Empedocle di Agrigento e Sigmund Freud
L’atto terroristico perpetrato ieri Vienna, mi fa venire in mente, al pari di ogni crimine dei terroristi il prato dell’acciecamento descritto da Empedocle di Agrigento. Rappresenta l’età dove predomina l’odio.
Il filosofo diAgrigento ( all’incirca 480-420) afferma che fuoco, aria, acqua e terra sono le radici (rJizwvmata[1]) di tutto. L’Amore (filovth~) accorda tutto nell’unità dello Sfero, l’Odio con la contesa (nei`ko~) separa e smembra Le anime dei mortali una volta erano dèi che poi hanno seguito i passi della discordia e si sono insozzati con il sangue. Anche Empedocle è un fuga;~ qeovqen, esule per volere divino, poiché ha dato retta alla contesa. La Concordia viene chiamata pure Afrodite o Cipride, la divinità più diffusa del pantheon greco.
Una volta non c’erano le guerre e gli spargimenti di sangue. Era una specie di età dell’oro. Simile all’età del ferro di Esiodo, è invece quella piena di strage e di risentimento che si aggirano nel prato dell’Acciecamento ( {Ath~ ajn j leimw`na).
Un frammento del Poema fisico di Empedocle (Fr.7D.) ricorda una condizione di caos abissale[2] dominata dall’astio: allora vagavano teste senza collo (v. kovrsai ajnauvceneς, 1), nude braccia prive di spalle (gumnoi; dj ejplavzonto bracivoneς eu[nideς w[mwn, v. 2), e occhi indigenti delle fronti ( o[mmata penhteuvonta metwvpwn v. 3), membra solitarie, e ibridi mostruosi: bougenh' ajndrovprwra...ajndrofuh' bouvkrana , bovine razze dai volti umani, umane stirpi dai crani bovini ( vv.9 e 10).
Il rancore produce difformità e ibridi mostruosi. L’amore fornisce identità, accordando le parti con il vincolo dell’armonia. Le membra solitarie e disperse dell’età dell’astio trovano un’eco nelle Baccanti di Euripide, quando le Menadi furibonde fanno a pezzi il bestiame.
Il terrorismo invece fa a pezzi gli esseri umani.
Empedocle e Freud.
Di Empedocle si riconosce debitore Freud:" Empedocle di Acraga (Agrigento), nato all'incirca nel 495 a. C., si presenta come una figura tra le più eminenti e singolari della storia della civiltà greca (...) il filosofo, dunque, insegna che due sono i princìpi che governano ciò che accade nella vita dell'universo e nella vita della psiche, e che essi sono in perpetua lotta tra loro. Egli li chiama filiva (amore o amicizia), e nei'ko" (discordia o odio). Uno di questi poteri-che in sostanza sono per lui "forze motrici naturali, e niente affatto intelligenze con la consapevolezza di un fine"-tende ad agglomerare in unità le particelle originarie dei quattro elementi, mentre l'altro, al contrario, mira a far recedere queste mescolanze e a separare le une dalle altre le particelle originarie degli elementi (...) I due princìpi fondamentali di Empedocle-filiva e nei'ko"- sia per il nome, sia per la funzione che assolvono, sono la stessa cosa delle nostre due pulsioni originarie Eros e Distruzione , la prima delle quali tende ad agglomerare tutto ciò che esiste in unità sempre più vaste, mentre l'altra mira a dissolvere queste combinazioni e a distruggere le strutture cui esse hanno dato luogo"[3].
Bologna 3 novembre 2029, ore 9, 30 giovanni ghiselli
p. s.
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[1] Emepedocle individua quindi in quattro "sostanze", da lui indicate con il termine di "radici" (ριζώματα), primordiali, non nate (ἀγένητα)[ ed eternamente uguali (ἠνεκὲς αἰὲν ὁμοῖα), l'origine di ("divengono" γίγνεται) ogni cosa: fuoco (πῦρ), aria (αἰθήρ), terra (γαῖα), acqua (ὕδωρ)
[2] “E’ noto che nel linguaggio dei greci il chaos non significa affatto disordine, indeterminata mescolanza, confusione, quanto soprattutto incolmabile distanza, propriamente abisso” (Natoli, op. cit., p. 16). Natoli procende chiarendo che cavo~ è imparentato con cavskw, “ mi spalanco” e con il latino hio e hiatus, apertura.
Tuttavia nel baratro non manca il guazzabuglio.
[3] S. Freud, Analisi terminabile e interminabile , in Freud Opere volume 11, p. 527 e ss.
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