venerdì 14 agosto 2020

La scuola corrotta. IX. Terzo atto, prima parte

Terzo atto


Scena unica

La classe, il maestro, il docente, il Preside


Preside

Ho fatto chiamare il vostro ex insegnante per un confronto.


Studente

Lui è ancora il nostro Maestro


Preside

Sì, maestro di anarchia. Non c'è male più grande.


Studente, sottovoce

Però!! Conosce l'Antigone di Sofocle [1]!

Preside

Per esempio: perché lei, professore, si faceva dare del tu dagli

studenti, se non per confutare l'autorità e annientare la naturale,

sacra gerarchia?


Maestro

Non ho mai proposto agli studenti di darmi del tu; ci arrivano

spontaneamente quando si accorgono che siamo tutti persone, cioè

soggetti morali e intelletti pensanti, capaci di dare e farsi rendere

ragione.


Preside

Già, così trovano tutte le ragioni per non studiare.


Maestro

Non è vero. Questa presa di coscienza infatti avviene attraverso lo

studio e lo scambio delle idee: certo è che dopo avere provato il

gusto della loro dignità umana e scolastica, non sono più

predisposti al morbo dello studente servile: la coazione a ripetere

riassunti di manuali e traduzioni dettate senza una parola di

commento.


Docente, alzando la mano e aspettando che il preside la guardi.

Signor Preside, potrei difendermi?


Preside

Prego signora: la sua parola onesta è sempre gradita.


Docente

Scusi, professore, ma io qui vengo calunniata: io non ometto mai

di mettere in rilievo il sublime della poesia che traduco.


Studente

E la prosa dove la mette?


Docente

Silenzio tu! E' sublime anche quella. Sicuramente però io non

vado a caccia dell'idea politica come certi colleghi, poiché essa è

pericolosa quanto la dinamite, particolarmente nelle teste tanto

verdi degli adolescenti. Lei professore non crede?


Maestro

Così in assoluto no. L'idea è pericolosa quando si accampa nella

mente del ragazzo senza ammettere confutazione dialettica; il

giovane deve conoscerne diverse. Il rischio dell'ideologia unica

qui a Bologna l'abbiamo corso intorno al 1975 quando il P.C.I.

faceva il piglia tutto, e l'intellettuale ganascione, echeggiando La

distruzione della ragione di Lukàcs, proclamava che al di fuori

del razionalismo materialistico c'è solo un irrazionalismo debole al

servizio della borghesia imperialistica e reazionaria.

Successivamente tale panrazionalismo gretto e totalitario divenne

dispotico , disgustoso al punto di spingere molti di noi verso
l'irrazionale, con tanto di fricchettoni variopinti e

ragazze che sferruzzavano in classe . Questo succede ogni volta che la logica senza pietà dei vari

“illuminismi” suscita per reazione movimenti di simpatia nei

confronti dell'istinto e del sentimento. Euripide con le Baccanti

per esempio, oppure il movimento dello Sturm und Drang . Forse

volevamo amare la vita più di quanto consenta la logica. Forse

avevamo torto. 

Continua


Il ragazzo ricorda il v. 672:

ajnarciva" de; mei'zon oujk e[stin kakovn
non c'è

male più grande dell'anarchia. E' pronunciato dal tiranno Creonte.

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLX. L’ospedale di Debrecen. Il delicato corteggiamento del vecchio dentista.

  Nei giorni seguenti, intorno al ferragosto,   vissi alcune ore di buona speranza: una serie intermittente di minuti nei quali immagi...