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mercoledì 20 gennaio 2021

Euripide. 27

barbari
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Greci e barbari in Euripide

 

Certo è che Euripide non arriva a negare tutte le differenze tra Greci e non Greci. Nelle ultime tragedie anzi l'atteggiamento è del tutto contrario ai barbari, probabilmente per criticare l'alleanza degli Spartani con i Persiani: oltre l'Ifigenia in Aulide già ricordata a questo proposito, anche l'Elena mette in cattiva luce i non Greci rappresentando Teoclimeno, re d’Egitto, come un personaggio negativo; e l'Ifigenia fra i Tauri[1], con parole della stessa figlia di Agamennone condanna tutta la razza dei Tauri[2] per la pratica dei sacrifici umani, mentre assolve gli dèi dall’accusa di avere gustato le carni di Pelope, come aveva già fatto Pindaro nell’Olimpica I: "io credo che questi indigeni, essendo loro degli omicidi, attribuiscano la propria depravazione alla dea; infatti nessun male può essere proprio della divinità" (vv.389 - 391).

 

Euripide comunque parteggia per gli oppressi, sicché nelle tragedie "troiane"(Andromaca, Ecuba, Troiane ) , un poco per il fatto che questi drammi rappresentano la pena di donne vinte, un poco perché anche nell'anno della più recente[3] non esisteva l'intesa tra Spartani e Persiani, le umane e vessatissime barbare possono dare prova di superiorità morale sulle Greche, e particolarmente, è ovvio, sulle Lacedemoni.

Nelle Troiane Andromaca accusa i Greci che hanno deciso di ucciderle il figlio il quale cerca rifugio neosso;~ wJseiv, come un uccellino, sotto le ali della madre (v. 751).

I veri barbari e autori di barbarie sono i Greci nell’accusa della madre dolorosa: “w\ bavrbar j ejxeurovnte~ [Ellhne~ kakav - tiv tonde pai`da kteivnet j oujde;n ai[tion;” (vv. 764 - 765), o Greci che avete escogitato barbari orrori, perché ammazzate questo bambino che non è colpevole di nulla? 

 

Nella tragedia Andromaca invece la vedova di Ettore viene rimproverata dalla rivale Ermione in questi termini: "Disgraziata, sei giunta a tal punto di pazzia tu che trovi il coraggio di dormire con il figlio di un padre che ammazzò il tuo sposo e di generare figli dal suo assassino" (vv. 170 - 173); un comportamento sessuale disinvolto secondo Ermione, e assimilato in un unico biasimo all'endogamia e alla crudeltà barbarica: "tale infatti è la razza dei barbari: il padre si unisce con la figlia e il figlio con la madre, la sorella con il fratello, i più stretti parenti sguazzano nella strage, senza che la legge impedisca alcuno di questi misfatti" (vv. 173 - 176).

Nell’ Elena, nell’ Ifigenia fra i Tauri, e nell’Ifigenia in Aulide i barbari torneranno a essere i non Greci per il fatto che dal 412 fu stipulata una xummaciva tra il re dei Persiani e gli Spartani contro Atene (cfr. Tucidide, VIII, 18).

 

Nel libretto di Andrea Leone Tottola, musicato da Gioacchino Rossini, Ermione inveisce contro la rivale, di cui è innamorato Pirro, gridando: “Ed osa tanto/Un avanzo di Troia?” (Ermione, I, 4).

 

giovanni ghiselli



[1] Del 414.

[2] Collocata nell'attuale Crimea.

[3] Le Troiane del 415.

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