
hai dubitato/delle guide! E dunque a chi è guidato/permetti il dubbio!”[7].
“I miei film non mirano ad avere un senso compiuto. Finiscono sempre con
una domanda.”[8]
La Lettera a un bambino
mai nato di Oriana Fallaci è dedicata “A chi non teme il dubbio,
a chi si chiede i perché enza stancarsi e a costo di soffrire di morire”.
Concludo questa parte tornando a
Leopardi: “Piccolissimo è quello spirito che non è capace o è difficile al
dubbio”[9].
Bologna 22 novembre 2020 ore 17, 20
giovanni ghiselli
p. s
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[1] M. Cacciari, "L'espresso", 6
gennaio 2005, p. 69.
[2] Zibaldone, 1720.
[3] P. Citati, Leopardi, p.
56.
[4] Montaigne che cita Dante: “Che, non
men che saver, dubbiar m’aggrata”, Divina Commedia, Inferno XI, v. 93.
[5] M.Detienne, J.-P. Vernant, Le
astuzie dell’intelligenza nell’antica Grecia, tr. It. Laterza, Roma-Bari
1984.
[6] E. Morin, La testa ben fatta,
pp. 16-17 e 55.
[7] B. Brecht (1898-1956), Lode
del dubbio.
[8] Pasolini, Tutte le
Opere, Saggi sulla politica e sulla società, p. 1319
[9] Zibaldone, 1392.
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