mercoledì 27 gennaio 2021

Plutarco in Shakespeare. 4

Lawrence Alma-Tadema, Marco Antonio e Cleopatra
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Antonio epigono di Dioniso e di Eracle. Antonio era robusto, colorito, amava le donne, il teatro, la musica  e questo fatto rassicurava Cesare che invece sospettava e diffidava del magro e smunto CassioIl trionfo d’amore sul fiume Cidno.

 

Nella Vita di Antonio Plutarco cita due versi di Sofocle: il quardo  dell’Edipo re:  "la città è piena tanto del fumo dei sacrifici,/quanto di preghiere, quanto di gemiti” (il quarto leggermente modificato e il quinto senza ritocchi)  per significare la dissolutezza pestifera di Antonio: quando il triumviro si recò in Oriente, l’Asia intera, come quella famosa città di Sofocle (Tebe) era piena di fumi di incenso, e insieme di peani e di gemiti (Vita, 24, 3).

Subito dopo Plutarco racconta che Antonio entrò in Efeso preceduto da donne vestite come le Baccanti e da uomini e fanciulli abbigliati da Satiri e da Pan; la città era piena di edera, tirsi, zampogne e flauti e la gente acclamava Antonio come Dioniso che dà gioia e amabile. Per alcuni sarà stato tale, ma per i più era j Wmhsth;~ kai;  jAgriwvnio~ (24, 4-5), Dioniso Crudivoro e Selvaggio. 

 

Quando Cleopatra si recò da lui risalendo il fiume Cidno, con teatralità ancora più vistosa, si diffuse dappertutto la voce che Afrodite con il suo corteo andava da Dioniso per il bene dell’Asia (wJ~ hJ jAfrodivth kwmavzoi pro;~ to;n Diovnuson ejp j ajgaqw`/ th`~  jAsiva~, 26, 5).

Quindi Plutarco racconta alcune buffonate che i due amanti compivano divertendo gli Alessandrini i quali dicevano che Antonio con i

Romani usava la maschera tragica e con loro quella comica ( levgonte~ wJ~ tw`/ tragikw`/ pro;~ tou;~  JRomaivou~ crh`tai proswvpw/, tw`/ de; kwmikw/` pro;~ aujtouv~,  29, 4).

 

Plutarco fa notare anche un’ analogia tra Eracle e Antonio: come Eracle fu schiavizzato da Onfale, la regina di Lidia che gli tolse la clava e la pelle leonina- to; rJovpalon kai; th;n leonth'n (Vita, 90, 3), così Cleopatra ammaliò, disarmò Antonio e lo persuase a rimanere ozioso divertendosi con lei sulle spiagge di Canòpo.

Antonio era molto robusto e Cesare proprio per questo non lo temeva.

 

Cesare dice ad Antonio: “Let me have men about me that are fat/sleek-headed men, and such as sleep a-nights. - Yond Cassius - has a lean and hungry look;/he thinks too much; such men are dangerous”, grassi con la testa curata e che dormano la notte (  Shakespeare, Giulio Cesare,  I, 2, 191-194), quel Cassio ha l’aria dello snello affamato; pensa troppo; uomini del genere sono pericolosi.

Quindi   Cesare aggiunge: Would he were fatter (I, 2), vorrei che fosse più grasso. Legge molto, è un grande osservatore, sa scrutare. Non lo temo ma se il mio animo fosse soggetto al timore, non conosco uomo che eviterei più prontamente di quell’asciutto Cassio as that spǎre Cassius. Tra l’altro he loves no plays, as tou dost, Antony; he hears no music (Giulio Cesare, I, 2, 202-203), non ama il teatro come te, Antonio, non ascolta musica.

 

Sentiamo Plutarco.

Cesare sospettava di lui. Una volta disse agli amici: “ tiv faivnetai boulovmenoς uJmi'n Kassioς ; ejmoi; me;n ga;r ouj livan ajrevskei, livan wjcro;ς w[n” (Vita di Cesare, 62, 10), che cosa vi sembra che Cassio mediti? A me infatti non piace troppo, è troppo pallido.

Un’altra  volta che sentì accusare di sedizione Antonio e Dolabella, Cesare disse: “ouj pavnu touvtouς devdoika tou;ς pacei'ς kai; komhvtaς, ma'llon de; tou;ς  wjcrou;ς kai; leptou;ς ejkeivnouς”, Kavssion levgwn kai; Brou'ton (62, 10), non ho paura di questi che sono grassi e con i capelli curati, ma piuttosto di quelli pallidi e magri, intendendo Bruto e Cassio.

Lo stesso concetto, con parole non tanto diverse scrive Plutarco nella Vita di Bruto (8, 2): kai; prw'ton me;n  j Antwnivou kai; Dolobevlla legomevnwn newterivzein, oujk e[fh pacei'"  kai; komhvta" ejnoclei'n aujto;n ajlla; tou;" wjcrou;" kai; ijscnouv" , di Antonio e Dolabella si diceva che complottavano, e Cesare disse subito che non lo turbavano gli uomini grassi e capelluti ma quelli pallidi e snelli.

 

La Cleopatra di Shakespeare nel rimpiangere Antonio ne ricorda la grandezza, la generosità la forza e la gioia di vivere: le sue gambe cavalcavano l’Oceano, il suo braccio alzato era il cimiero del mondo, la sua voce era armoniosa come tutte le intonate sfere, ma se voleva dominare e scuotere il mondo, era simile al tuono che rimbomba. Quanto alla sua generosità non c’era inverno in essa (…) le sue gioie erano come delfini; esse mostravano la schiena al di sopra dell’elemento in cui vivevano, (V, 2, 82-90).

Cleopatra decide di ricongiungersi all’amante morto e chiede a Charmian di adornarla dalla regina che è: “I am again for Cydnus-to meet Mark Antony” (V, 2,  227-228), sono di nuovo sul Cidno per incontrare Marco Antonio.

 

Allora torniamo al  trionfo dell’amore sul fiume Cidno.

Plutarco Vita di Antonio (26),

Cleopatra risaliva il fiume: “ejn porqmeivw/ crusopruvmnw, tw'n me;n iJstivwn  aJlourgw'n ejjkpepetasmevnwn, th'ς d’ eijresivaς ajrgurai'ς kwvpaiς ajnaferomevnhς  pro;ς aujlo;n a{ma suvrigxi kai; kuqavraiς sunhrmosmevnon, in un battello dalla poppa dorata, con le vele purpuree spiegate, con il remeggio di remi d’argento condotto a suono del flauto insieme con zampogne e cetre

 

Nell’Antonio e Cleopatra di Shakespeare , la regina d’Egitto risaliva il fiume Cidno in un battello simile a un trono che risplendendo scintillava sull’acqua, la poppa era di oro battuto,  le vele di porpora e così profumate che i venti languivano d’amore per esse, i remi erano d’argento e mantenevano i colpi al ritmo del flauto.

 the poop was beaten gold purple the sails ()  the oars were silver  which to the tune of flutes kept stroke, (II, 2, 196-200).

 

giovanni ghiselli

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