Elettra Bozzetto scenografico di Mario Luca Testa |
Traduzione mia
Terzo
episodio (844-1245)
Elettra
Donne, se
n’è forse andato dalla casa
l’infelice Oreste
sopraffatto dalla follia mandata dagli dèi? 845
Coro
Niente
affatto: è andato dal popolo argivo
a dare la
battaglia che lo attende
per la vita,
nella quale si deve scegliere tra la vita e la morte.
Elettra
Ahimé: che
cosa ha fatto? Chi lo ha persuaso?
Coro
Pilade: ma
pare che questo messaggero tra non molto 850
Dirà gli
eventi accaduti là su tuo fratello.
Messaggero
O infelice,
o sventurata figlia del condottiero Agamennone,
principessa
Elettra, ascolta le parole di sventura che sono venuto a portarti.
Elettra
Ahi siamo
perduti. Sei chiaro nel parlare. 855
Infatti a
quanto pare sei venuto da nunzio di mali.
Messaggero
Il voto dei
Pelasgi ha decretato che tuo fratello muoia
E anche tu
infelice, in questo giorno.
Elettra
Ahimé è
arrivato il presentimento che temevo
e da tempo
mi struggevo in lamenti per il futuro. 860
Ma quale
lotta giudiziaria, quali discorsi tra gli Argivi
Ci
condannarono e sancirono la condanna a morte?
Di’ o
vecchio: devo spirare per mano armata
di pietre
oppure per ferro
condividendo
la disgrazia comune al fratello? 865
Messaggero
Mi trovavo a
entrare nelle porte della città
dalla
campagna, sentendo il bisogno di informarmi riguardo alla sorte tua
e a quella
di Oreste: per tuo padre infatti
avevo sempre
affetto finché visse, e la tua casa mi nutriva,
povero sì,
ma nobile nei rapporti con gli amici. 870
Vedo una
turba che va a prendere posto sulla collina
dove dicono
che Danao per primo concedendo a Egitto
il processo
radunò il popolo nella sede dell’assemblea.
Vedendo
l’assembramento, domandai a uno dei cittadini:
“Che c’è di
nuovo in Argo? Forse qualche annuncio 875
dai nemici
ha incitato la città dei Danaidi?”
Quello
allora disse: “non vedi là Oreste che
Si avvicina
per correre l’alea di un processo capitale?”
Vedo allora
un’apparizione inattesa, che mai avrei dovuto:
Pilade e tuo
fratello che venivano avanti insieme, 880
uno
abbattuto e sfinito della malattia,
l’altro che
come un fratello condivideva il dolore dell’amico
e si
prendeva cura del suo male con l’assistenza che si dà a un figlio.
Quando poi
la turba degli Argivi fu completa,
un araldo
alzatosi disse: “chi vuole dire, 885
se Oreste
deve morire o no
in quanto
matricida?” E dopo questo si alza
Taltibio che
con tuo padre razziava i Frigi.
E parlò, lui
sempre sottoposto ai potenti,
in modo
ambiguo, da una parte ammirando il padre tuo
però senza
approvare tuo fratello, intrecciando
discorsi
belli e malvagi: che aveva stabilito usanze
non belle
verso i genitori; e occhiate sempre
sorridenti
lanciava agli amici di Egisto.
Infatti tale
genìa è siffatta: su chi ha successo 895
saltano
sempre gli araldi. Questo è loro amico:
chi ha
potere sulla città e si trova tra le autorità.
Pesaro 12
agosto 2020 ore 11, 45. giovanni ghiselli
p. s.
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