venerdì 21 agosto 2020

"Oreste" di Euripide. XX parte (vv. 1131-1203)

la figlia di Tindaro
Gustave Moreau, Elena sui bastioni di Troia

"Oreste" di Euripide. XX parte (vv. 1131-1203)

Traduzione mia

Pilade
Hai capito: ora ascolta com’è buono il mio piano.
Se di fatto noi scagliassimo la spada su una donna
più virtuosa, l’uccisione sarebbe ignominiosa,
ma ora quella pagherà il fio a tutta l’Ellade
di cui ha ucciso i padri, di cui ha fatto morire i figli,
e ha reso le spose orbate dei mariti. 1135
Ci sarà un grido di giubilo, e accenderanno il fuoco per gli dèi
augurando a te e a me molto bene
siccome abbiamo fatto uscire il sangue di una donna malvagia.
Non sarai chiamato il matricida per avere ammazzato colei, 1140
ma lasciato questo epiteto capiterai in uno migliore
chiamato l’uccisore di Elena, l’assassina di molti.
Non conviene mai, non conviene che Menelao abbia successo,
mentre tuo padre e tu e tua sorella dovete morire
e la madre…questo lo lascio infatti non è decoroso parlarne, 1145
e che abbia il palazzo tuo lui che recuperato la moglie
attraverso la lancia di Agamennone: che io davvero non viva più,
se non estrarrò contro di lei la nera spada.
Se però di fatto non otteniamo l’uccisione di Elena,
morremo dando fuoco a questo palazzo. 1150
Infatti avremo gloria non fallendo un risultato
nella bellezza morendo o nella bellezza salvandoci.

Coro
La figlia di Tindaro che disonorò il genere
di tutte le donne è degna di odio.

Oreste
Ah
Non c’è nulla di meglio di un amico vero, 1155
non la ricchezza, non il potere: è cosa sconsiderata
lo  scambio della folla con un amico vero.
Fosti tu infatti a escogitare il male di Egisto
E nel pericolo eri vicino a me,
e anche ora mi dai il modo di vendicarmi dei nemici  1160
e non sei andato via…smetterò di elogiarti, poiché
c’è un peso anche in questo, essere lodato troppo.
E io mentre in ogni modo esalo l’anima mia
desidero morire dopo avere fatto qualcosa contro i miei nemici
per fare morire a mia volta quelli che mo hanno tradito, 1165
e perché piangano quelli che mi hanno reso un disgraziato
Io sono comunque un figlio di Agamennone il quale
comandò sull’Ellade in quanto ritenutone degno, non da tiranno, ma comunque/
ebbe una potenza divina e non lo disonorerò
rappresentando una morte servile  ma da uomo libero 1170
esalerò l’anima e la farò pagare a Menelao.
In effetti se cogliessimo solo un altro risultato avremmo successo,
se da qualche parte sopraggiungesse una salvezza insperata
a quelli che ammazzano e non muoiono: questo auspico.
Quello che voglio infatti, è piacevole pur attraverso la bocca 1175
con alate parole confortare l’animo senza che costi nulla.

Elettra
Io, fratello, proprio questo credo di avere,
la salvezza per te, per lui e in terzo luogo per me.

Oreste
Tu dici la provvidenza di un dio, ma dove sta questa?
Perché so che nella tua anima c’è intelligenza. 1180

Elettra
Ascolta dunque; e anche tu tieni qui l’attenzione.

Oreste
Parla, siccome la possibilità del bene ha un qualche piacere.

Elettra
Conosci la figlia di Elena?  L’ho domandato a chi la conosce.

Oreste
La conosco. Ermione che mia madre ha allevato.

Elettra
Questa è andata alla tomba di Clitennestra. 1185

Oreste
A fare che cosa? Quale speranza suggerisci?

Elettra
Per versare libagioni sulla tomba da parte della madre.

Oreste
E perché mi dici questo riguardo alla salvezza?

Elettra
Prendetela come ostaggio quando torna indietro.

Oreste
Questo che hai detto è rimedio di che cosa per noi tre amici? 1190

Elettra
Morta Elena, se Menelao facesse qualche cosa contro di te
o a lui e a me - infatti questa amicizia è un’intera unità - 
digli che ucciderai Ermione, e la spada devi
tenerla sguainata proprio vicino al collo della ragazza.
E se Menelao ti salva, desiderando che la fanciulla non muoia 1195
vedendo Elena caduta nel sangue,
lascia che il padre riabbia il corpo della figlia;
qualora invece, non controllando l’animo incollerito,
cerchi di ammazzarti, allora tu sgozza la gola della ragazza.
Del resto credo che lui, pur se dapprima si presenta con impeto 1200
con il tempo ammorbidirà l’ira viscerale. Infatti non è nato
audace né coraggioso. Io ho per noi questa
trincea di salvezza. Il discorso è finito.

Pesaro 21 agosto ore 9, 37. giovanni ghiselli


p. s
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