"Oreste" di Euripide. XXIII parte (versi 1302-1368)
Traduzione mia
Elettra e Coro
Ammazzate, fate morire, colpite,
tirando dalla mano
Le due spade a doppio taglio,
quella che abbandonò il padre,
lasciò il marito, quella che moltissimi
fece morire degli Elleni
caduti presso il fiume,
dove lacrime su lacrime caddero per
dardi
di ferro presso i gorghi dello
Scamandro. 1310
Coro
Tacete, tacete: ho sentito il
rumore di qualcuno
piombato sulla strada vicino al
palazzo.
Elettra
O carissime donne, nel mezzo
dell’omicidio
ecco qui Ermione: smettiamo di
gridare.
Viene avanti infatti per cadere nei
lacci delle reti 1315.
Bella sarà la preda, se viene
presa.
Ricomponiti con espressione
tranquilla
con una parvenza che non palesi le
azioni compiute;
anche io terrò negli occhi un’
espressione compunta
come se proprio non sapessi quanto
è stato compiuto 1320
(A Ermione) O ragazza, sei
giunta dopo avere inghirlandato la tomba
Di Clitennestra e avere versato
libagioni ai defunti?
Ermione
Sono giunta dopo averne ottenuto la
benevolenza. Però in me
Si è insinuato un timore, qualunque
sia il grido
che odo anche lontana dal palazzo.
1325
Elettra
Che cosa dici? A noi toccano
accidenti degni di lamentazioni.
Ermione
Evita parole di cattivo augurio! Di
quale nuova disgrazia dici?
Elettra
A questa città è sembrato giusto
che Oreste e io morissimo.
Ermione
Oh no davvero! Voi siete miei
consanguinei.
Elettra
E’ deciso: stiamo sottoposti al
giogo della necessità. 1330
Ermione
Forse per questo anche quel grido
nel palazzo?
Elettra
Infatti: si è gettato supplice alle
ginocchia di Elena e grida.
Ermione
Chi? Non so niente di più, se tu
non lo dici.
Elettra
L’infelice Oreste, supplica di non
morire, anche per me.
Ermione
Per giusti motivi allora grida il
palazzo. 1335
Elettra
Infatti, per quale altro motivo
potrebbe gridare uno?
Ma vieni e partecipa alla supplica
con i tuoi cari
gettandoti ai piedi di tua madre
donna molto felice
perché Menelao non ci veda morire.
Dai, tu che sei stata allevata tra
le braccia di mia madre 1340
abbi pietà di noi e dacci un
sollievo dai mali.
Vieni qui al cimento, io ti
guiderò.
Tu sola infatti hai la meta della
salvezza.
Ermione
Ecco, spingo il piede verso il
palazzo.
Siate salvi per quanto sta in me.
Elettra
O amici, dentro la casa armati di
spada, non afferrerete la preda?
Ermione
Ahimé! Chi sono questi che vedo?
Elettra
Devi tacere
Infatti sei venuta quale salvezza
per noi, non per te.
Tenetela, tenetela: puntandole la
spada
sul collo restate fermi, perché
Menelao 1350
sappia questo: che avendo trovato
degli uomini, non Frigi vili
ha avuto quello che devono avere i
vili.
Coro
Iò iò care,
suscitate frastuono, frastuono e
grida
davanti al palazzo, perché
l’assassinio compiuto
non getti una terribile paura negli
Argivi, 1355
tanto da farli correre in aiuto al
palazzo reale
prima che io abbia davvero visto il
cadavere di Elena
steso a terra coperto di sangue
nella casa,
o che abbia saputo la notizia da
qualche servitore:
infatti conosco qualche cosa
dell’evento luttuoso, ma su altre non ho chiarezza. 1360
Con giustizia la nemesi divina
È giunta su Elena
Infatti ha riempito di lacrime l’Ellade
intera,
a causa del funesto, funesto Ideo
Paride, che portò la Grecia a Ilio 1365
Ma fanno rumore i chiavistelli
della reggia
Fate silenzio: infatti viene fuori
uno dei Frigi,
da questo sapremo come vanno le
cose nel palazzo.
giovanni ghiselli
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