Il
tramonto. La preghiera al primo fra tutti gli dèi
Compiuta
la santa fatica in 19 minuti e 35 secondi, mi fermai a osservare
l’annidarsi del sole, rinunciando alla cena. Nella mensa, dopo le
otto, non si poteva mangiare. Lo sfrigolio delle padelle mi
interessava assai meno della visione del nume che tramontava corrusco
di luce vermiglia. Il dio, il primo tra tutti gli dèi, l’avevo già
notato e pregato durante la corsa nel rettilineo rivolto a occidente.
Nei vari momenti brillava tra i rami o baluginava in mezzo alle
foglie, quasi strizzandomi gli occhi e incoraggiandomi a diventare
sempre più forte, più leale e generoso, come deve essere un uomo.
Concluso
il compito che dovevo a me stesso e al dio che ci dona la vita, lo
osservavo dai gradini di pietra elevati sopra il rettilineo opposto
alla casetta del tennis, quella dove un tempo si andava a ballare la
sera[1].
Il sole stava sulla mia destra, più alto di come lo vedevo dalla
pista, correndo. Era in bilico sopra uno spigolo di una casa cubica,
bianca, situata al confine della città, dove questa si affaccia
sulla pianura deserta. Sembrava una palla rossa vicina a cadere.
“Anche Ifigenia -pensai - la ragazza che avevo creduto semidivina è
pencolante. Probabilmente, formosa com’è, cadrà stesa nel letto
di un uomo che le prometterà più di quanto ho potuto e voluto fare
io. Saranno facilmente promesse fallaci e lei ci cascherà, senza
alcuna certezza di resurrezione”.
Il
sole intanto era disceso un’altra volta sull’albero e si librava
tra i rami, come un uccello dalle membra rotonde.
Lo
pregai di salvare la relazione, se valeva ancora la pena che
continuasse mezza sconciata com’era, e in ogni modo di tutelare la
mia identità di asceta pagano, di atleta che vuole percorrere
metodicamente la strada impervia ma soddisfacente della virtù, e lo
supplicavo di aiutarmi a schivare la via
opposta, quella enorme e scoscesa del vizio che lusinga e attira le
menti erranti senza criterio alcuno del male e del bene.
“Luminoso
signore del mondo-conclusi-santa faccia di luce, mente dell’universo,
proteggi la mia compagna in pericolo. Fai che non perda la sua
dignità. Ci vediamo domani mattina”.
Il
grande dio sparì senza dare risposta.
Pesaro
26 agosto 2020 ore 17, 30. giovanni ghiselli
p.
s
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[1] Cfr.
le storia di Helena presente nel blog.
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