Cesare
si muove verso la Spagna e i cesariani assediano Marsiglia con tutti
gli strumenti a disposizioni (vinea, galleria
mobile. aries ariete, testudo formazione
a testuggine). Talora gli assediati escono al contrattacco. C'è una
battaglia navale: i Greci richiamano dai cantieri anche emeritas
alnos - III,
520 - navi (fatte di ontani) fuori servizio, in disarmo. Le navi dei
Greci sono habiles,
maneggevoli (553), quelle romane di stazza maggiore danno la
possibilità di combattere come sulla terra ferma. Bruto (Decimo
Giunio) dalla sua praetoria
puppis (535)
nave ammiraglia ordina che si combatta con un corpo a corpo dopo
avere abbordato le piccole navi nemiche. Segue una strage con il mare
arrossato dal sangue.
Quella
giornata offrì al mare molte immagini mirabili di morti diverse
“multaque ponto-praebuit ille dies varii miracula fati”
(633-634).
Quando
tutti i giavellotti furono lanciati invĕnit arma furor,
è il furore a trovare le armi (671) come remi o banchi divelti o
l’aplustre, ornamento di poppa. Poi torce infuocate. Oppure
un nemico crudele avvinghia il nemico e lo trascina in mare con sé:
“saevus complectitur hostem-hostis, et implicitis gaudent
subsidĕre membris-mergentesque mori” (694-696) e godono di
sprofondare con le membra avvinghiate e di morire
affogando.
Viene
in mente il coito descritto da Lucrezio:
“Sic
in amore Venus simulacris ludit amantis/nec satiare queunt spectando
corpora coram/nec manibus quicquam teneris abradere membris/possunt
errantes incerti corpore toto./Denique cum membris collatis flore
fruuntur/aetatis, iam cum praesagit gaudia corpus/atque in eost Venus
ut muliebria conserat arva,/adfigunt avide corpus iunguntque
salivas/oris et inspirant pressantes dentibus ora,/nequiquam, quoniam
nil inde abradere possunt/nec penetrare et abire in corpus corpore
toto;/nam facere interdum velle et certare videntur:/usque adeo
cupide in Veneris compagibus haerent,/ membra voluptatis dum vi
labefacta liquescunt "
(De
rerum natura,
IV, vv. 1101-1114), così nell'amore Venere con i
simulacri beffa gli amanti, né possono saziarsi rimirando i corpi
presenti, né con le mani possono raschiare via nulla alle tenere
membra, mentre errano incerti per tutto il corpo. Infine, come,
congiunte le membra, godono del fiore della giovinezza, quando già
il corpo pregusta il piacere e Venere è sul punto di seminare i
campi della femmina, inchiodano avidamente il corpo e mescolano le
salive della bocca, e ansimano premendo coi denti le labbra, invano
poiché di lì non possono raschiare via niente, né penetrare e
sparire nel corpo con tutto il corpo, infatti sembrano talvolta
volere farlo lottando: a tal punto sono avidamente attaccati nei
lacci di Venere, mentre le membra sdilinquite dalla violenza del
piacere si struggono.
Alla
fine del libro inclinant iam fata ducum, nec iam amplius
anceps-belli casus est. Graiae pars maxima classis - mergitur (752-754)
non sono più in equilibrio i destini dei due comandanti, non è più
incerto da che parte piega la battaglia, la più gran parte della
flotta greca è affondata
Pianti
dei genitori, cadaveri sfigurati per cui una sposa greca abbraccia il
cadavere di un romano credendolo il proprio marito, padri infelici si
disputano il corpo di un decapitato. Decimo Giunio Bruto aggiunse
questa gloria alle armi di Cesare (762 fine del III libro)
giovanni
ghiselli
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