Inizio oggi,
12 gennaio 2021, a pubblicare parti dalla presentazione di Euripide che
completerò parlando nelle 12 ore del corso sulla tragedia alla Primo Levi di
Bologna.Carlo Brogi, Euripide
Vita e opere. Le maldicenze di Aristofane.
La nascita della tragedia di Nietzsche: Euripide
è il poeta del socratismo estetico. Lo spettatore sulla scena. Il mondo
antieroico delle tragedie di Euripide. La presunta misoginia del poeta.
Modernità delle sue donne. Il sapere non è sapienza. Il mito morente si
risolleva con Eschilo, ma poi riceve il colpo di grazia dal “sacrilego
Euripide” che apre la strada a tutti i beffardi Luciani dell’antichità.
La presunta collaborazione tra Euripide e Socrate. L’istinto
critico e rovesciato del maestro di Platone. Razionalità contro istinto.
L’anti-istinto è la formula della décadence.
In Medea e in Fedra tuttavia la passione prevale sulla ragione. Socrate e
Faust. Socrate, con la complicità di Euripide, annientò la tragedia e indusse
Platone al dialogo filosofico che avrà un seguito nella satira menippea e nel
romanzo. La poesia diviene ancilla della filosofia e
spariscono tanto l’apollineo quanto il dionisiaco. Apollineo e dionisiaco
secondo Nietzsche e secondo C. G. Jung. Ancora La nascita della
tragedia: la degradazione del coro, che può essere inteso soltanto
come causa della tragedia e del tragico in genere, comincia da
Sofocle.
Bruno Snell in La cultura greca e le origini del pensiero europeo difende
Euripide dalle critiche pressocché concordi della triade Aristofane, A. W.
Schlegel, Nietzsche. Euripide personaggio delle Rane precorre
l’estetica di Callimaco. La tragedia non è mai stata un’opera d’arte
esclusivamente religiosa e non ha mai bandito le forze della ragione. Neppure
Eschilo era irrazionalista. Il suo Oreste deve fare i conti con le Erinni e con
i propri rimorsi. Prometeo e Medea rivendicano dignità ai loro misfatti e si
riconoscono autori di decisioni proprie.
L’Oreste di Euripide non è troppo lontano dall’ Amleto di Shalespeare: ha
già visto un buco nel cielo di carta
(cfr. Il fu Mattia Pascal di Pirandello).
Euripide non critica la tradizione per l’infame
piacere di distruggere ogni grandezza, ma lo fa con intenzioni morali: cerca
purificare e nobilitare i miti, come già Pindaro. Un esempio: l’Eracle e
i biasimi del
figlio di Alcmena alle storie sulla gelosia di Era, che probabilmente sono
miserabili racconti di aedi.
Critiche alla forma artistica di Euripide da
parte di Schlegel e di Nietzsche.
Goethe: l’elite dei filologi ha
posposto Euripide a Eschilo e Sofocle seguendo l’esempio di “quel pagliaccio di
Aristofane”. La religiosità eretica di Euripide. L’Ippolito e
le Troiane.
Ancora sull’Eracle: le critiche di
Anfitrione a Zeus. Teseo è un personaggio positivo che conserva valori nobili e
antichi: la gratitudine e la fede nell’amicizia. I difetti attribuiti agli dèi
dovrebbero rendere gli uomini che hanno sbagliato meno rigorosi verso se
stessi.
Il figlio di Alcmena condivide i valori
forti dell’amico Teseo e non si uccide.
Euripide non è un dogmatico. E’ incline a
situazioni che grondano lacrime. Il pianto dà una strana consolazione (Troiane,
Elettra, Elena). La
poetica delle lacrime nella Medea. La fuga dai luoghi e dai tempi.
Smontature del potere. I giovani che muoiono ante diem.
L’incoerenza di Ifigenia (Ifigenia in Aulide) e la malvagità eccessiva
di Menelao (Oreste) biasimate da Aristotele nella Poetica. Aspetti propagandistici antispartani e
antipersiani. Il
tradizionalismo delle Baccanti. Euripide per certi versi apre la strada ai poeti dell’Ellenismo. Il culto
della bellezza. Il bello della giovinezza e l’orrore della vecchiaia. Euripide quale padre della commedia nuova.
Alcuni caratteri tipicamente negativi: gli indovini, l’odiosa pretaglia
delfica, gli Spartani e le Spartane. Il demagogo e il politicante alludono a
Cleone e Cleofonte. Il tipo della persona per bene: il lavoratore in proprio
dell’Oreste e il contadino dell’Elettra. Servi e padroni
possono scambiarsi i ruoli in qualche circostanza particolare, ma lo schiavo
rimane comunque sottomesso e disposto all’abnegazione in pro del suo signore.
Antifonte sofista va oltre Euripide nel riconoscere l’uguaglianza di tutti gli
uomini. Euripide non nega tutte le differenze tra Greci e non Greci: oltre l’Ifigenia
in Aulide, anche l’Elena e l’Ifigenia fra i Tauri contengono
considerazioni malevole sui non Elleni. Del resto Euripide sta dalla
parte degli oppressi. Le tragedie troiane (Andromaca, Ecuba, Troiane). Espressioni di Andromaca contro le donne.
Pessimismo e ottimismo pedagogico (Ecuba e Supplici).
Ecuba ricorda casi di violenza operata da donne,
poi la infligge a Polimestore e ai suoi figli.
Le virtù muliebri di Andromaca, la moglie perfetta.
I vizi di Elena: l’amante che è Afrodite, ma pure Nemesi. Il secondo stasimo
dell’Agamennone di Eschilo e il nomen-omen di
Elena. Paideia di Jaeger. Euripide quale poeta-vero o pesunto-
dell’illuminismo greco. I valori tradizionali minati dall’individualismo. La
distinzione tra cultura cittadina e forme di vita campagnola si accentua.
Nelle tragedie di Euripide, in particolare
nella Medea, il realismo borghese si scontra con la cultura
tradizionale, arcaica e ieratica (Pasolini). La commistione di tragedia e
commedia. La retorica. Rendere più forte il discorso più debole. La scena
giudiziaria delle Troiane. Elena si giustifica davanti a Menelao.
La replica di Ecuba secondo il metodo dei dissoi; lovgoi. Le contraddizioni
euripidèe. L’intonazione lirica della realtà. La poesia della montagna
nello Ione e nell’Ippolito. La crescente
attenzione per la natura prelude all’Ellenismo. La scelta delle semplici
credenze popolari rispetto alla spocchia intellettuale degli “uomini
straordinari”. La tuvch di Euripide e la fortuna di
Machiavelli. L’uomo greco di Pohlenz. L’ottimismo di Teseo
nelle Supplici. Secondo Pohlenz, Euripide non fu il poeta
dell’illuminismo greco, né fu indifferente ai problemi politici davanti ai
quali prese posizione restando sempre legato alla sua città, e cercando le
soluzioni all’interno dell’uomo.
giovanni ghiselli
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