Le pene dei poveri vanno considerate attraverso il giusto metodo problematico che deve trovare la via per arrivare ad abolirle.
Le tribolazioni dei poveri vengono trattate, se va bene, in maniera pietistica ma non sono viste come un problema, un ostacolo da superare, a meno che suscitino il timore dei “disordini sociali”.
Poche sono invece le persone disgustate dal disordine etico e dallo squilibrio, dal vacillare dell’umanità intera in un mondo dove i poveri diventano sempre più poveri e numerosi, al contrario dei ricchi.
Tra queste persone morali vedo papa Francesco che i fautori della crescita abnorme di tale squilibrio considerano un Anticristo.
L’ho sentito definire con questo termine, che ne capovolge il valore, da più di uno dei suoi tanti detrattori.
Probabilmente costoro identificano con Satana proprio Gesù Cristo, nato povero, rimasto dalla parte dei poveri e morto povero.
La povertà è stata troppo spesso trattata come una situazione da deridere o da ignorare, o, tuttalpiù, da commiserare e aiutare con qualche elemosina. Invece deve essere abolita, come va abolito lo spreco del lusso. Anche i benpensanti ecologisti molto difficilmente denunciano le enormi sperequazioni che contribuiscono ad avvelenare il nostro bellissimo pianeta: se lo facessero, infatti, non riceverebbero tanta visibilità quanta ne ottengono con questa colpevole reticenza.
Bologna 15 novembre 2020, ore 19, 45 gianni ghiselli
p. s.
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