Dedicato a Gigi Proietti uomo e artista dionisiaco. Ci mancherà
Il poeta è libero di variare rispetto all’usuale. Il linguaggio si scosta dall’ordinario quando usa espressioni peregrine:“xeniko;n de; levgw glw'ttan kai; metafora;n kai; ejpevktasin kai; pa'n to; para; to; kuvrion” (Aristotele, Poetica, 1458a, 22 ), con peregrino intendo la glossa, la metafora, allungamento e ogni forma contraria all’usuale. Glossa è la locuzione non comune, quella di cui non tutti fanno uso (1457b, 4).
Metafora è il trasferimento del nome da una cosa a un’altra: “metafora; dev ejstin ojnovmato~ ajllotrivou ejpiforav” (Poetica, 1457b, 7).
Si deve rendere il linguaggio estraneo al luogo comune-dei` poiei`n xevnhn th;n diavlekton, poiché gli uomini sono ammiratori di quello che è lontano-qaumastai; ga;r tw`n ajpovntwn eijsivn e il meraviglioso è anche piacevole , hjdu de; to; qaumastovn ejsti (Aristotele, Retorica 1404b).
Un'affermazione che trova più di un’eco nello Zibaldone di Leopardi dove leggiamo:"le parole lontano , antico , e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee vaste, e indefinite, e non determinabili e confuse"(1789). E, più avanti (4426):"il poetico, in un modo o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell'indefinito, nel vago".
La metafora possiede sia la chiarezza kai; to; safev", sia la piacevolezza kai; to; hjduv- sia qualche cosa di esotico kai; to; xenikovn- e richiede talento poiché non si può apprendere da altri (Retorica, 1405a).
La metafora può essere usata sia in senso peggiorativo sia migliorativo: alcuni chiamano gli attori dionisokovlaka" adulatori di Dioniso per screditarli, mentre loro invece chiamano se stessi tecnivta", artisti (Retorica, 1405a).
Bologna 3 novembre 2020, ore 11, 11 giovanni ghiselli
p. s.
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