La giornata
del 25 luglio 1979
i miei 5000 metri |
La
solitudine e la lettera squilibrata
Passai in
solitudine questa giornata dal risveglio della mattina fino alle 10 di sera.
Lessi e
studiai la Storia dei Romani di Gaetano De Sanctis,
poi All’ombra delle fanciulle in fiore di Proust,
corsi i 5000 metri nello stadio due volte, pensai a Ifigenia, quindi le scrissi
questi pensieri squilibrati:
“Ifigenia,
tesoro, tu non sei qui, ma il ricordo del tuo sorriso abbronzato e festivo
decora tutte le ore della mia giornata solitaria, studiosa e riflessiva.
Ricordo il tuo splendido corpo che, svestito a festa, illuminava le stanze di
casa mia, cupe altrimenti nella tetra atmosfera della nostra città dove lunghi
sono gli inverni; ricordo le tue gonne che, quando mi correvi incontro,
si sollevavano al vento di primavera profumandolo con l’odore santo della tua
pelle; ricordo come il tuo corpo brunito, all’inizio di questa stagione, faceva
tremare di luce l’aria marina quando andavamo sul moscone, al largo della
spiaggia di Pesaro per fare l’amore, e le farfalle ci danzavano intorno i
loro valzer pieni di gioia. Io ti amo, Ifigenia, ti amo. Questi
ricordi mi mantengono vivo, emozionato, attivo anche nella tua assenza pur
dolorosa, e il tuo sorriso illumina, riempie di vita il mio cervello che
altrimenti si stancherebbe nello studio della storia dell’imperialismo romano e
di Proust, sensibilissimo e raffinato ma spesso privo d potenza verbale e di
capacità sintetica. Ho con me la copia di L’ombra delle fanciulle in
fiore che mi regalasti, e non manco mai di accarezzare, odorare,
baciare la pagina sacra con le parole della tua dedica ricca di amore e di
arte. Così il profumo di te, portato dal vento dell’ovest, mi ispira, mi spinge
a correre lo stadio più di una volta al giorno con tutte le forze, a
cronometro, e mentre spremo con gioia i liquidi del mio corpo agonista, mi
sembra di avere un orgasmo con te.
La tua
presenza in carne deliziosa e ossa modellate con arte, la tua parola intuitiva,
poetica, amore, mi manca a tal punto che, quando l’effluvio odoroso di te,
portato dal vento occidentale, si attenuerà, allora io, invece di andare allo
stadio, situato dalla parte nord orientale dei selvosi Carpazi, andrò verso
parte occidentale di Budapest e di Hortobágy, dov’è la grande pianura senza alberi:
là correrò, anelando, mentre i soffi dell’aria odorosa di te mi benediranno e
mi renderanno beato con il tuo aroma tutto intero prima che questo sia stato
filtrato dalle avide, invide foglie assorbenti della grande foresta di
Debrecen. Io allora continuerò a inebriarmi dell’essenza
preziosa esalata dalla tua carne divina.
Ciao. Come
vedi, ti penso
Tuo
gianni”
Tali
associazioni barocche e irreali generava la mia folle, sciroppata e perversa
smania amorosa.
giovanni
ghiselli. Pesaro, 9 agosto 2020, ore 11, 45
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