Il 15 agosto è il triste dì del funerale dell’estate. Giorno di lutto, non di festa
“Chiudere le
didscoteche” -“la Repubblica”
del 13 agosto 2020. Pagina 1
“Si muore ancora
per eroina, qui più che altrove”. Ibidem cronaca di Bologna pagina 1.
Commento mio: chiudere davvero quelle caverne, quei covi, e per sempre. Prendiamo
il virus come “provvida sventura” che ci ha dato una lezione per porre fine ai
comportamenti da branco di animali praticati da molti uominini e donne,
soprattutto giovani. E non mi si venga a parlare di dionisiaco: un abisso immenso separa i Greci dionisiaci dai
barbari orgiastici le cui feste
consistevano in una esaltata sfrenatezza sessuale, in un’orribile miscuglio di
voluttà e crudeltà, vero beveraggio delle streghe[1].
Si sta avvicinando una delle
feste comandate, una delle più tristi siccome segna la fine della festa
naturale: l’estate, la stagione “meno dolente”, per nulla dolente anzi.
Vedo nella spiaggia di Pesaro
uomini, donne e perfino bambini obesi, eppure intesi a mangiare. Sono il
simbolo della decadenza, della negazione della forza di volontà, del metodo: la
via erta della disciplina.
Ora si rischia una seconda
chiusura della scuola. Forse questa iattura a molti sdilinquiti fannulloni non
dispiace. Si portano sulle spalle secoli di parassitismo e di stanchezza: hanno
bisogno di droghe a partire dalla sovranutrizione per sentirsi vivi. Non pochi,
quando il cibo eccessivo non basta alla plenitudine del vizio, ricorrono a droghe più pesanti e
mortificanti.
Dunque chiudete le discoteche
e riaprite le scuole. E aboliamo le feste tristi quanto i funerali. Il
ferragosto è il funerale dell’estate.
Saluti e baci
gianni
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