elvisxx71, Il ciclope |
L’impolitico
è inutile, anzi dannoso perfino a se stesso. Il Ciclope è l’archetipo
dell’impolitico.
“Lavoro
spirituale che ora può assumere la figura della scienza e dell’agire politico,
ma che, nella sua essenza, significa liberazione da ogni lavoro
comandato. E’ necessario un Politico che sappia rappresentare tale
idea all’interno del sistema capitalistico, una Autorità politica
che ‘convinca’ della sua perseguibilità - possibilità reale in quanto
immanente al dominio stesso della forma comandata del lavoro.”
Il sistema
capitalistico “può ‘salvarsi’, e cioè credere e far credere di poter
indefinitamente avanzare, soltanto facendosi politico. I termini,
alla fine, andranno rovesciati? Non la sussunzione del Politico nell’Economico
segnerà il destino, ma piuttosto, viceversa, la piena ‘politicizzazione’ del
processo di accumulazione e produzione di ricchezza? Soltanto una Auctoritas
effettivamente sovrana è in grado ora di garantirlo? (…) Il capitalismo
contemporaneo, nella competizione tra le diverse aree in cui manifesta il
proprio dominio, ha bisogno di Impero. Imperare: comando
effettuale, presente, e insieme indicazione - promessa. Il Politico
non è il passato del capitalismo, può esserne, anzi, il futuro, - ma soltanto
nella forma dell’Impero e del polemos tra spazi imperiali”.
Sono del
parere che la dimensione politica, la categoria del Politico sia indispensabile
a ogni sistema elaborato dalle civiltà umane.
L’archetipo
dell’impolitico è il Ciclope.
Omero scrive che i Ciclopi non hanno assemblee deliberanti, non leggi:
vivono sule cime dei monti in grotte profonde, ciascuno fa legge alla moglie e
ai figli e non si curano l’uno dell’altro (qemisteuvei de; e[kastoς - paivdwn hjd j
ajlovcwn, oujd j ajllhvlwn ajlevgousi, Odissea, IX, 114 - 155)
Un’esistenza precivile è quella del Ciclope.
Il Ciclope del dramma satiresco di Euripide afferma che il suo dio è
la pancia e biasima i legislatori che con le leggi hanno complicato la vita
umana (oiJ de; tou;ς novmouς - e[qento poikivllonteς ajnqrwvpwn bivon, Ciclope, 338 - 339).
Il Pericle diTucidide nel logos epitafios dice: “Solo noi consideriamo (nomivzomen) non tranquillo (oujk ajpravgmona) ma inutile (ajll j ajcreĩon) chi non prende parte alla vita politica (tov te mhde;n
tw̃nde metevconta) II, 40, 2.
Concludo lasciando la parola a Cacciari: “Per ‘indebitare’ l’individuo nei
confronti dell’indefinito progresso del sistema, l’Auctoritas politica deve
farsi funzione strutturante e indispensabile di quest’ultimo. Nessuna
semplificazione, nessun riduzionismo sono qui concepibili” (p. 26)
Pesaro 30 agosto 2020, ore 18, 28. giovanni ghiselli
p. s
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