istituto stanco e cadente |
Fine
del terzo atto con il terzo coro
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Il re
si compiacque della soluzione finale e per suo diporto scatenò
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un'ignobile
gara sul lustro e duro pavimento dove i profeti si
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lanciarono
in rapido, scivoloso agone a raccattare monete.
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La
parabola è finita. Io credo che in Italia sussista ancora un poco
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di
quell'anima che non si china a venerare i miseri quattrini.
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Perciò
chiedo ai ragazzi di conservare l'entusiasmo, il mio e il
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loro;
ai rari volti e cuori umani ancora presenti nei desolati luoghi
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del
potere chiedo che non ci lascino soli contro la fangosa ondata
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di
indifferenza e ignoranza che incombe sulla scuola e sulla
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società
italiana.E prego lei preside che ha potere qua dentro, di
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contribuire
a vitalizzare questo istituto stanco e cadente siccome
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povero
di cultura.
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Preside
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Allora
lei non vuole vedere l'autorità annientata?
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Maestro
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No,
anzi: voglio vederla rifondata sulla morale.
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Docente
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E non
auspica che gli studenti prendano a calci i professori?
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Maestro
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Al
contrario. Io vedo gli allievi e i docenti nella loro totalità di
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persone,
e perciò considero la diffidenza o l'ostilità con cui gli uni
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trattano
gli altri, quali frutti guasti di menti malate.
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Preside
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Ma
lei in pratica che cosa chiede?
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Maestro
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Sì,
glielo specifico meglio. Premetto che le mie esigenze di
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fondo,
quelle della pulizia morale, dell'intelligenza, della cultura,
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le ho
individuate grazie all'aiuto dei migliori tra i giovani che ho
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cercato
di educare dal 1969 in avanti. E ora, a nome di questi
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ragazzi
desiderosi e capaci di pensare, amare, studiare; adolescenti
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che
non sono ancora abituati alle menzogne, non sanno odiare,
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non
vogliono sprecare il tempo della loro vita a scuola né altrove,
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chiedo
ai pochi uomini con responsabilità di potere ancora
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moralmente
vivi, di lottare contro l'ipocrisia, la corruzione la
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violenza;
chiedo al partito comunista di tornare a fare un'
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opposizione
vera, oppure, se ne avrà la forza elettorale, di fare il
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governo
ammettendo un'opposizione, poiché la fine della dialettica
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è la
morte del pensiero e della libertà.
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A lei
preside, chiedo di togliere spazio agli insegnanti incolti che
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detestano
la scuola per darne di più agli entusiasti dell'educazione, agli
atleti dello studio;
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ai
colleghi raccomando di studiare fino al sacrificio di altre
attività e di non essere diffidenti verso
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i
giovani che non sono disonesti, se noi non li rendiamo tali.
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Esorto
i miei allievi a non perdere la speranza anche se le loro
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attese
verranno momentaneamente frustrate. Poiché le nostre idee
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sono
eterne: sono quelle per le quali l'uomo non è ancora
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scomparso
come portatore di umanità; esse danno cattiva
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coscienza
al violento e all'ipocrita limitandone l'efficienza; sono
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state
la forza di Socrate e di Cristo, sono la potenza vitale con cui i
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buoni
ancora una volta, siatene certi, prevarranno sui malvagi.
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Breve
pausa
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Ora
ragazzi, diteci il vostro parere.
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Terzo
coro
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Classe,
maestro, docente, preside
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Classe
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Al
falso docente,
lo
pseudo educatore
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che
dissacra la scuola
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e
profana la santa educazione
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con
soporifera indifferenza,
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con
diffidenza offensiva
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atta
a destare cattive emozioni,
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con
criminale ignoranza
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la
spregiatrice cruenta dell'anima umana,
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l'adoratrice
prostrata a venerare
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lucro
nefando, losco intrallazzo,
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disanimante
frastuono,
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la
gastrolatra enorme,
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visceri
guasti dai ripugnanti sospiri;
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al
polimorfo ruffiano di se stesso
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che,
allucinato,
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crede
di scorgere in me
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la
repressione violenta,
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la
perversione profonda,
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la
malafede servile,
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l'immedicabile
angoscia
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della
sua anima impoverita,
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ulcerata
da desideri furiosi,
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rabide
cagne ostili all'amore,
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io
chiedo di torcere in fuga
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fuori
dal tempio
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lo
scivoloso, sacrilego piede,
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senza
lasciare
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la
sudicia traccia vischiosa
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contaminante
i fedeli;
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io
non posso seguirla.
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Io
voglio affiancare
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con
passo diritto
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il
vero maestro
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sacro
a Paideia:
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l'educatore
entusiasta
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che,
con atto di fede incrollabile
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nella
limpida umana creatura
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predisposta
a riflettere
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gioiosamente
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lo
splendido volto della vita,
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progredisce
sicuro sulle orme di luce
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impresse
sulla strada erta dell'uomo
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dai
maestri che hanno indirizzato
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l'umanità
al culto del bello morale,
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e,
cacciando i mercanti dal tempio,
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hanno
rimesso lo spirito sopra l'altare.
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Esodo
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Tutti
i personaggi sono presenti
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Maestro
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Infatti
il problema è quello di riconsacrare l'uomo. Continueremo a
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lavorare
insieme con questo scopo.
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Preside
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Vedremo,
vedremo. Lei sta facendo i conti senza il preside.
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Docente (
rivolta al capo dell'istituto)
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E' un
sobillatore odioso: deve essere allontanato.
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Maestro
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Lavorerò
comunque. Mi avete calunniato per due anni; avete
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cercato
di istigare contro di me i genitori degli alunni e perfino gli
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stessi
allievi, eppure ho impegnato tutte le forze mie. Non
smetterò di
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educare
i giovani. Sono convinto che un adolescente educato bene
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sia
mentalmente più integro e avanzato di un adulto medio. E che
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fornisca
maggiori stimoli al lavoro intellettuale. Anche se
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riuscirete
a cacciarmi, sarò maestro dell'intero istituto, anzi
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dell'intera
città attraverso il contagio diffuso dai miei alunni e dal
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mio
lavoro.
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Docente
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Cosa?
Contagio? Io non voglio contrarre malattie innominabili.
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Maestro
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Già:
quello che secondo lei è il morbo del libero pensiero. Non è in
noi la malattia. Questi
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ragazzi
ed io vorremmo attaccarvi la nostra volontà di salute. Noi
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diffondiamo
germi di vita ascendente.
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Preside
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Sì,
quelli della licentia.
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Studente
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No
preside. I semi dell'entusiasmo.
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Preside
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Ma mi
faccia il piacere! Entusiasmo per che cosa?
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Studente
|
Per
l'umanità, per la vita, per la scuola che ci educa.
giovanni
ghiselli riveduto e ritoccato nell’agosto del 2020
p.s.
La
pima redazione di questo dramma risale all'autunno del 1980. Le
condizioni politiche, e le mie personali, erano diverse da quelle
di oggi. Le mie in questi 40 anni sono molto migliorate. Su quelle
dell'Italia, giudicate voi lettori non troppo giovani.
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