lunedì 18 gennaio 2021

La serietà e il carnevale sinistro delle vanità

Sento dire da un caro amico, ex allievo mio, ora ottimo insegnante di greco e latino in un liceo di Bologna, che la maggior parte degli studenti è favorevole alla didattica a distanza. Eppure i media danno maggiore spazio alla minoranza che manifesta per tornare a scuola contenta di mttersi in mostra. Perché le televisioni indulgono a questi giovani se  rappresentano molto meno della metà degli studenti?

Questo mi ricorda quanto avvenne nel ’68. Si creano le mode per incentivare il consumismo. Le riaperture delle scuole preludono ad altre.

La libertà giustamente invocata viene poi indirizzata e spinta sulla libertà di comprare. Se nessuno può chiuderci in casa, nessuno deve quindi dirci di non ubriacarci, drogarci, sprecare. Sprecare anche la vita. Non rinnego il ’68 bensì la degenerazione della libertà in licenza guidata dal potere forte del mercato. Ricordo che quando rifiutavo uno spinello, io che non ho mai fumato nemmeno una sigaretta di tabacco, dovevo poi giustificarmi dall’accusa di essere un mezzo fascista, contrario alla libertà.

Ora sostengo la chiusura ad maiora mala vitanda. Credo che la riapertura odierna delle scuole alzerà i contagi. Spero di sbagliarmi ma temo di no.

Sostengo dunque i giovani che sono contrari alle riaperture poiché dalla scuola hanno imparato il primo di tutti i valori: il rispetto della vita, la popria e quella degli altri, di tutti gli altri a partire dagli ultimi.

Questo mi ha insegnato il meglio del movimento del ’68, e mi hanno confermato i miei classici. Ora lo ribadisce Bergoglio ma i media, con un gioco di specchi, danno grande spazio agli adolescenti minoritari, imconsapevoli e funzionali agli interessi grossi, e nello stesso tempo, con la medesima logica, trascurano il Papa.

 

giovanni ghiselli

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