PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIElisabetta Pozzi interpreta Medea al Teatro Greco di Siracusa
Sentite l’incipit della Medea di
Euripide recitato dalla nutrice di Medea
Cfr. Euripide, Medea, 1
- 15
Nutrice
Oh se lo scafo di Argo non fosse
passato a volo attraverso
le cupe Simplegadi fino alla terra
dei Colchi,
e nelle valli boscose del Pelio non
fosse caduto mai
il pino reciso, e non avesse
attrezzato di remi le mani
degli eroi eccellenti che andarono a
cercare il vello
tutto d'oro per Pelia. Infatti la
signora mia,
Medea, non avrebbe navigato verso le
torri della terra di Iolco
sconvolta nel cuore dal desiderio di
Giasone;
né, dopo avere convinto le figlie di
Pelia ad ammazzare
il padre, sarebbe venuta ad abitare
questa terra corinzia
con il marito e i figli, cercando di
riuscire gradita
ai cittadini dei quali giunse alla
terra in esilio
e, pur rimanendo se stessa, di
convenire in tutto a Giasone; 13
authv te,
pavnta xumfevrous j jIasoni
e questa appunto è la più grande
salvezza:
quando la donna non sia in disaccordo
con l'uomo. 15
La traduzione, come sempre, è
mia.
riferisco la mia traduzione con il
verso chiave di questo blog in grassetto: Medea non è riuscita nel suo intento
di evitare il disaccordo con Giasone e con i signori di Corinto dove si è
recata in esilio perché ha voluto rimanere se stessa.
Raccomando a tutti voi che mi
leggete e mi ascoltate di trovare, rispettare e potenziare l’identità, ciascuno
la propria. Perdere la propria identità e accettarne una gregaria, andare non
si dove si vuole personalmente andare ma dove si va, dove vanno i più come gli
animali del gregge significa rinunciare alla propria umanità.
Autorizzo questa mia conclusione
attraverso Seneca:"nulla res nos maioribus malis implicat quam quod ad
rumorem componimur " (De vita beata , 1, 3), nessuna
cosa ci avviluppa in mali maggiori del fatto di regolarci secondo il "si
dice".
Essere se stessi è difficile,
persino pericoloso, ma non diventare quello che si è significa non vivere la
propria vita, bensì quella degli altri: “Nihil ergo magis praestandum est
quam ne pecorum ritu sequamur antecedentium gregem, pergentes non quo eundum
est sed quo itur”[1], niente allora dobbiamo fare con cura
maggiore che evitare di seguire il gregge di coloro i quali ci stanno davanti,
alla alla maniera delle bestie, dirigendoci non dove dobbiamo andare ma dove si
va.
Bologna 2 novembre 2020 ore 18, 30.
giovanni ghiselli
p.s
La mia lettera aperta al governatore
Giovanni Toti messa sul blog meno di 24 ore fa ha ricevuto 206 approvazioni, 35
commenti e 20 condivisioni, mentre il destinatario non ha risposto.
Naturalmente questo non toglie niente al sale della mi critica, anzi lo rende
ancora più caustico.
p.p. s
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[1] Seneca, De vita beata, 1, 3.
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