Sul virus se ne dicono tante, giuste e sbagliate.
Ma nessuno indica con chiarezza, con lingua diritta, un dato rilevabile dalla realtà rivelata dei fatti: in virus è stato indebolito dal caldo e potenziato dal freddo. Per quale ragione nessuno vuole né può dirlo? Perché la denuncia ossessiva del riscaldamento globale vieta di attribuire al caldo qualunque beneficio: è tabù dire bene del caldo che pure favorisce e la vita e le dà colore. Apprezzare il caldo è il vetitum che ha sostituito la benedizione del sesso che dà salute e gioia ma è stato a lungo anatemizzato come la cosa più sporca del mondo da tanti bigotti frustrati.
Come educatore mi sento in dovere di riabilitare il caldo che fra un paio di mesi farà rifiorire la nostra madre terra rendendola amabile, variopinta, e ostacolerà la crescita del virus. Quelli che auspicano il freddo sono i nuovi bigotti fautori e tifosi anche del virus.
Sono nemici della vita e dell’umanità.
Mi fanno pensare a Mussolini.
Sentite cosa disse al genero il 24 dicembre del 1940: “Nevica. Il duce guarda fuori di finestra ed è contento che nevichi: “Questa neve e questo freddo vanno benissimo” dice “così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimbischimento dell’Appennino è stataper rendere più fredda e nevosa l’Italia” (Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943)
giovanni ghiselli
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