giovedì 14 gennaio 2021

Euripide. 8

PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUI


Argomenti

Il mito decade quando viene storicizzato o attualizzato. La ragione non deve soffocare l’istinto. Nietzsche e Leopardi

 

 Il mito era già stato messo in discussione dalla “pretesa della religione alla fondatezza storica”. Poi con la tragedia, quella di Eschilo, esso si risollevò: “Questo mito morente fu afferrato allora dal rinato genio della musica dionisiaca; e in mano sua esso fiorì ancora una volta, con colori quali non aveva mai mostrati, con un profumo che suscitava uno struggente presentimento di un mondo metafisico”[1].

Ma poi giunse Euripide a dargli il colpo di grazia che aprì la strada a tutti “i beffardi Luciani” dell’antichità: “Che cosa volevi, empio Euripide, quando cercasti di costringere ancora una volta questo morente a servirti? Morì tra le tue braccia violente, e allora sentisti il bisogno di un mito imitato, mascherato, che come la scimmia di Ercole sapeva oramai soltanto adornarsi con l’antica pompa. E come per te moriva il mito, moriva per te anche il genio della musica: per quanto tu saccheggiassi con avide mani tutti i giardini della musica, anche così giungesti solo a una musica imitata e mascherata. E poiché avevi abbandonato Dioniso, anche Apollo abbandonò te”[2].

Nietzsche ravvisa una connessione tra Euripide e Socrate, una collaborazione cui già alludevano gli antichi : “Che Socrate avesse uno stretto legame di tendenza con Euripide, non sfuggì nell’antichità in quel tempo; e l’espressione più eloquente di questo fiuto felice è quella leggenda circolante ad Atene, secondo cui Socrate aiutava Euripide a poetare”[3]. Diogene Laerzio[4] riporta questa credenza diffusa per la quale Socrate avrebbe collaborato con Euripide nella composizione delle tragedie. L’autore delle Vite dei filosofi cita alcuni autori, tra i quali Aristofane delle Nuvole prime (fr. 376 Kock) che denunziano questo fatto[5]

 

Socrate è visto da Nietzsche come il nemico dell’istinto, o come un individuo dall’istinto rovesciato: “Mentre in tutti gli uomini produttivi l’istinto è proprio la forza creativa e affermativa, e la coscienza si comporta in maniera critica e dissuadente, in Socrate l’istinto si trasforma in un critico, la coscienza in una creatrice - una vera mostruosità per defectum! Più precisamente noi scorgiamo qui un mostruoso defectus di ogni disposizione mistica, sicché Socrate sarebbe da definire come l’individuo specificamente non mistico, in cui la natura logica, per una superfetazione, è sviluppata in modo tanto eccessivo quanto lo è quella sapienza istintiva nel mistico”[6]. Quest’idea non verrà rinnegata più avanti da Nietzsche come altri aspetti[7] di questo scritto giovanile.

 In Ecce homo[8] il filosofo ne rivendica le due “ innovazioni decisive: intanto la comprensione del fenomeno dionisiaco fra i Greci - il libro ne dà la prima psicologia, vedendo in esso la radice una di tutta l’arte greca. L’altra è la comprensione del socratismo: Socrate come strumento della disgregazione greca, riconosciuto per la prima volta come tipico décadent. “Razionalità” contro istinto. La “razionalità” a ogni costo come violenza pericolosa che mina la vita!”[9].

 

Altrettanto Leopardi: “Dicasi quel che si vuole. Non si può esser grandi se non pensando e operando contro ragione, e in quanto si pensa e opera contro ragione, e avendo la forza di vincere la propria riflessione, o di lasciarla superare dall’entusiasmo, che sempre e in qualunque caso in essa trova un ostacolo, e un nemico mortale, e una virtù estinguitrice e raffeddratrice. (22 agosto 1822). ” (Zibaldone, 2610).

E più avanti : “La ragione ( …) rende impotente colui che l’usa (…) ella rende piccoli e vili e da nulla tutti gli oggetti sopra i quali ella si esercita, annulla il grande, il bello, e per così dir la stessa esistenza, è vera madre e cagione del nulla, e le cose tanto più impiccoliscono quanto ella cresce” (2942).

 

Bologna 14 gennaio 2021

giovanni ghiselli



[1] La nascita della tragedia , capitolo 10.

[2]La nascita della tragedia , capitolo 10.

[3] La nascita della tragedia , capitolo 13

[4] Autore delle Vite dei filosofi, comunemente datate verso la metà del III secolo d. C.

[5] Vite dei filosofi, II, 5, 18.

[6] La nascita della tragedia , capitolo 13.

[7] Hegeliani e schopenhaueriani

[8] Del 1888.

[9] F. Nietzsche, Ecce homo, la nascita della tragedia, 1

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLX. L’ospedale di Debrecen. Il delicato corteggiamento del vecchio dentista.

  Nei giorni seguenti, intorno al ferragosto,   vissi alcune ore di buona speranza: una serie intermittente di minuti nei quali immagi...