mercoledì 27 gennaio 2021

Il mio contributo al giorno della Memoria

io
Va bene ricordare gli orrori perché non si ripetano. Ma non uno solo. Si farebbe maggiore onore anche agli Ebrei trucidati rammentando pure le centinaia e centinaia di massacri perpetrati dopo il 1945. Milioni di morti per bombe, fame, denutrizione freddo, mancanza di cure, condanne a morte, assassinii legali  inflitti dai governi e dai tribunali. In tutto il pianeta.

Un ebreo giusto come Moni Ovadia ha già detto questo. Io lo ripeto da tanto tempo e lo farò ancora.

Sono certo che i morti di sterminio nei campi nazisti mi approvano quando dico e scrivo che bisognerebbe ricordare anche le vittime innocenti di altre religioni. I massacri del generale fellone Pinochet per esempio sono atti di pietas?  Lasciare annegare i migranti lo è?

Ripetuto questo, oggi voglio aggiungere che il giorno della memoria dovrebbe ricordare anche le cose belle e buone della storia.

Utilizzando per ora soltanto quella degli ultimi 55 anni, io ricordo con gioia il costume della solidarietà tra gli umani che vigeva in Italia e in Europa tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta.

Allora aiutarsi tra noi giovani era di moda, usando una parola brutta.

Ma quella moda era bella ed era sentita da molti. Allora l’egoismo, l’individualismo, l’impoliticità con la chiusura nel  privato erano considerati costumi da persone ignoranti e cattive . Allora si poteva fare l’autostop per tornare a casa e arrivati era possibile offrire ospitalità a chi ne aveva bisogno, senza paura.

Questo aiuto reciproco della mia generazione in quegli anni, questa simpatia degli umani tra loro, favoriva l’amore, l’amicizia, la cultura e la felicità. Tale atmosfera morale ha spaventato il potere che ha ricominciato con le bombe, il razzismo, i campi di concentramento. Perché tutti tali orrori finiscano dunque, ricordiamoli tutti, non uno solo, e non dimentichiamo i pochi anni dell’età aurea passati da noi nati alla fine della guerra.

 Ho il profilo che solitamente viene attribuito agli Ebrei e mi piace.

La mia migliore amica di questi ultimi quindici anni è Ebrea, eppure un mascalzone razzista mi diede dell’antisemita per avermi sentito dire quanto ora ho scritto. Quando si punta il dito su un solo popolo, fosse pure quello italiano, per condannarlo o compatirlo o celebrarlo, si fa del razzismo.

Noi tutti apparteniamo alla razza umana che è l’unica della specie umana.

 

Bologna 27 gennaio 2021.  giovanni ghiselli  

 

p. s

spero che questo mio scritto venga approvato e condiviso da molti

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