NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 12 agosto 2020

La scuola corrotta. VII

LA SCUOLA CORROTTA NEL PAESE GUASTO

Dramma di giovanni ghiselli

VII parte

Preside

E allora?

Studentessa

Allora noi venivamo a scuola provando un senso di accrescimento
vitale quando c'era lui. Adesso non c'è, e noi già sentiamo la noia,

per non dire la nausea nei confronti della scuola. Vuole sapere
perché?


Preside
Io lo so: perché non avete ancora preso coscienza che a scuola non

si viene per divertimento.

Studentessa

No. Noi ci sentiamo mortificati in quanto è mortificante
l'atteggiamento di chi dovrebbe educarci. Abbiamo sentito parlare

questa professoressa che ci ha preannunciato il suo stile di
insegnamento, e quello dei suoi colleghi dello stesso stampo.

Dovrebbero invogliarci a leggere, e pretendono lo studio

mnemonico del manuale; dovrebbero esortarci a pensare con il
nostro cervello, e non ammettono alcuna critica;

dovrebbero incoraggiare la fede nell'uomo, sempre vacillante nel
tempo della violenza, e ripetono dentro le aule la brutalità, la

malafede, la diffidenza del rapporto umano più degradato: quello
del despota pazzo con i sudditi demoralizzati. Il tiranno classico è

il loro modello. Questo è violento, ipocrita e corrotto? Lo sono
anche loro. Sono ipocriti, siccome vogliono simulare conoscenze

che non hanno e sanno di non avere. Sono violenti, poiché cercano
di imporci la loro miseria mentale sottraendoci la cultura cui

abbiamo diritto. Sono corrotti, in quanto prendono uno stipendio
corrisposto a un lavoro che non sanno fare. Sono diffidenti per il

fatto che esercitano un potere di giudizio non corrispondente a
un'effettiva superiorità culturale e morale, e quando, ad esempio,

io mi impegno senza malizia per tradurre un brano la cui versione
è già stata controllata dal docente, costui, invece di aiutarmi, mi

sorveglia come se fossi un ladro, temendo che io faccia quello che
lui ha fatto in precedenza.

Preside

Hai concluso la tua filippica?

Studentessa

No. Rimane da fare una considerazione. Certi insegnanti a mio
parere sono privi di cervello e di cuore, due organi essenziali

all'educatore vivo e non meccanico.
Non hanno mente: infatti se l'avessero capirebbero la nostra,  non

ci annoierebbero a morte perfino quando parlano delle loro
materie, e lei preside non dovrebbe chiuderci a chiave dentro la

scuola.
Non hanno sensibilità, ché, se ce l' avessero , non oltraggerebbero

di continuo la mia , delicata se permette, con battute offensive,
gesti di spregio, risposte evasive, valutazioni arbitrarie.


Preside
Ma insomma, al di là delle calunnie nefande e distruttive che

voglio fingere di non avere udito, che cosa avete appreso di
positivo da quell'uomo?


Studentessa
Un metodo di studio e di ricerca.


Preside
Di che cosa? E dove?


Studentessa
Del significato della vita umana nei testi più tradizionali e

tradizionalisti.

Preside

E quale sarebbe il senso della tua vita? Quello di criticare e
calunniare chi è migliore di te?


Studentessa
No. Il suo modo di parlare mi offende: non è da educatore, né da

uomo civile; ma le voglio rispondere lo stesso come a un uomo cui
si deve rispetto. Devo controbattere la sue accuse infondate.

Noi abbiamo trovato nei libri, e verificato con l'esperienza, che la

scarsa moralità è la causa prima dell'infelicità umana. Nella storia
nostra e in quella dei popoli, abbiamo notato che quando tramonta

la luce del bene e del bello morale, cadono nel buio, e nel gelo, tutti i valori suscitati
da tale astro: la grande arte che è etica e politica, l'educazione che

deve valorizzare e assecondare l'aspirazione al Bene insita in tutti i
giovani, la religione che valuta l'uomo più degli idoli fabbricati da

lui.
Abbiamo cercato esempi di quanto vengo affermando nei classici

europei, come l'Edipo re  di Sofocle,  l'Apologia di Socrate scritta
da Platone, le Lettere a Lucilio di Seneca , La terra desolata di

Eliot, L'uomo senza qualità di Musil, e molti altri. Dopo avere
letto questi libri e averli confrontati con la nostra coscienza, ci

siamo sentiti autorizzati e incoraggiati a un vivere morale, cioé a
prendere sul serio noi stessi e gli altri, a non giocare con il cuore

della creatura umana che è sacra, a considerarla un fine, non un
mezzo; in  fondo sono luoghi comuni già sentiti, ma in questo

momento il liceo, la città, la nazione, sono malati di stanchezza
morale, di tubercolosi dell'anima, ed è tempo di affermare con

forza la necessità di una cura.

