Tema della sepoltura (Aiace, Antigone, Edipo a Colono).
Il despota è figlio dell’ u{bri" e non rispetta nemmeno i morti.
Un tiranno non può essere pio. Lo dice chiaramente, nell'Aiace , Agamennone a Odisseo che lo esorta a non calpestare il suicida:" "to; toi tuvrannon eujsebei'n ouj raJ/dion"
(v. 1350), non è facile che sia pio chi detiene il potere assoluto.
Creonte minaccia i servi: “Se l'autore manuale di questa sepoltura,/ non lo farete vedere ai miei occhi dopo averlo trovato,/non vi basterà un solo Ade, prima che/vivi e penzolanti abbiate rivelato questo misfatto " ( Antigone, vv. 306-309.).
Edipo muore a Colono dove Teseo lo ha accolto e dalla sua sepoltura deriveranno benefici per gli Ateniesi e malefici per i Tebani
L'ira di Edipo continuerà a colpire i nemici anche dopo la morte: nell' Edipo a Colono Ismene dice al padre che un giorno il suo cadavere sarà un grave peso (bavro" , v. 409) per i Cadmei, quindi la ragazza precisa: "th'" sh'" uJp ' ojrgh'", soi'" o{tan stw'sin tavfoi" " (v. 411), a causa della tua ira, quando staranno presso la tua tomba. Lo ha fatto sapere Apollo delfico (v. 413).
Limitatezza della mente umana (gnwvmh nell’Edipo re) e ambiguità del lovgo~ come parola. Il novmo~ di Creonte e quello di Antigone.
Edipo si vanta di averci azzeccato con l’intelligenza senza avere imparato nulla dagli uccelli(Edipo re, v.398).
“arrivato io/, Edipo che non sapevo nulla, la feci cessare-e[pausav nin/ (la Sfinge) azzeccandoci con l'intelligenza-gnwvmh/ kurhvsa"- e senza avere imparato nulla dagli uccelli"- oujd j ajp j oijwnw'n maqwvn- (Edipo re, vv. 395-398) – Edipo si vanta del suo effimero trionfo sulla Sfinge. Ma questo mostro ibrido nato da un incesto –sua madre la vipera Echidna l’ha generata dopo essersi accoppiata con il proprio figliolo, il cane Orto- è una specie di alter ego di Edipo stesso.
P. P. Pasolini nel suo film Edipo re fa gridare alla Sfinge che cade nel burrone:"L'abisso in cui mi spingi è dentro di te".
Ehremberg ( Sofocle e Pericle , pag. 107) sostiene che il re di Tebe "precipita rovinosamente poiché... tenta di vivere in base al criterio secondo cui l'uomo sarebbe la misura di tutte le cose".
Edipo non ha capito quanto Giuliano Augusto e Amleto comprenderanno
Cfr. Ammiano Marcellino XXI, 1, 7: “volatus avium dirigit deus”. Per questo gli auspici si ricavano dal volo degli uccelli.
There is special Providence in the fall of a sparrow (Amleto, V, 2)
Ora o dopo, tuttavia la morte verrà. Dunque we defy augury, sfidiamo i presagi.
Una delle caratteristiche dell'affabulazione sofoclea è quella dell'ambiguità: la stessa parola ha significati diversi nell'intenzione di chi la pronuncia e nell'intendimento di chi l'ascolta: "In bocca ai diversi personaggi, le stesse parole acquistano significati differenti od opposti, perché il loro valore semantico non è lo stesso nella lingua religiosa, giuridica, politica, comune. Così , per Antigone, novmo" designa il contrario di ciò che Creonte, nelle circostanze in cui è posto, chiama anche lui novmo". Per la fanciulla il termine significa "norma religiosa"; per Creonte, "editto promulgato dal capo dello Stato. E in realtà il campo semantico di novmo" è sufficientemente esteso per comprendere, con altri, ambedue i sensi...Le parole scambiate sullo spazio scenico, anziché stabilire la comunicazione e l'accordo fra i personaggi, sottolineano viceversa l'impermeabilità degli spiriti, il blocco dei caratteri; segnano le barriere che separano i protagonisti, fanno risaltare le linee conflittuali"[1].
Altrettanta ambiguità e impossibilità di intendersi viene teorizzata da Pirandello nei Sei personaggi in cerca d'autore quando il padre dice:"Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono andate dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro! Crediamo d'intenderci; non ci intendiamo mai!".
Pensate ai significati contrastanti in Terenzio Mariani e in Leopardi dell’espressione “Le magnifiche sorti e progressive”
In questi giorni i quotidiani, quasi tutti, celebrano lo sviluppo dell’economia. Ma è lo stesso sviluppo senza progresso denunciato da Pasolini: tutti i giorni muoiono degli operai sul lavoro.
:" E' in corso nel nostro paese…una sostituzione di valori e di modelli, sulla quale hanno avuto grande peso i mezzi di comunicazione di massa e in primo luogo la televisione. Con questo non sostengo affatto che tali mezzi siano in sé negativi: sono anzi d'accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale; ma finora sono stati, così come li hanno usati, un mezzo di spaventoso regresso, di sviluppo appunto senza progresso, di genocidio culturale per due terzi almeno degli italiani"[2].
Bologna 4 dicembre 2021 ore 10, 11
giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1188224
Oggi51
Ieri331
Questo mese1029
Il mese scorso9836
Nessun commento:
Posta un commento