Dopo avere parlato,
l'immagine onirica del dio Mercurio tornò nell'oscuro e ribollente crogiolo
dell'inconscio, ovvero, con le parole di Virgilio: "sic fatus nocti se
immiscuit atrae " (v. 570), dopo avere detto così, si mescolò
alla notte oscura. Il sogno però non si era mascherato abbastanza bene, sicché
Enea si svegliò terrorizzato: "Tum vero Aeneas subitis exterritus
umbris/corripit e somno corpus sociosque fatigat " (vv. 571 - 572),
allora sì che Enea, spaventato dall'apparizione improvvisa, strappa il corpo
dal sonno e incalza i compagni. A questo punto è necessaria un'occhiata alla
teoria freudiana di cui è possibile avvalersi per interpretare la visione
onirica di Enea. Siegmund Freud
La follia metodica dei
sogni
Alcuni versi riferiti si
prestano all'interpretazione di Freud il quale sostiene che
"ogni sogno si rivela come una formazione psichica densa di significato"[1] e che nella follia onirica, come in
quella di Amleto, c'è un metodo. L'autore de L'interpretazione dei
sogni riconosce il suo debito alla letteratura classica:"Non diversa
era l'opinione degli antichi sulla dipendenza del contenuto onirico dalla
vita" (p. 20). Quindi cita, grosso modo, un episodio di Erodoto, , e, in
latino dei versi di Lucrezio:"Et quo quisque fere studio devinctus
adhaeret,/aut quibus in rebus multum sumus ante morati/atque in ea ratione fuit
contenta magis mens,/in somnis eadem plerumque videmur obire:/causidici causas
agere et componere leges,/induperatores pugnare ac proelia obire,/nautae
contractum cum ventis degere bellum,/nos agere hoc autem et naturam quaerere
rerum/semper et inventam patriis exponere chartis [2]", De rerum natura ,
IV, 962 - 970, e generalmente la passione cui ciascuno è strettamente legato, o
ciò su cui ci siamo molto intrattenuti prima, e in quel meditare si è più
contenuta la mente, nei sogni di solito ci sembra di incontrare i medesimi
pensieri: gli avvocati trattano cause e confrontano leggi, i generali combattono
e affrontano battaglie, i marinai continuano la guerra ingaggiata coi venti,
noi facciamo quest'opera, e indaghiamo la natura sempre, e, scopertala, la
esponiamo in carte latine.
Intanto vediamo
l'etimologia di somnium : la radice sopn - >somn
- deriva dall'indoeuropeo *supn - che ha dato come esito in
greco uJpn - da cui u{pno" .
Queste immagini
oniriche di Enea dunque secondo Lucrezio corrispondono ai suoi pensieri e
desideri diurni
Ma torniamo
all'inventore della psicoanalisi che utilizza molto i classici.
Spesso il sogno è
l'appagamento mascherato di un desiderio rimosso; in altre parole le idee
latenti nel presentarsi si mascherano, quindi, per conoscerle, bisogna cavar
loro la maschera. Allora dobbiamo tenere conto
della condensazione per cui "ogni situazione porta la traccia di
due o più reminiscenze della vita reale...non è neanche raro che il processo
del sogno si diverta a formare un'immagine composta con due idee contrastanti;
per esempio una giovane donna sogna di portare un ramo fiorito, quello
dell'angelo nei quadri dell'Annunciazione (simbolo d'innocenza; questa giovane
si chiama Maria). Soltanto, in questo caso, il ramoscello porta dei fiori
bianchi e carnosi simili alle camelie. (Il contrario dell'innocenza: la signora
dalle camelie)"[3].
La condensazione onirica
tra l'altro può spiegare gli ibridi mostruosi della mitologia e della
letteratura.
Poi, sempre per risalire
alla parte latente, e vera, si deve considerare lo spostamento
psichico o spostamento nel sogno:"tutto ciò che vi era di essenziale
nelle idee latenti è rappresentato nel sogno da particolari secondari"[4]. Per giunta le idee latenti si manifestano
travestite, attraverso immagini:"Tali idee non ci si presentano sotto la
forma verbale più riassuntiva possibile, con la quale noi abbiamo l'abitudine
di concretare i nostri pensieri, ma il più delle volte trovano un mezzo
simbolico per esprimersi, il mezzo di cui si serve il poeta che nella
sua opera fa uso di raffronti e di metafore" (p. 67). Il sogno infatti si
rappresenta "con una serie di immagini visive" (p. 68) le quali sono
alimentate dai ricordi che hanno lasciato maggiore impressione e "la cui
origine risale addirittura alla prima infanzia". Le idee latenti,
dicevamo, si camuffano perché la coscienza non le ammette, e i sogni, che
si formano con lo stesso procedimento dei sintomi nevrotici e dei lapsus,
"sono realizzazioni velate di desideri inibiti"(p. 102).
