Max Klinger, Prometeo liberato |
Terza parte del commento (pp. 14 - 17)
Massimo Cacciari Il lavoro dello spirito Adelphi, Milano, 2020.
“Come è accaduto che ‘la causa finale’, che aveva pure
dato origine alla universale Mobilmachung, alla ‘grande
trasformazione’ e cioè l’affermazione della geistige Arbeit, di cui
il lavoro scientifico è il paradigma, sia finita col risultare subordinata al
fine economico, dipendente da esso?” .
Cacciari risponde a questa domanda con la obiezione
del “pensiero critico - rivoluzionario: “voler fondare sul Sistema della
scienza quello della libertà è porre il mondo sulla testa, rovesciare la
dialettica reale” (p. 14)
Il reale fondamento (uJpokeivmenon) “non potrà essere il Geist, ma lo stesso lavoro comandato
giunto finalmente alla coscienza della propria impossibilità.
Se il
sostrato è la scienza al servizio dell’economia “Il Prometeo liberato dalla
rivoluzione viene di nuovo incatenato all’interno di una gerarchia in cui, per
la prima volta nella storia della civiltà, i valori dominanti (e valore è
sempre e soltanto ciò che effettualmente vale, conta, mostra di potere) sono
quelli economici” (p. 15).
Il Prometeo
antico viene liberato solo quando giunge a una conciliazione con Zeus e con il
cosmo della terza e quarta generazione divina.
Lo stesso
Titano di Eschilo aveva denunciato la cecità delle speranze infuse nei mortali
attraverso i doni della tecnologia.
Il figlio di
Temi si vanta di essere il padre di tutte le tevcnai utili ai mortali: pa'sai tevcnai brotoi'sin ejk Promhqevw" ( Prometeo
incatenato, v. 507). Tuttavia lo stesso Prometeo ha dovuto riconoscere: ho
infuso in loro cieche speranze ("tufla;" ejn aujtoi'" ejlpivda"
katw/vkisa", v.250). Soprattutto questa :" qnhtou;" g
j e[pausa mh; prodevrkesqai movron", ho
fatto smettere ai mortali di prevedere il destino di morte"(v.248).
“Per poter indefinitamente procedere, il sistema della
rivoluzione permanente non può fondarsi che sulla illimitata produttività del
lavoro vivo. L’energia che lo muove non è materiale”.
La merce prodotta contiene “la necessità del proprio
superamento”, deve vivere “soltanto per la propria morte. Rivelando così
l’immaterialità della propria essenza (…) il capitalismo è perciò
essenzialmente capitale finanziario, poiché il passaggio attraverso
la determinatezza della merce è in esso concepibile soltanto come l’ora,
il nyn incatturabile”.
Non è una immaterialità al di sopra della materia
questa obsolescenza pianificata dei prodotti.
“il sistema produttivo concepito secondo la sua forma
compiuta en - ergon, perfetto o in atto, è quello del denaro” (p.
17)
“Come il valore dell’impresa scientifica, nella
varietà delle sue manifestazioni, consiste nel potere in sé,
nel poter oltrepassare ogni ostacolo al proprio augmentum, così ciò
che costituisce il fondamento del sistema e del potere capitalistico non è la
produzione di merci in quanto tale, bensì piuttosto la produzione del loro
incessante consumo” (p. 17).
Quella
dell’accrescimento illimitato è la logica di ogni potere terreno da sempre.
Nel Satyricon di
Petronio, Eumolpo, recita un lungo carme di 295 esametri sulla guerra civile
tra Cesare e Pompeo. Lo stesso argomento, trattato in breve, della Pharsalia di
Lucano.
Ricordo
l’incipit di questo bellum civile: "orbem iam totum victor
Romanus habebat,/qua mare, qua terrae, qua sidus currit utrumque./nec satiatus
erat" (Satyricon, 119, vv. 1 - 3), il Romano vincitore
possedeva già l'universo mondo, per dove il mare, per dove le terre, per dove
corrono l'una e l'altra costellazione. E non era ancora sazio.
Pesaro 18
agosto 2020, ore 11, 52 . giovanni ghiselli
p. s
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