mercoledì 19 agosto 2020

Massimo Cacciari III, "Il lavoro dello spirito". 3

Max Klinger, Prometeo liberato

Terza parte del commento (pp. 14 - 17)

Massimo Cacciari Il lavoro dello spirito Adelphi, Milano, 2020.

“Come è accaduto che ‘la causa finale’, che aveva pure dato origine alla universale Mobilmachung, alla ‘grande trasformazione’ e cioè l’affermazione della geistige Arbeit, di cui il lavoro scientifico è il paradigma, sia finita col risultare subordinata al fine economico, dipendente da esso?” .
Cacciari risponde a questa domanda con la obiezione del “pensiero critico - rivoluzionario: “voler fondare sul Sistema della scienza quello della libertà è porre il mondo sulla testa, rovesciare la dialettica reale” (p. 14)
Il reale fondamento (uJpokeivmenon) “non potrà essere il Geist, ma lo stesso lavoro comandato giunto finalmente alla coscienza della propria impossibilità.
Se il sostrato è la scienza al servizio dell’economia “Il Prometeo liberato dalla rivoluzione viene di nuovo incatenato all’interno di una gerarchia in cui, per la prima volta nella storia della civiltà, i valori dominanti (e valore è sempre e soltanto ciò che effettualmente vale, conta, mostra di potere) sono quelli economici” (p. 15).

Il Prometeo antico viene liberato solo quando giunge a una conciliazione con Zeus e con il cosmo della terza e quarta generazione divina.
Lo stesso Titano di Eschilo aveva denunciato la cecità delle speranze infuse nei mortali attraverso i doni della tecnologia.
Il figlio di Temi si vanta di essere il padre di tutte le tevcnai utili ai mortali: pa'sai tevcnai brotoi'sin ejk Promhqevw" ( Prometeo incatenato, v. 507). Tuttavia lo stesso Prometeo ha dovuto riconoscere: ho infuso in loro cieche speranze ("tufla;" ejn aujtoi'" ejlpivda" katw/vkisa", v.250). Soprattutto questa :" qnhtou;" g j e[pausa mh; prodevrkesqai movron", ho fatto smettere ai mortali di prevedere il destino di morte"(v.248).
“Per poter indefinitamente procedere, il sistema della rivoluzione permanente non può fondarsi che sulla illimitata produttività del lavoro vivo. L’energia che lo muove non è materiale”.
La merce prodotta contiene “la necessità del proprio superamento”, deve vivere “soltanto per la propria morte. Rivelando così l’immaterialità della propria essenza (…) il capitalismo è perciò essenzialmente capitale finanziario, poiché il passaggio attraverso la determinatezza della merce è in esso concepibile soltanto come l’ora, il nyn incatturabile”.
Non è una immaterialità al di sopra della materia questa obsolescenza pianificata dei prodotti.
“il sistema produttivo concepito secondo la sua forma compiuta en - ergon, perfetto o in atto, è quello del denaro” (p. 17)
“Come il valore dell’impresa scientifica, nella varietà delle sue manifestazioni, consiste nel potere in sé, nel poter oltrepassare ogni ostacolo al proprio augmentum, così ciò che costituisce il fondamento del sistema e del potere capitalistico non è la produzione di merci in quanto tale, bensì piuttosto la produzione del loro incessante consumo” (p. 17).

Quella dell’accrescimento illimitato è la logica di ogni potere terreno da sempre.
Nel Satyricon di Petronio, Eumolpo, recita un lungo carme di 295 esametri sulla guerra civile tra Cesare e Pompeo. Lo stesso argomento, trattato in breve, della Pharsalia di Lucano.
Ricordo l’incipit di questo bellum civile: "orbem iam totum victor Romanus habebat,/qua mare, qua terrae, qua sidus currit utrumque./nec satiatus erat" (Satyricon, 119, vv. 1 - 3), il Romano vincitore possedeva già l'universo mondo, per dove il mare, per dove le terre, per dove corrono l'una e l'altra costellazione. E non era ancora sazio.

Pesaro 18 agosto 2020, ore 11, 52 . giovanni ghiselli

p. s
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