NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 30 agosto 2020

Massimo Cacciari VII, "Il lavoro dello spirito"

elvisxx71, Il ciclope

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L’impolitico è inutile, anzi dannoso perfino a se stesso. Il Ciclope è l’archetipo dell’impolitico.

“Lavoro spirituale che ora può assumere la figura della scienza e dell’agire politico, ma che, nella sua essenza, significa liberazione da ogni lavoro comandato. E’ necessario un Politico che sappia rappresentare tale idea all’interno del sistema capitalistico, una Autorità politica che ‘convinca’ della sua perseguibilità - possibilità reale in quanto immanente al dominio stesso della forma comandata del lavoro.”
Il sistema capitalistico “può ‘salvarsi’, e cioè credere e far credere di poter indefinitamente avanzare, soltanto facendosi politico. I termini, alla fine, andranno rovesciati? Non la sussunzione del Politico nell’Economico segnerà il destino, ma piuttosto, viceversa, la piena ‘politicizzazione’ del processo di accumulazione e produzione di ricchezza? Soltanto una Auctoritas effettivamente sovrana è in grado ora di garantirlo? (…) Il capitalismo contemporaneo, nella competizione tra le diverse aree in cui manifesta il proprio dominio, ha bisogno di Impero. Imperare: comando effettuale, presente, e insieme indicazione - promessa. Il Politico non è il passato del capitalismo, può esserne, anzi, il futuro, - ma soltanto nella forma dell’Impero e del polemos tra spazi imperiali”.

Sono del parere che la dimensione politica, la categoria del Politico sia indispensabile a ogni sistema elaborato dalle civiltà umane.
L’archetipo dell’impolitico è il Ciclope.
Omero scrive che i Ciclopi non hanno assemblee deliberanti, non leggi: vivono sule cime dei monti in grotte profonde, ciascuno fa legge alla moglie e ai figli e non si curano l’uno dell’altro (qemisteuvei de; e[kastoς - paivdwn hjd j ajlovcwn, oujd j ajllhvlwn ajlevgousi, Odissea, IX, 114 - 155)
Un’esistenza precivile è quella del Ciclope.

 Il Ciclope del dramma satiresco di Euripide afferma che il suo dio è la pancia e biasima i legislatori che con le leggi hanno complicato la vita umana (oiJ de; tou;ς novmouς - e[qento poikivllonteς ajnqrwvpwn bivon, Ciclope, 338 - 339).

Il Pericle diTucidide nel logos epitafios dice: “Solo noi consideriamo (nomivzomen) non tranquillo (oujk ajpravgmona) ma inutile (ajll j ajcreĩon) chi non prende parte alla vita politica (tov te mhde;n tw̃nde metevconta) II, 40, 2.

Concludo lasciando la parola a Cacciari: “Per ‘indebitare’ l’individuo nei confronti dell’indefinito progresso del sistema, l’Auctoritas politica deve farsi funzione strutturante e indispensabile di quest’ultimo. Nessuna semplificazione, nessun riduzionismo sono qui concepibili” (p. 26)

Pesaro 30 agosto 2020, ore 18, 28. giovanni ghiselli

p. s
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