Mito di stato (Edipo a Colono).
Tutti e tre i tragediografi celebrano i pregi di Atene: la cultura, la democrazia pure in pericolo, l’arte, il clima. Quasi tutte le tragedie siccome piene di orrori sono ambientate nelle località nemiche: le sedi peloponnesiache dei Pelopidi e Tebe , ricordata anche da Dante che la associa a Pisa nell’invettiva contro la città Toscana: “Ahi Pisa, vituperio delle genti/del bel paese dove ‘l sì sona (…) novella Tebe (Inferno, XXXIII, 79-80 e 89)
Ebbene nell’Edipo a Colono il figlio di Laio che discende da Cadmo il fenicio fondatore di Tebe maledice questa città che l’ha cacciato e benedice Atene che lo ha accolto e gli ha offerto il luogo della sepoltura.
“Atene e Tebe, con i loro rispettivi ordinamenti politici, si configurano come due universi politici contrapposti, in cui la convivenza sociale è in un caso giusta e civile, nell’altro oppressiva e illegittima. Questo tema costituisce un motivo forte del dramma, che si sviluppa con coerenza lungo tutta la trama ed è del resto un elemento strutturale dell’ideologia politica simboleggiata nel dramma attico, dove Tebe costituisce per eccellenza l’anti-città, dove la vita civile assume aspetti patologici rispetto a quella di Atene”[1].
L'ira di Edipo continuerà a colpire i nemici anche dopo la morte: nell' Edipo a Colono Ismene dice al padre che un giorno il suo cadavere sarà un grave peso (bavro" , v. 409) per i Cadmei, quindi la ragazza precisa: "th'" sh'" uJp ' ojrgh'", soi'" o{tan stw'sin tavfoi" " (v. 411), a causa della tua ira, quando staranno presso la tua tomba. Lo ha fatto sapere Apollo delfico (v. 413).
“Omericità” e arcaismo di Sofocle[2]
Bernard Knox (L'eroe sofocleo in La tragedia greca, guida storica e critica, a cura di C. R. Beye, pag.85) afferma che il poeta di Colono "dimentica l'adattamento eschileo dello spirito eroico alle condizioni della polis, e fa ritorno ad Achille che, irriconciliabile, siede corrucciato nella sua tenda. Nei suoi eroi che affermano la forza della loro natura individuale contro i loro simili, la loro polis, e perfino i loro dei, egli ricrea (...) la solitudine, il terrore e la bellezza del mondo arcaico".
“Suo padre spirituale è Omero; ed egli potè essere chiamato “l’Omero tragico” (Diog. Laert. IV, 20).[3]”
Una Vita anonima conservata da alcuni manoscritti[4] e risalente al tardo ellenismo, ci dà altre notizie interessanti sul poeta :"Gevgone de; kai; qeofilh;" oJ Sofoklh'" wJ" oujk a[llo" (12), Sofocle fu in rapporti amichevoli con gli dei quant'altri mai, il che corrisponde alla nostra interpretazione di poeta religioso, come del resto a quella di autore arcaicizzante un'altra notizia secondo la quale:"To; pa'n me;n ou\n oJmhrikw'" wjnovmaze (20), chiamava ogni cosa alla maniera omerica. Infatti, continua la Vita , Sofocle riferisce i miti sulle orme del poeta e in molti drammi cita l'Odissea.
L'autore anonimo aggiunge che uno scrittore ionico (non meglio identificato né identificabile) disse che il poeta era JOmhvrou maqhthvn, allievo di Omero. Tale maestro del resto è stato attribuito a non pochi altri autori[5] o da loro stessi vantato[6].
Sua densità (Sofocle e Shakespeare secondo Nietzsche)
Shakespeare paragonato con Sofocle, è come una miniera piena di un'immensità di oro, piombo e ciottoli, mentre quello non è soltanto oro, ma oro anche lavorato nel modo più nobile, tale da far quasi dimenticare il suo valore come metallo"[7].
I versi di Sofocle si distinguono per la loro densità: ognuno di essi potrebbe essere commentato con un libro.
“La poesia fonda la sua potenza sulla compressione. Poeta in tedesco si dice Dichter, colui che rende le cose dicht (spesse, dense, compatte). L’immagine poetica comprime in un’istantanea un momento particolare caratteristico di un insieme più vasto, catturandone la profondità, la complessità, il senso e l’importanza”[8].
L’ironia sofoclea (Edipo re, 264-265: “wJsperei; toujmou` patrov~, -uJpermacou`mai”, combatterò per lui come se fosse mio padre.
Il pubblico sa che Laio era il padre di Edipo ma lui ancora non lo sa.
L’ironia tragica è un’altra caratteristica sofoclea: chi pronuncia le parole intende dare loro un significato che arriva capovolto alle orecchie dello spettatore, come attraverso un'eco rovesciata
L’umanesimo sofocleo (Antigone ou[toi sunevcqein ajlla; sumfilei'n e[fun", (v. 523), non sono nata per condividere l’odio ma l’amore dice la protagonista eponima del dramma; nell’ Edipo a Colono il vecchio esule cieco e malfamato domanda a Teseo per quale ragione lui re di Atene aiuti un uomo disprezzato e maltrattato da tutti, tranne le due amorevoli figliole Antigone e Ismene. Ebbene, Teseo risponde: e[xoid j ajnh;r w[n"(v.567), so di essere uomo.
E' la coscienza della propria umanità senza la quale ogni atto violento è possibile.
Il sapere di essere uomo che cosa comporta? Significa incontrare una creatura mezza distrutta come è Edipo vecchio, provarne pietà, incoraggiarla ponendo domande e invitandola a fare richieste:"kaiv s joijktivsa"-qevlw jperevsqai[9], duvsmor j Oijdivpou, tivna-povlew" ejpevsth" prostroph;n ejmou' t j e[cwn", vv. 556-558, e sentendo compassione, voglio domandarti, infelice Edipo, con quale preghiera per la città e per me ti sei fermato qui.
Poi significa ascoltare e comprendere con simpatia poiché siamo tutti effimeri, sottoposti al dolore e destinati alla morte. "Anche io-dice il re di Atene al mendicante cieco-sono stato allevato fuggiasco come te"(vv.562-563)."Dunque so di essere uomo e che del domani nulla appartiene più a me che a te"(vv. 567-568). E’, di nuovo, il tw`/ pavqei mavqo~.
Bologna 4 dicembre 2021 ore 19, 38
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[1] Avezzù-Guidorizzi, Edipo a Colono, p. 218.
[2] “ fa ritorno ad Achille che, irriconciliabile, siede corrucciato nella sua tenda” Bernard Knox (L'eroe sofocleo).
[3] Ehrenberg, Sofocle e Pericle, p. 42
[4]P. e. nel Venetus Marcianus (V) con il titolo Sofoklevou" gevno", e nel Vaticanus (R) con il titolo Gevno" Sofoklevou".
[5]L'Anonimo autore del trattato Sul sublime passa in rassegna gli autori "omericissimi" che sono Erodoto, Stesicoro, Archiloco e soprattutto Platone il quale anzi non sarebbe diventato così grande filosofo e poeta se non si fosse messo a gareggiare con Omero (13).
[6]"Secondo quanto riferisce Gor'kij, lo stesso Tolstoj disse di Guerra e pace :" Senza falsa modestia, è come l'Iliade ", da G. Steiner, Tolstoj o Dostoevskij , p. 81.
[7]Umano, troppo umano II vol., Opinioni e sentenze diverse, 162.
[8] Hilman, La forza del carattere, p. 70.
[9] =ejperevsqai: infinito aoristo di ejpeivromai, domando.
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