NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 13 agosto 2020

"Oreste" di Euripide XVI parte

Diomede
vv. 898-956 Traduzione mia


Messaggero
Dopo costui prendeva a parlare il principe Diomede.
Questo non consentiva che si uccidessero te né tuo fratello,
mentre punendovi con l’esilio si sarebbe rispettata la religione. 900
Applaudirono rumorosamente alcuni, significando che diceva bene,
mente altri non approvavano. E dopo questo si alza
un uomo dalla lingua senza porta, forte della sua audacia,
Argivo non Argivo, imposto per forza,
fidente nel tumulto e nella brutale licenza di parlare
persuasivo per giunta tanto da trascinarli in qualche male:
quando infatti uno piacevole con le parole e dal pensiero malvagio
persuade la folla, per la città è un grande malanno:
quanti invece con senno consigliano sempre bene,
anche se non subito, in seguito sono utili 910
alla città. È così che si deve guardare
a un capo: è uguale infatti la faccenda
per chi dice discorsi e chi ricopre una carica.
Colui  aizzò ad ammazzare Oreste e te gettando
pietre: sotto sotto Tindaro suggeriva tali parole 915
da dire a chi voleva uccidere voi due.
Un altro poi alzatosi diceva parole contrarie a costui,
di aspetto non bello, ma uomo animoso,
uno che raramente frequenta la città e il cerchio della piazza,
uno che lavora la terra,- di quelli che soli salvano il paese- 920
intelligente quando vuole muoversi verso un dibattito,
uno integro, che ha condotto una vita irreprensibile.
Egli propose di incoronare il figlio di Agamennone:
 Oreste che aveva voluto vendicare il padre,
ammazzando una donna malvagia ed empia,
la quale cercava di toglierci quel nostro prendere in mano le armi
e andare in guerra abbandonando le case,
se quelli che restano distruggono la custodia della casa
corrompendo le spose dei guerrieri.
E agli onesti sembrava che dicesse bene 930
E nessuno parlò più. Poi giunse tuo fratello,
e disse: “o voi che tenete la terra di Inaco,
(anticamente Pelasgi, poi Danaidi, n.d.r.)
È per difendere voi, non meno di mio padre,
che ho ucciso la madre. Se infatti l’uccisione dei mariti 935
sarà lecita per le donne, non sarebbe più possibile
prevenire la morte, oppure ci si dovrà asservire alle donne
e voi farete il contrario di quello che si deve fare.
Adesso infatti colei che ha tradito il letto di mio padre
è morta, ma se ammazzerete me, 940
la legge è messa via, e nessuno potrebbe prevenire la propria morte
siccome non vi sarà penuria di quell’audacia”.

Ma non persuadeva la folla, benché sembrasse parlare bene.
Prevale invece quel malvagio parlando tra la moltitudine,
quello che aveva proposto di mettere a morte te e tuo fratello. 945
A stento il povero Oreste li ha persuasi a non farlo morire
lapidato: ha promesso che in questo giorno lascerà la vita
per sgozzamento operato dalla sua stessa mano
con te. Lo conduce fuori dall’assemblea
Pilade tra le lacrime, e gli amici lo accompagnano 950
piangendo, commiserandolo: e sta arrivando da te
un amaro spettacolo e una triste visione.
Ma prepara la spada o un laccio per il collo:
poiché devi lasciare la luce: la nobiltà
non ti ha giovato per niente, né il dio di Pito, 955
Febo che siede sul tripode, anzi ti ha rovinato.

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