Subito dopo Freud
suddivide i sogni "dal punto di vista di realizzazione di
desideri...in tre categorie: in primo luogo sta il sogno che senza
camuffamenti rappresenta un desiderio non inibito. E' questo il sogno di tipo
infantile che diviene sempre meno frequente man mano che il fanciullo
cresce...In secondo luogo abbiamo il sogno camuffato che rappresenta un
desiderio inibito. La maggior parte dei nostri sogni è di questo tipo ed ecco
perché non possono venir compresi senza l'analisi...Infine viene il sogno che
esprime un desiderio inibito senza travestimento o con un travestimento molto
ridotto. Quest'ultimo sogno è sempre accompagnato da una sensazione di angoscia
che lo costringe all'interruzione" (p. 103).
Fine riquadro
Angoscioso è il sogno di
Enea il quale in ogni caso obbedisce subito a quell'ombra onirica, senza
nemmeno chiedersi da dove venga: se dal cielo, da se stesso, o
dall'inferno:"Sequimur te, sancte deorum, /quisquis es, imperioque iterum
paremus ovantes " (vv. 576 - 577), seguiamo te, santo tra gli
dèi, chiunque tu sia, e obbediamo di nuovo al tuo comando, festanti. La formula
liturgica sancte deorum , completata da quisquis es (v.
577) derivato dai tragici[5] e rivolto agli dèi, lascia spazio
all'unica interpretazione della provenienza divina dell'ordine cui dunque
bisogna obbedire.
Quanto al
participio ovantes , si può accostare a Georgiche I,
423 (ovantes gutture corvi, i corvi che festeggiano a squarciagola il
ritorno del sole) e inferirne che Didone era diventata noiosa, e che quindi
lasciare tale amante per Enea era una festa. Per quale altro motivo infatti
realisticamente e umanamente si lascia un'amante (e pure un amante)?
Omero senza tante
impalcature moralistiche e menzogne imperiali dice che Odisseo desiderava
lasciare Calipso, la quale lo trovò mentre piangeva, semplicemente poiché
questa femmina, umana o divina che fosse, non gli piaceva più :" e lo
trovò seduto sul lido: mai gli occhi/erano asciutti di lacrime, ma gli si
struggeva la dolce vita/mentre sospirava il ritorno, poiché non gli piaceva più
la ninfa" (Odissea , V, vv.151 - 153). E' una spiegazione più
reale e convincente. La storia virgiliana di Didone tuttavia, secondo Auerbach,
è più vicina al gusto moderno: "Nel grande evento mondiale egli intrecciò,
non sempre felicemente nei particolari, ma in complesso in modo indimenticabile
e costitutivo per l'Europa, il primo grande romanzo d'amore spirituale nella
forma fino ad oggi valida: Didone soffre un dolore più profondo che Calipso, e
la sua storia è l'unico brano di grande poesia sentimentale che il medioevo
abbia conosciuto"[6].
giovanni ghiselli
[1]L'interpretazione
dei sogni , p. 23.
[2] Gli ultimi tre versi non compaiono
nella citazione freudiana.
[3]Freud, Il
sogno e la sua interpretazione , pp. 45 e 53
[4]Freud, Il
sogno e la sua interpretazione ., p. 59
[5] Eschilo, Agamennone 160; Euripide, Troiane ,
885. Eracle 1263.
Sentiamo Ecuba
nelle Troiane di Euripide
O sostegno della terra e
che sulla terra hai sede,
chiunque mai tu sia - o{sti"
pot j ei\ suv - , difficile a conoscersi, 885
Zeus, sia necessità di
natura - ajnavgkh fuvsew" - , sia mente dei
mortali - nou`" brotw`n -
a te ho rivolto una
preghiera: infatti procedendo
per un cammino
silenzioso, tutte le cose mortali guidi secondo giustizia (vv. 884 - 888).
[6] E.
Auerbach, Studi su Dante, p.12.
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