NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 21 gennaio 2021

Euripide. 29

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Argomento

Espressioni di antifemminismo nell’Andromaca di Euripide

 

Torniamo all’Andromaca di Euripide.

Le accuse di Ermione alla vedova di Ettore sono generiche e razziste, dettate dall'umiliazione subita quando il marito (Neottolemo - Pirro, insomma il figlio di Achille) le ha preferito la troiana che risponde alla rivale con un'osservazione intelligente e morale: "Non è per i miei veleni che lo sposo ti odia, ma sei tu non adatta a vivere con lui. E' un filtro anche questo: non la bellezza, donna, ma le virtù rendono felici i mariti"(vv. 205 - 208).

 

Nell’Opera di Rossini - Tottola, Pirro apostrofa Ermione con queste parole: “Tigre d’Ircania! - Furia spietata!/Chi mai ti supera - In crudeltà?” ( Ermione, II, 6).

 

Andromaca conclude questo primo episodio della tragedia scagliando un anatema contro tutte le donne immorali, o contro tutte le donne esclusa se stessa, se vogliamo dare credito alla nomea di antifemminismo del suo creatore: "E' terribile che uno degli dèi abbia concesso rimedi ai mortali anche contro i morsi dei serpenti velenosi, mentre per ciò che va oltre la vipera e il fuoco, per la donna, nessuno ha trovato ancora dei rimedi se è cattiva: così grande male siamo noi per gli uomini (tosou'tovn ejsmen ajnqrwvpoi" kakovn)", Andromaca, vv. 269 - 273.

 

Un antifemminismo certamente professato da Andromaca nel secondo episodio: "non bisogna preparare grandi mali per piccole cose né, se noi donne siamo un male pernicioso (eij gunai'ke;" ejsmen ajthro;n[1] kakovn), gli uomini devono assimilarsi alla nostra natura"(vv. 352 - 354).

 

Questa tragedia sottolinea anche un'altra caratteristica della mentalità femminile: la convinzione che l'amore sia tutto nella vita[2]: quando Andromaca domanda a Ermione: "dunque tu non vuoi soffrire in silenzio per Cipride?", la ragazza risponde: "e perché? Questa per le donne non è assolutamente la prima cosa?" (vv. 240 - 241). 

Menelao cerca di aiutare la figlia a non perdere il marito per la stessa ragione: "Io sto dalla parte di mia figlia, alleato della figlia, e faccio la guerra con lei: infatti giudico grave questo: che sia privata del letto (levcou" [3] stevresqai). Gli altri dolori che una donna può soffrire sono secondari, ma quella che fallisce con lo sposi, fallisce nella vita - ajndro;" d j ajmatavnous j ajmatavnei bivou" (vv.370 - 373). 

Più avanti la stessa Ermione denuncia la cattiva influenza delle donne sulle donne: "Mi hanno rovinata le visite delle donne cattive" (v. 930). Queste la mettevano su contro Andromaca, sicché la ragazza fu trascinata da un vento di follia ascoltando “i discorsi di queste Sirene [4] astute, maligne, variopinte, chiacchierone" (v. 937).

 

giovanni ghiselli

 

 



[1] All'interno del percorso vedremo che Ippolito sdegnato con la matrigna, è talmente disgustato e terrorizzato dalle donne da definirle ingannevole male per gli uomini ("kivbdhlon ajnqrwvpoi" kakovn", v. 616), male grande ("kako;n mevga", v. 627), e frutto dell'ate ("ajthrovn... futovn", v. 630) ossia dell'acciecamento.

[2] "La donna ama credere che l'amore possa tutto - ed è questa la sua caratteristica superstizione " F. Nietzsche, Di là dal bene e dal male , che cos’è aristocratico? 269.

[3] Vedremo che nell'Alcesti e nella Medea il letto è il mobile più importante della casa.

[4] Vengono ricordate nell'aria cantata dal Figaro di Mozart - Da Ponte nell'ottava scena del quarto atto: "Aprite un po' quegli occh/ uomini incauti e sciocchi,/ guardate queste femmine,/ guardate cosa son. //Queste chiamate Dèe/ dagli ingannati sensi,/ a cui tributa incensi/ la debole ragion,/ son streghe che incantano/ per farci penar, /Sirene che cantano/ per farci affogar" ( Le nozze di Figaro del 1786).

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