domenica 16 agosto 2020

"Oreste" di Euripide. XVII parte (vv- 957-1021)


"Oreste" di Euripide. XVII parte (vv. 957-1021) 
Traduzione mia

Coro
(O infelice vergine, come resti senza voce
mentre abbassi verso terra il volto adombrato,
come una che sta per scoppiare in gemiti e lamenti).
Inizio il lamento, o terra Pelasgia,
ficcando la bianca unghia attraverso le guance, 961
sanguinosa rovina,
e il colpo sul capo che spetta alla dea
sotterranea dei morti, la bella fanciulla Persefone.
Gridi la terra dei Ciclopi , 965
ponendo sulla testa il ferro della rasatura,
le pene della casa.
Pietà, pietà qui viene avanti
per i condannati a morte,
che una volta erano i condottieri dell’Ellade. 970
Se n’è andata infatti se n’è andata, sparisce tutta
la stirpe dei figli di Pelope e quello splendore
che c’era una volta su quella casa beata;
l’invidia degli dèi l’ha abbattuta, e il malevolo
voto di morte tra i cittadini. 975
Ahi foriere di ogni pianto travagliate stirpi
 degli effimeri, guardate come il destino
va contro le speranze.
Uno prende in cambio le pene di un altro  
Nel lungo tempo: 980
e dei mortali la vita tutta è instabile.

Elettra
Potessi raggiungere la pietra
tesa a metà tra il cielo
e la terra con catene,
di anelli d’oro, zolla dall’Olimpo
fatta muovere in circolo,
per gridare tra i gemiti
al vecchio padre Tantalo 985
che generò generò i progenitori,
le sciagure della casa quali io vidi,
l’alato inseguimento dei puledri
quando con la forza che regge una quadriga
Pelope guidò il carro sul mare  
gettando nel gonfio flutto marino
Mirtilo ucciso 990
conducendo il carro verso le rive Gerestie
dalle bianche spume ondeggianti
dei flutti marini.
Da dove per la casa mia 995
partì una maledizione piena di gemiti,
il parto tra le greggi del figlio di Maia,
quando nacque il mostro
 funesto dal vello d’oro
rovina di Atreo allevatore di cavalli: 1000
donde la Discordia fuorviò
l’alato carro del sole
accostando il cammino del cielo che è volto alla sera
all’Aurora che ha un solo destriero,
e la corsa della Pleiade dalle sette vie 1005
Zeus fa volgere su altra strada,
e in cambio delle morti dà altre morti
e i banchetti eponimi di Tieste
e i letti della Cretese Aerope l’infida
dalle infide nozze: e gli ultimi mali 1010
su di me e il padre mio giunsero
Con dolorose necessità sulla mia casa

Coro
Ed ecco si trascina fin qui tuo fratello
Condannato con voto di morte,
e il più fedele di tutti Pilade,
uomo pari a un fratello, dirigendo 1015
il passo malato di Oreste,
compagno di appoggio con piede premuroso

Elettra
Ahimé, io gemo vedendoti fratello
Sull’orlo della tomba , e davanti alla pira funerea.
Ahimé davvero di nuovo: siccome ti vedo negli occhi 1020
con l’ultima vista, sono uscita di senno. 

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