la figlia di Tindaro Gustave Moreau, Elena sui bastioni di Troia |
"Oreste" di Euripide. XX parte (vv. 1131-1203)
Traduzione
mia
Pilade
Hai
capito: ora ascolta com’è buono il mio piano.
Se
di fatto noi scagliassimo la spada su una donna
più
virtuosa, l’uccisione sarebbe ignominiosa,
ma
ora quella pagherà il fio a tutta l’Ellade
di
cui ha ucciso i padri, di cui ha fatto morire i figli,
e
ha reso le spose orbate dei mariti. 1135
Ci
sarà un grido di giubilo, e accenderanno il fuoco per gli dèi
augurando
a te e a me molto bene
siccome
abbiamo fatto uscire il sangue di una donna malvagia.
Non
sarai chiamato il matricida per avere ammazzato colei, 1140
ma
lasciato questo epiteto capiterai in uno migliore
chiamato
l’uccisore di Elena, l’assassina di molti.
Non
conviene mai, non conviene che Menelao abbia successo,
mentre
tuo padre e tu e tua sorella dovete morire
e
la madre…questo lo lascio infatti non è decoroso parlarne, 1145
e
che abbia il palazzo tuo lui che recuperato la moglie
attraverso
la lancia di Agamennone: che io davvero non viva più,
se
non estrarrò contro di lei la nera spada.
Se
però di fatto non otteniamo l’uccisione di Elena,
morremo
dando fuoco a questo palazzo. 1150
Infatti
avremo gloria non fallendo un risultato
nella
bellezza morendo o nella bellezza salvandoci.
Coro
La
figlia di Tindaro che disonorò il genere
di
tutte le donne è degna di odio.
Oreste
Ah
Non
c’è nulla di meglio di un amico vero, 1155
non
la ricchezza, non il potere: è cosa sconsiderata
lo scambio
della folla con un amico vero.
Fosti
tu infatti a escogitare il male di Egisto
E
nel pericolo eri vicino a me,
e
anche ora mi dai il modo di vendicarmi dei nemici 1160
e
non sei andato via…smetterò di elogiarti, poiché
c’è
un peso anche in questo, essere lodato troppo.
E
io mentre in ogni modo esalo l’anima mia
desidero
morire dopo avere fatto qualcosa contro i miei nemici
per
fare morire a mia volta quelli che mo hanno tradito, 1165
e
perché piangano quelli che mi hanno reso un disgraziato
Io
sono comunque un figlio di Agamennone il quale
comandò
sull’Ellade in quanto ritenutone degno, non da tiranno, ma
comunque/
ebbe
una potenza divina e non lo disonorerò
rappresentando
una morte servile ma da uomo libero 1170
esalerò
l’anima e la farò pagare a Menelao.
In
effetti se cogliessimo solo un altro risultato avremmo successo,
se
da qualche parte sopraggiungesse una salvezza insperata
a
quelli che ammazzano e non muoiono: questo auspico.
Quello
che voglio infatti, è piacevole pur attraverso la bocca 1175
con
alate parole confortare l’animo senza che costi nulla.
Elettra
Io,
fratello, proprio questo credo di avere,
la
salvezza per te, per lui e in terzo luogo per me.
Oreste
Tu
dici la provvidenza di un dio, ma dove sta questa?
Perché
so che nella tua anima c’è intelligenza. 1180
Elettra
Ascolta
dunque; e anche tu tieni qui l’attenzione.
Oreste
Parla,
siccome la possibilità del bene ha un qualche piacere.
Elettra
Conosci
la figlia di Elena? L’ho domandato a chi la conosce.
Oreste
La
conosco. Ermione che mia madre ha allevato.
Elettra
Questa
è andata alla tomba di Clitennestra. 1185
Oreste
A
fare che cosa? Quale speranza suggerisci?
Elettra
Per
versare libagioni sulla tomba da parte della madre.
Oreste
E
perché mi dici questo riguardo alla salvezza?
Elettra
Prendetela
come ostaggio quando torna indietro.
Oreste
Questo
che hai detto è rimedio di che cosa per noi tre amici? 1190
Elettra
Morta
Elena, se Menelao facesse qualche cosa contro di te
o
a lui e a me - infatti questa amicizia è un’intera unità -
digli
che ucciderai Ermione, e la spada devi
tenerla
sguainata proprio vicino al collo della ragazza.
E
se Menelao ti salva, desiderando che la fanciulla non muoia 1195
vedendo
Elena caduta nel sangue,
lascia
che il padre riabbia il corpo della figlia;
qualora
invece, non controllando l’animo incollerito,
cerchi
di ammazzarti, allora tu sgozza la gola della ragazza.
Del
resto credo che lui, pur se dapprima si presenta con impeto 1200
con
il tempo ammorbidirà l’ira viscerale. Infatti non è nato
audace
né coraggioso. Io ho per noi questa
trincea
di salvezza. Il discorso è finito.
Pesaro
21 agosto ore 9, 37. giovanni ghiselli
p.
s
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