Preside

Figuriamoci! Lei non sa quello che dice! Seneca bastonava gli
schiavi personalmente, con le sue mani!


Studentessa
Non so a quale fonte faccia riferimento. Me la indichi! Io la invito

a leggere la quarantasettesima Epistola a Lucilio.

Preside

La conosco, eppure non ignoro che Seneca predicava bene e
razzolava male, come qualcuno qua dentro, ammesso e non

concesso che predichi bene. Comunque Seneca transeat , ma
Petronio con tutti quegli sdilinquiti cinedi, e quel pervertito di

Joyce, e l'omosessuale Proust e gli altri araldi
della putredine dove il vostro cosiddetto maestro sguazza qual

porco in brago, come si accordano con la vostra moralità?

Studentessa

Abbiamo cercato di capire cosa sia la decadenza.

Preside

E' il vizio di cui il vostro insegnante si bea.

Studentessa

No. E' l'energia morale che viene meno, la gioia di vivere che cala,
il vigore dell'uomo che si spegne; è il suolo stesso che perde la

forza di generare. Abbiamo sguazzato, come dice lei, nella
decadenza, per capire la situazione attuale: come è avvenuto che

l'uomo ha perso il contatto con il suo spirito ed è diventato il
burattino del profitto. Gli autori che abbiamo interrogato ci hanno

risposto tutti nella stessa maniera: l'uomo si corrompe, degenera e
si estingue ogni volta che diviene idolatra. L'opinione adesso

corrente che l'essere umano non valga più del suo denaro, hai
cento lire, vali appena cento lire, ubi sola pecunia regnat , per

dirla con il cantore dei cinedi , è il sintomo più evidente [11]   

dell'esaurimento di una nazione. Allora essa si consuma. Si
consuma nei lucri disonesti, nelle guerre, nelle stragi, nel consenso

ai tiranni, nella volgarità dei gusti depravati, nei matrimoni senza
amore, negli adultèri e negli aborti, nell'alcol e nelle droghe,

nell'incultura e nell'idiozia generale.
Noi vogliamo agire in favore di un rinascimento intellettuale e

morale, intanto in questo Istituto. E non basterà lei con i suoi
svigoriti professori a fermarci. Noi vogliamo imparare a non

essere spiritualmente stanchi, a non sentirci meno preziosi delle
ricchezze materiali, a non seguire l'opinione comune, quando essa

non sia verificata dalla ragione. Nei testi che lei chiama immorali,
abbiamo letto che nell'uomo c'è un'anima cui dobbiamo rispetto

poiché è più potente e duratura dello sporco denaro, del potere
violento e ipocrita, del dolore probabile, della morte sicura. Dentro

lo spirito umano abbiamo trovato il bello morale, il massimo oggetto del sapere, che l'immensa

confusione dei più non riconosce, e l'avidità dei potenti disprezza.


E adesso con la forza che ne ricaviamo,  proclamiamo questo
bando per noi stessi, per lei e per tutta la scuola: "non è compito

dell'insegnante ruminare paradigmi o leggere i manuali dalla
cattedra poiché sappiamo farlo da soli a casa. Non è funzione del

preside privilegiare gli insegnanti incolti per espropriare i ragazzi
del diritto di imparare e di pensare; viceversa è dovere di tutti i

morali-intelligenti risollevare l'educazione e la cultura, dare un
vigore nuovo a questo suolo afflosciato, risuscitare la speranza dei

giovani che attendono una moralizzazione meno catastrofica di
quella paradossalmente, e temo, solo temporaneamente, causata in

questi giorni dal terremoto dell'Italia meridionale.

Preside

Allora sarai tu a fare il professore, il preside, il ministro della
pubblica istruzione.


Studentessa
No. Auspico un'autorità intelligente e morale, qui e dovunque. Io

credo con il Manzoni che non ci sia giusta superiorità di uomo
sopra gli uomini se non in loro servigio . Io penso che di fronte a

un'autorità stupida e immorale la disobbedienza sia una virtù.


Preside
Vada fuoi!


Studentessa esce. Suona la campanella.

Preside
Bene, ora vado a bonificare un'altra classe del vostro ex.

Arriva alla porta, si ferma perplesso, si volta e guarda i ragazzi.
Paludi, paludi infette.


Esce.


giovanni ghiselli

[11]

Dove solo il denaro ha potere, Petronio, Satyricon, 14.


Pesaro 12 agosto ore 11
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