LA SCUOLA CORROTTA NEL PAESE GUASTO
Dramma di giovanni ghiselli
VII parte
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Preside
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E allora?
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Studentessa
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Allora noi venivamo a scuola provando un senso di accrescimento
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vitale quando c'era lui. Adesso non c'è, e noi già sentiamo la noia,
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per non dire la nausea nei confronti della scuola. Vuole sapere
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perché?
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Preside
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Io lo so: perché non avete ancora preso coscienza che a scuola non
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si viene per divertimento.
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Studentessa
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No. Noi ci sentiamo mortificati in quanto è mortificante
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l'atteggiamento di chi dovrebbe educarci. Abbiamo sentito parlare
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questa professoressa che ci ha preannunciato il suo stile di
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insegnamento, e quello dei suoi colleghi dello stesso stampo.
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Dovrebbero invogliarci a leggere, e pretendono lo studio
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mnemonico del manuale; dovrebbero esortarci a pensare con il
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nostro cervello, e non ammettono alcuna critica;
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dovrebbero incoraggiare la fede nell'uomo, sempre vacillante nel
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tempo della violenza, e ripetono dentro le aule la brutalità, la
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malafede, la diffidenza del rapporto umano più degradato: quello
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del despota pazzo con i sudditi demoralizzati. Il tiranno classico è
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il loro modello. Questo è violento, ipocrita e corrotto? Lo sono
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anche loro. Sono ipocriti, siccome vogliono simulare conoscenze
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che non hanno e sanno di non avere. Sono violenti, poiché cercano
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di imporci la loro miseria mentale sottraendoci la cultura cui
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abbiamo diritto. Sono corrotti, in quanto prendono uno stipendio
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corrisposto a un lavoro che non sanno fare. Sono diffidenti per il
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fatto che esercitano un potere di giudizio non corrispondente a
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un'effettiva superiorità culturale e morale, e quando, ad esempio,
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io mi impegno senza malizia per tradurre un brano la cui versione
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è già stata controllata dal docente, costui, invece di aiutarmi, mi
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sorveglia come se fossi un ladro, temendo che io faccia quello che
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lui ha fatto in precedenza.
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Preside
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Hai concluso la tua filippica?
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Studentessa
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No. Rimane da fare una considerazione. Certi insegnanti a mio
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parere sono privi di cervello e di cuore, due organi essenziali
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all'educatore vivo e non meccanico.
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Non hanno mente: infatti se l'avessero capirebbero la
nostra, non
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ci annoierebbero a morte perfino quando parlano delle loro
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materie, e lei preside non dovrebbe chiuderci a chiave dentro la
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scuola.
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Non hanno sensibilità, ché, se ce l' avessero , non oltraggerebbero
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di continuo la mia , delicata se permette, con battute offensive,
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gesti di spregio, risposte evasive, valutazioni arbitrarie.
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Preside
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Ma insomma, al di là delle calunnie nefande e distruttive che
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voglio fingere di non avere udito, che cosa avete appreso di
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positivo da quell'uomo?
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Studentessa
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Un metodo di studio e di ricerca.
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Preside
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Di che cosa? E dove?
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Studentessa
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Del significato della vita umana nei testi più tradizionali e
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tradizionalisti.
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Preside
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E quale sarebbe il senso della tua vita? Quello di criticare e
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calunniare chi è migliore di te?
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Studentessa
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No. Il suo modo di parlare mi offende: non è da educatore, né da
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uomo civile; ma le voglio rispondere lo stesso come a un uomo cui
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si deve rispetto. Devo controbattere la sue accuse infondate.
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Noi abbiamo trovato nei libri, e verificato con l'esperienza, che la
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scarsa moralità è la causa prima dell'infelicità umana. Nella storia
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nostra e in quella dei popoli, abbiamo notato che quando tramonta
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la luce del bene e del bello morale, cadono nel buio, e nel gelo, tutti i
valori suscitati
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da tale astro: la grande arte che è etica e politica, l'educazione che
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deve valorizzare e assecondare l'aspirazione al Bene insita in tutti i
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giovani, la religione che valuta l'uomo più degli idoli fabbricati da
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lui.
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Abbiamo cercato esempi di quanto vengo affermando nei classici
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europei, come l'Edipo re di Sofocle, l'Apologia
di Socrate scritta
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da Platone, le Lettere a Lucilio di Seneca , La
terra desolata di
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Eliot, L'uomo senza qualità di Musil, e molti altri. Dopo
avere
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letto questi libri e averli confrontati con la nostra coscienza, ci
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siamo sentiti autorizzati e incoraggiati a un vivere morale, cioé a
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prendere sul serio noi stessi e gli altri, a non giocare con il cuore
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della creatura umana che è sacra, a considerarla un fine, non un
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mezzo; in fondo sono luoghi comuni già sentiti, ma in questo
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momento il liceo, la città, la nazione, sono malati di stanchezza
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morale, di tubercolosi dell'anima, ed è tempo di affermare con
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forza la necessità di una cura.
