Stazio, l’apostolo Matteo, T. S. Eliot
Il destino si rivela: fata patent homini (Stazio, Tebaide, VI, 935). Manda segni che gli uomini non capiscono perché non vi fanno attenzione e il messaggio va perduto
Sic omina casum- fecimus, et vires hausit Fortuna nocendi (936-937) così abbiamo fatto dei presagi il caso e la Fortuna ne ha tratto la forza di danneggiare.
" Generatio mala et adultera signum requirit, et signum non dabitur ei nisi signum Ionae prophetae " ( N. T. Matteo, 12, 39), la generazione malvagia e adultera reclama un segno, e non le sarà dato un segno se non quello di Giona profeta.
Così nel Gerontion di Eliot leggiamo:"Signs are taken for wonders. 'We would see a sign!'/The word within a word, unable to speak a word,/Swaddled with darkness. In the juvescence of the year/Came Christ the Tiger " (vv. 17-20), i segni sono presi per miracoli. 'Vogliamo vedere un segno!'/La parola dentro una parola, incapace di dire una parola,/fasciata di tenebre. Nella giovinezza dell'anno/ venne Cristo la tigre.
Ma gli uomini non lo riconobbero.
Perché ho notato questo? Perché il virus è un segno: è il correlativo patogeno dell’egoismo, dell’individualismo feroce in cui è caduta l’umanità: ci costringe a chiuderci in casa, a stare soli, ci impedisce del tutto quello cui eravamo già colpevolmete e infelicemente inclini. Non possiamo più parlare guardandoci in faccia, abbracciandoci, amandoci. Succedeva già da anni, Basta porre mente all’uso abnorme dei telefonini che dava ai più un piacere depravato. Ora siamo condannati e costretti tutti al “privato” estremo.
Bologna 15 gennaio 2021 ore 9 e 13 minuti. giovanni ghiselli
p. s.
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