A pagina 6 del quotidiano “la Repubblica” di oggi, 31 gennaio 2021, trovo un articolo fimato da Emanuele Lauria e intitolato “La polemica”. Questa si è svolta “Tra Zingaretti e De Gregorio - annuncia il titolo invero poco perspicuo - botta e risposta “idee elitarie”, “E’ giornalismo”.
Voglio, devo e posso prendere posizione.
Entriamo in medias res senza lungaggini per trarre luce dal fumo.
Cito il cronista: “Nicola Zingaretti ha scelto il mezzo più immediato, Facebook, per replicare al racconto di Concita De Gregorio, che su Repubblica lo ha descritto come un “ologramma , che sorride e svanisce”.
So bene di essere un pover’uomo, tuttavia “so leggere di greco e di latino-e scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù”[1].
Ho passato buona parte della mia vita sui libri ma non capisco l’espressione “ologramma , che sorride e svanisce”. Ologramma è formato da o{lo" tutto, tutto intero e gravmma, “lettera” come segno di scrittura e come missiva. Dunque l’espressione pretenziosa è vuota di senso appropriato.
Socrate nel Fedone avverte Critone che parlare male è una stonatura e fa male all’anima[2]. Aggiungo che leggere espressioni incomprensibili ingenera fastidio.
Zingaretti ha risposto generosamente alla esimia giornalista, rispamiandole l’addebito del nulla linguistico.
Quando è passata a parole non prive di senso Concita non si è peritata di ricorrere all’insulto: “L’Italia ebbe Berlinguer, oggi ha Zingaretti. Sono i tempi-ha scritto De Gregorio- che fanno i leader”
Leggiamo la risposta di Zingaretti: “Ho letto su Repubblica una pagina di Concita De Gregorio, purtroppo ho visto solo l’eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical chic che vuole sempre dare lezioni a tutti ma a noi ha lasciato macerie sulle quali stiamo ricostruendo”.
Concita non lascia macerie, queste no, perché di quanto scrive e dice, da un po’ di tempo, non rimane nulla.
Un tempo non era così. Allora mi piaceva. La invito a buttare via la penna del luogo comune tutt’altro che chic e a riprendere quella che usava una decina di anni fa.
giovanni ghiselli
[1] G. Carducci Davanti San Guido, 35 e 25-26.
[2] euj ga;r i[sqi (…) a[riste Krivtwn, to; mh; kalw'" levgein ouj movnon eij" aujto; tou'to plhmmelev", ajlla; kai; kakovn ti ejmpoiei' tai'" yucai'"" (115 e), sappi bene (…) ottimo Critone che il non parlare bene non è solo una stonatura in sé, ma mette anche del male nelle anime.
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