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Preside
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Figuriamoci! Lei non sa quello che dice! Seneca bastonava gli
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schiavi personalmente, con le sue mani!
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Studentessa
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Non so a quale fonte faccia riferimento. Me la indichi! Io la invito
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a leggere la quarantasettesima Epistola a Lucilio.
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Preside
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La conosco, eppure non ignoro che Seneca predicava bene e
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razzolava male, come qualcuno qua dentro, ammesso e non
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concesso che predichi bene. Comunque Seneca transeat ,
ma
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Petronio con tutti quegli sdilinquiti cinedi, e quel pervertito di
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Joyce, e l'omosessuale Proust e gli altri araldi
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della putredine dove il vostro cosiddetto maestro sguazza qual
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porco in brago, come si accordano con la vostra moralità?
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Studentessa
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Abbiamo cercato di capire cosa sia la decadenza.
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Preside
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E' il vizio di cui il vostro insegnante si bea.
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Studentessa
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No. E' l'energia morale che viene meno, la gioia di vivere che cala,
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il vigore dell'uomo che si spegne; è il suolo stesso che perde la
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forza di generare. Abbiamo sguazzato, come dice lei, nella
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decadenza, per capire la situazione attuale: come è avvenuto che
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l'uomo ha perso il contatto con il suo spirito ed è diventato il
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burattino del profitto. Gli autori che abbiamo interrogato ci hanno
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risposto tutti nella stessa maniera: l'uomo si corrompe, degenera e
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si estingue ogni volta che diviene idolatra. L'opinione adesso
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corrente che l'essere umano non valga più del suo denaro, hai
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cento lire, vali appena cento lire, ubi sola pecunia regnat ,
per
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dirla con il cantore dei cinedi , è il sintomo più evidente [11]
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dell'esaurimento di una nazione. Allora essa si consuma. Si
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consuma nei lucri disonesti, nelle guerre, nelle stragi, nel consenso
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ai tiranni, nella volgarità dei gusti depravati, nei matrimoni senza
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amore, negli adultèri e negli aborti, nell'alcol e nelle droghe,
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nell'incultura e nell'idiozia generale.
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Noi vogliamo agire in favore di un rinascimento intellettuale e
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morale, intanto in questo Istituto. E non basterà lei con i suoi
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svigoriti professori a fermarci. Noi vogliamo imparare a non
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essere spiritualmente stanchi, a non sentirci meno preziosi delle
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ricchezze materiali, a non seguire l'opinione comune, quando essa
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non sia verificata dalla ragione. Nei testi che lei chiama immorali,
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abbiamo letto che nell'uomo c'è un'anima cui dobbiamo rispetto
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poiché è più potente e duratura dello sporco denaro, del potere
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violento e ipocrita, del dolore probabile, della morte sicura. Dentro
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lo spirito umano abbiamo trovato il bello morale, il massimo oggetto del
sapere, che l'immensa
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confusione dei più non riconosce, e l'avidità dei potenti disprezza.
E adesso con la forza che ne ricaviamo, proclamiamo questo
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bando per noi stessi, per lei e per tutta la scuola: "non è compito
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dell'insegnante ruminare paradigmi o leggere i manuali dalla
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cattedra poiché sappiamo farlo da soli a casa. Non è funzione del
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preside privilegiare gli insegnanti incolti per espropriare i ragazzi
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del diritto di imparare e di pensare; viceversa è dovere di tutti i
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morali-intelligenti risollevare l'educazione e la cultura, dare un
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vigore nuovo a questo suolo afflosciato, risuscitare la speranza dei
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giovani che attendono una moralizzazione meno catastrofica di
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quella paradossalmente, e temo, solo temporaneamente, causata in
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questi giorni dal terremoto dell'Italia meridionale.
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Preside
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Allora sarai tu a fare il professore, il preside, il ministro della
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pubblica istruzione.
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Studentessa
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No. Auspico un'autorità intelligente e morale, qui e dovunque. Io
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credo con il Manzoni che non ci sia giusta superiorità di uomo
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sopra gli uomini se non in loro servigio . Io penso che di fronte a
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un'autorità stupida e immorale la disobbedienza sia una virtù.
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Preside
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Vada fuoi!
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Studentessa esce. Suona la campanella.
Preside
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Bene, ora vado a bonificare un'altra classe del vostro ex.
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Arriva alla porta, si ferma perplesso, si volta e guarda i ragazzi.
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Paludi, paludi infette.
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Esce.
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giovanni
ghiselli
[11]
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Dove solo il denaro ha potere, Petronio, Satyricon,
14.
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Pesaro 12 agosto
ore 11
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