lunedì 1 agosto 2022

Edipo re di Sofocle. Conclusione: quarta parte


 

Versi 1432-1445.

Edipo si rivolge a Creonte riconoscendo di avere sbagliato e di avergli fatto torto. Quindi si sottomette a lui che gli risponde con freddo disprezzo. Il cieco gli chiede solo di gettarlo fuori dalla regione, ma il nuovo tiranno obietta che  prima vuole consultare la volontà  del dio. Il figlio di Laio replica che il responso c'è: prescrive di annientare il parricida incestuoso, lui stesso. Il cognato allora ribatte che vuole essere sicuro del proposito divino, e in ogni modo sarebbe bene che Edipo  si mettesse in testa di ascoltare la voce degli oracoli.

Edipo

vv.1432-1434:"Per gli dei, poiché mi hai strappato dalla mia attesa,

essendo venuto, tu ottimo, da me, pessimo uomo,

dammi retta in una cosa: nel tuo interesse infatti, non nel mio parlerò".

kavkiston..ejmev: dopo avere peccato di superbia ed essere precipitato dai  fastigi eccelsi dove era salito inutilmente(cfr.v. 876 e sgg.), Edipo si umilia davanti a quel Creonte che aveva avversato e infamato con ogni mezzo. Tutto quanto aveva detto contro di lui e in favore di se stesso, si ribalta, come se il cieco vedesse il mondo rovesciato rispetto a quando lo guardava con gli occhi.

 

Creonte

v. 1435. :"E quale vantaggio mi chiedi così insistentemente di ottenere?"- A Creonte si rizzano le orecchie dell'uomo spietato e volto all'utile comunque esso sia. Egli proietta il proprio carattere su Edipo esautorato, malconcio e oramai uscito dalla logica dell'utile, del profitto.

Nell'Antigone, Tiresia rinfaccia a Creonte che "la razza dei tiranni ama i turpi guadagni"(v.1056). I quali del resto uccidono il sonno, ejpivkouron novsou, che aiuta contro le malattie, soprattutto quelle mentali (cfr. Oreste  di Euripide,v.211). 

A questo proposito è interessante il monito di Johann Buddenbrook il vecchio capostipite della famiglia:"Figlio mio, dedicati con ardore agli affari durante il giorno, ma combina soltanto quelli che ti consentono di dormire tranquillamente la notte"(Thomas Mann, I Buddenbrook, p.35).

 

Edipo

vv. 1436-1437:"Gettatemi via da questa terra, al più presto, dove

non sarò visto ricevere la parola di alcuno dei mortali".-rJi'yo;n me: Edipo chiede di essere gettato via, come spazzatura, in un luogo dove non possa ricevere parola, né essere visto da alcuno.-proshvgoro": ha valore passivo, come nel Filottete, v.1353, dove l'eroe piagato, vergognoso di se stesso, vuole parimenti sparire dalla luce.

 

Creonte

vv.1438-1439:"Avrei fatto questo, sì, sappilo bene, se prima di tutto/

non volessi sapere dal dio che cosa bisogna fare".-

 tou' qeou': Creonte deve consultare il dio perché ha visto che è il più forte e che bisogna obbedire alle sue prescrizioni; eppure nelle parole del nuovo tiranno non si sente l'adesione ad una volontà superiore che suggerisce la misericordia per i caduti in quanto i mortali, vincitori e vinti, sono tutti creature effimere.

Confronta viceversa la saggezza di Odisseo nell'Aiace :"oJrw' ga;r hJma'" oujde;n o[nta" a[llo plh;n-ei[dwl&, oJvsoiper zw'men, hj; kouvfhn skiavn", vedo infatti che noi, quanti viviamo, non siamo nient'altro che immagini, o muta ombra(vv.125-126).

1439-praktevon: aggettivo verbale di prassw, corrispondente al gerundivo latino.

Per quanto riguarda la freddezza burocratica e il carattere autoritario di Creonte, si può fare un confronto con quello che vede e pensa Anna Karenina  sul conto del marito, un alto impiegato ministeriale:"Lo vide avvicinarsi alla tribuna, ora rispondendo con indulgenza agli inchini adulatòri, ora salutando amichevolmente, distrattamente gli eguali, ora aspettando con desiderio lo sguardo dei potenti del mondo...Lei conosceva tutti questi modi e le erano tutti odiosi.-Unicamente ambizione, unicamente desiderio di riuscire:ecco tutto quello che c'è nella sua anima-pensava-, mentre i ragionamenti elevati, l'amore per la cultura, la religione, tutto questo non è che uno strumento per riuscire"(pp.210-211).

Viene in mente anche il rapporto di Effi Briest con il marito nel romanzo di Theodor Fontane e nel film del compianto Fassbinder.

 

Edipo

vv. 1440-1441."Ma la voce di quello si è manifestata per intero:

il parricida, l'empio, me, distruggerlo".

-favti": è la voce di Zeus che all'inizio della Parodo era invocata come aJduepev" (v.151).Edipo si prende la responsabilità di tutti i delitti e si sobbarca a tutti i castighi, scegliendo per sé la pena più grave tra le due indicate da Creonte al ritorno da Delfi (vv.100-101).

 

Creonte

vv.1442-1443.:"Così furono dette queste parole; comunque nella congiuntura/

dove ci troviamo, è meglio sapere bene che cosa bisogna fare".--1443drastevon: aggettivo verbale di dravw. Cfr.tiv praktevon al v.1439. La ripetizione ravvicinata dell'aggettivo verbale che esprime l'idea del dovere è un segno del carattere autoritario di Creonte il quale del resto nell'assentire alla distruzione di Edipo obbedisce pure a un risentimento personale.

 

Edipo

v.1444.:"Così dunque consulterete l'oracolo per un uomo disgraziato?"-a[r j(a): è conclusivo e vuole significare che non vale più la pena di fare qualsiasi cosa per uno  così malridotto.

 

Creonte

v. 1445:"Sì, infatti anche tu questa volta potresti prestare fede al dio".-ta[n=toi a[n con l'ottativo è la maschera dell'urbanità sovrapposta all'anima malvagia . Creonte finge di non capire per infliggere un altro colpo a un uomo che è già caduto e steso a terra.

Pesaro primo agosto 2022 ore 18, 36.

p. s.

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