NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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venerdì 3 dicembre 2021

Quintessenze delle tragedie. Prima parte

Per la conferenza da tenere a Rovigo il 9 dicembre 2021 ore 18

Prima parte

 

 Che cosa è quintessenziale  nella tragedia in generale, e in quelle di ciascun autore.

 

Tragedia in generale

 

L’essere umano come “inquietante” cfr. lo squillo iniziale del I Stasimo dell’Antigone polla; ta; deinav, v. 332.

Cfr. Heidegger Introduzione alla Metafisica. Ne parleremo a lungo se ci fermeremo sull’antigone.

Dell’uomo inquietante e inquieto, dell’uomo come problema abbiamo parlato la volta scorsa.

 

L’inquietante, perfino lo spaventoso può essere positivo, addirittura necessario.

Nel  secondo stasimo  (vv. 490-565) delle Eumenidi di Eschilo le fosche previsioni delle Erinni sostengono che il terrore delle pene, umane e divine, talora è salutare:"a volte il terrore (to; deinovn) è un buon ispettore anche delle anime e deve restarci a fare la guardia: giova giungere alla saggezza sotto l’angoscia "(vv. 517-519). E’ il tw'/ pavqei mavqo~ dell’Agamennone (v. 177) che ritorna in forma variata.

Poco dopo le Erinni aggiungono:" mht j a[narkton bivon-mhvte despotouvmenon-aijnevsh/" : panti; mesw/ to; kravto" qeo;"-w[pasen "(526-530), non lodare una vita di anarchia né una soggetta al dispotismo: in ogni caso il dio dà potenza al giusto mezzo.

Più avanti la stessa Atena consiglia ai cittadini, che hanno cura della città, di rispettare uno stato senza anarchia né dispotismo ("to; mhvt j a[narcon mhvte despotouvmenon", v. 696) e di non scacciare del tutto la paura dalla città: infatti quale mortale è giusto se non ha nessuna paura? ("kai; mh; to; deino;n pa'n povlew" balei'n-tiv" ga;r dedoikw;" mhde;n e[ndiko" brotw'n; " vv. 698-699).

Il metus hostilis

Bellum Iugurthinum[1] di Sallustio:" Nam ante Carthaginem deletam...metus hostilis in bonis artibus civitatem retinebat. Sed ubi illa formido mentibus decessit, scilicet ea quae res secundae amant, lascivia atque superbia, incessere" (41), infatti prima della distruzione di Cartagine…il timore dei nemici conservava la cittadinanza nel buon governo. Ma quando quella paura tramontò dagli animi, naturalmente quei vizi che la prosperità ama, la dissolutezza e la superbia, si fecero avanti.

 

La paura è il presupposto di un ordinato vivere civile. Questa norma si trova anche nei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio  dove Machiavelli scrive:"Perché dove manca il timore di Dio, conviene o che quel regno rovini o che sia sostenuto dal timore d'uno principe che sopperisca a' defetti della religione" (I, 11).

 

“La teoria di una funzione benefica del pericolo esterno (che riassumiamo in genere sotto la formula sallustiana del metus hostilis, il “timore del nemico”: Bellum Iugurthinum 41, 2) è già presente in nuce in Polibio, benché non pienamente sviluppata, né obiettivamente così urgente (nel terzo quarto del II secolo a. C.) come sarà in Posidonio e in Sallustio, nelle tempeste civili della Roma del I secolo. Ma quando, liberatisi dai pericoli esterni, i cittadini di uno stato a costituzione mista vivono nella prosperità, insorgono dall’interno motivi di deterioramento e disgregazione, che tuttavia la costituzione mista possiede in sé i meccanismi per frenare, riportando nell’ordine costituito l’elemento che tende a prevaricare”[2]. Polibio afferma che è difficile trovare un sistema politico migliore della costituzione mista dei Romani: “o{tan me;n ga;r ti~ e[xwqen koino;~ fovbo~ ejpista;~ ajnagkavsh/ sfa'~ sumfronei'n kai; sunergei'n ajllhvloi~, thvlikauvthn kai; toiauvthn sumbaivnei givnesqai th;n duvnamin tou' politeuvmato~ w{ste mhvte paraleivpesqai tw'n deovntwn mhdevn…”(6, 18, 2-3), quando infatti qualche paura comune incombente da fuori li costringe alla concordia e alla cooperazione, tanta e tale succede che diventi la potenza dello Stato che né viene tralasciata nessuna delle cose necessarie. Infatti, continua Polibio, tutti fanno a gara per trovare i mezzi utili a fronteggiare la situazione, né le decisioni falliscono l’occasione in quanto tutti contribuiscono ad attuarle. 

 

Bologna 3 dicembre 2021 ore 10, 31

giovanni ghiselli

p. s.

molto bene ieri a Rovigo nonostante la pioggia.

Pubblico molto attento. Mi ha posto domande interessanti: dum docebam , discebam. Tornerò giovedì prossimo, Prego l’immagine visibile di Dio, il Sole, di esserci

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[1] Del 40 ca. a. C.

[2] D. Musti (a cura di) Polibio, Storie, vol. primo, p. 51

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