venerdì 21 agosto 2020

La scuola corrotta. XI. Fine del terzo atto con il terzo coro

istituto stanco e cadente
Fine del terzo atto con il terzo coro

Maestro
Il re si compiacque della soluzione finale e per suo diporto scatenò
un'ignobile gara sul  lustro e duro pavimento dove i profeti si
lanciarono in rapido, scivoloso agone a raccattare monete.
La parabola è finita. Io credo che in Italia sussista ancora un poco
di quell'anima che non si china a venerare i miseri quattrini.
Perciò chiedo ai ragazzi di conservare l'entusiasmo, il mio e il
loro; ai rari volti e cuori umani ancora presenti nei desolati luoghi
del potere chiedo che non ci lascino soli contro la fangosa ondata
di indifferenza e ignoranza che incombe sulla scuola e sulla
società italiana.E prego lei preside che ha potere qua dentro, di


contribuire a vitalizzare questo istituto stanco e cadente siccome
povero di cultura.


Preside
Allora lei non vuole vedere l'autorità annientata?


Maestro
No, anzi: voglio vederla rifondata sulla morale.


Docente
E non auspica che gli studenti prendano a calci i professori?


Maestro
Al contrario. Io vedo gli allievi e i docenti nella loro totalità di
persone, e perciò considero la diffidenza o l'ostilità con cui gli uni
trattano gli altri, quali frutti guasti di menti malate.


Preside
Ma lei in pratica che cosa chiede?


Maestro
Sì, glielo specifico meglio. Premetto che le mie esigenze di
fondo, quelle della pulizia morale, dell'intelligenza, della cultura,
le ho individuate grazie all'aiuto dei migliori tra i giovani che ho
cercato di educare dal 1969 in avanti. E ora, a nome di questi
ragazzi desiderosi e capaci di pensare, amare, studiare; adolescenti
che non sono ancora abituati alle menzogne, non sanno odiare,
non vogliono sprecare il tempo della loro vita a scuola né altrove,
chiedo ai pochi uomini con responsabilità di potere ancora
moralmente vivi, di lottare contro l'ipocrisia, la corruzione la
violenza; chiedo al partito comunista di tornare a fare un'
opposizione vera, oppure, se ne avrà la forza elettorale, di fare il
governo ammettendo un'opposizione, poiché la fine della dialettica
è la morte del pensiero e della libertà.
A lei preside, chiedo di togliere spazio agli insegnanti incolti che
detestano la scuola per darne di più agli entusiasti dell'educazione, agli atleti dello studio;
ai colleghi raccomando di studiare fino al sacrificio di altre attività e di non essere diffidenti verso
i giovani che non sono disonesti, se noi non li rendiamo tali.
Esorto i miei allievi a non perdere la speranza anche se le loro
attese verranno momentaneamente frustrate. Poiché le nostre idee
sono eterne: sono quelle per le quali l'uomo non è ancora
scomparso come portatore di umanità; esse danno cattiva
coscienza al violento e all'ipocrita limitandone l'efficienza; sono
state la forza di Socrate e di Cristo, sono la potenza vitale con cui i
buoni ancora una volta, siatene certi, prevarranno sui malvagi.
Breve pausa
Ora ragazzi, diteci il vostro parere.


Terzo coro
Classe, maestro, docente, preside


Classe
Al falso docente,
lo pseudo educatore 
che dissacra la scuola
e profana la santa educazione
con soporifera indifferenza,
con diffidenza offensiva
atta a destare cattive emozioni,
con criminale ignoranza
la spregiatrice cruenta dell'anima umana,
l'adoratrice prostrata a venerare
lucro nefando, losco intrallazzo,
disanimante frastuono,
la gastrolatra enorme,
visceri guasti dai ripugnanti sospiri;
al polimorfo ruffiano di se stesso
che, allucinato,
crede di scorgere in me
la repressione violenta,
la perversione profonda,
la malafede servile,
l'immedicabile angoscia
della sua anima impoverita,
ulcerata da desideri furiosi,
rabide cagne ostili all'amore,
io chiedo di torcere in fuga
fuori dal tempio
lo scivoloso, sacrilego piede,
senza lasciare
la sudicia traccia vischiosa
contaminante i fedeli;
io non posso seguirla.
Io voglio affiancare
con passo diritto
il vero maestro
sacro a Paideia:
l'educatore entusiasta
che, con atto di fede incrollabile
nella limpida umana creatura
predisposta a riflettere
gioiosamente
lo splendido volto della vita,
progredisce sicuro sulle orme di luce
impresse sulla strada erta dell'uomo
dai maestri che hanno indirizzato
l'umanità al culto del bello morale,
e, cacciando i mercanti dal tempio,
hanno rimesso lo spirito sopra l'altare.


Esodo
Tutti i personaggi sono presenti

Maestro
Infatti il problema è quello di riconsacrare l'uomo. Continueremo a
lavorare insieme con questo scopo.


Preside
Vedremo, vedremo. Lei sta facendo i conti senza il preside.


Docente ( rivolta al capo dell'istituto) 
E' un sobillatore odioso: deve essere allontanato.

Maestro
Lavorerò comunque. Mi avete calunniato per due anni; avete
cercato di istigare contro di me i genitori degli alunni e perfino gli
stessi allievi, eppure ho impegnato  tutte le forze mie. Non smetterò di
educare i giovani. Sono convinto che un adolescente educato bene
sia mentalmente più integro e avanzato di un adulto medio. E che
fornisca maggiori stimoli al lavoro intellettuale. Anche se
riuscirete a cacciarmi, sarò maestro dell'intero istituto, anzi
dell'intera città attraverso il contagio diffuso dai miei alunni e dal
mio lavoro.


Docente
Cosa? Contagio? Io non voglio contrarre malattie innominabili.


Maestro
Già: quello che secondo lei è il morbo del libero pensiero. Non è in noi la malattia. Questi
ragazzi ed io vorremmo attaccarvi la nostra volontà di salute. Noi
diffondiamo germi di vita ascendente.


Preside
Sì, quelli della licentia.


Studente
No preside. I semi dell'entusiasmo.


Preside
Ma mi faccia il piacere! Entusiasmo per che cosa?


Studente
Per l'umanità, per la vita, per la scuola che ci educa.

giovanni ghiselli riveduto e ritoccato nell’agosto del 2020

p.s.
La pima redazione di questo dramma risale all'autunno del 1980. Le condizioni politiche, e le mie personali, erano diverse da quelle di oggi. Le mie in questi 40 anni sono molto migliorate. Su quelle dell'Italia, giudicate voi lettori non troppo giovani. 

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