NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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venerdì 2 ottobre 2020

Le figure femminili nei poemi epici greci e latini. II. Subentra il patriarcato

Hera in trono col melograno nella mano destra, Poseidonia
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Già nell’Iliade, di fatto, le divinità femminili sono subordinate a quelle maschili, ed Era, per conseguire un suo scopo non può dare ordini ma deve ricorrere alla cosmesi, al trucco, all’inganno, alla seduzione, alla lusinga nei confronti di Zeus (Iliade XIV, 170 ss.).

Si mise e[rmata (182) e sciolse una fascia ricamata dal petto dove c’è amore, desiderio e incontro intimo - e[nq j e[ni me;n filovth", ejn d j i{mero", ejn d j ojaristuv" (216) e la seduzione che con forza ruba il senno anche ai saggi - pavrfrasi"

Era prima si lava, si unge, si pettina, si veste si infila attraverso i lobi ben bucati gli orecchini (e{rmata 182) orecchini a tre perle simili a more trivglhna moroventa (183) poi va da Afrodite che le dà per il petto una fascia ricamata dove c’è l’amore (filovth"), il desiderio ( i{mero") e la seduzione (pavrfasi") che con forza ruba il senno anche ai saggi (217). Allora meivdhsen de; bow`pi" povtnia {Hrh sorrise Era augusta e si pose la fascia sul seno. e si pose la fascia sul seno. Per meidiavw cfr. to smile.

Quindi la dea va da Zeus che quando la vede nomina una decina di altre amanti dicendo che nessuna di loro (Dia, Europa, Danae, Semele, Alcmena, Semele, Demetra, Latona) gli è mai piaciuta tanto. Neppure la stessa moglie - sorella Zeus ha mai desiderato tanto quanto in quel momento - oujde; seu' aujth'" - w" sevo nu'n e[ramai (327 - 328). Infine Zeus si addormentò u{pnw/ kai; filovthti dameiv" (352) sopraffatto dall’amore e dal sonno. Allora lo stesso { Upno" che aveva collaborato all’inganno aiutando Era, andò da Poseidone a dirgli che poteva aiutare i Danai siccome Era aveva indotto insidiosamente Zeus a giacere nel letto in amore con lei - { Hrh d’ jejn fivlothti parhvpafen eujnhqh`nai /360) - parapafivskw.

 

Nel I canto dell’Iliade la madre di Achille Qevti" pregata dal figlio deve implorare l’onnipotente per impetrare un favore al figlio cui è stato negato l’onore meritato con il valore.

Il compenso che il prode si aspetta in cambio dell' ajrethv dimostrata, è un riconoscimento in termini di onore: la timhv negata è una tragedia per il valoroso che si è distinto in battaglia: Achille si rifiuta di combattere constando che l'uomo codardo e il valoroso sono tenuti nello stesso onore:" ejn de; ijh'/ timh'/ hjme;n kako;" hjde; kai; ejsqlov""[1]. Questo risponde alla richiesta di tornare a combattere che gli viene fatta dall’ambasceria di Odisseo, Aiace e Fenice.

I Greci senza il valore del Pelide nell’VIII canto avevano perso la battaglia con i Troiani

Nel I canto aveva chiesto alla madre: tu, aiuta tuo figlio, se puoi (393)

Allora Tetide implora Zeus di onorargli il figlio:"tivmhsovn moi uiJovn"[2], onora mio figlio - prega - , poiché è di vita più breve degli altri, e il signore di genti Agamennone lo disonorò ("hjtivmhsen"[3]) : gli ha preso il suo dono e lo tiene.

Zeus ebbe un momento di esitazione per timore di Era, ma poi neu`se (I, 528) acconsentì con un cenno delle sopracciglia nere.

 

Fidia citò i versi dell’assenso di Zeus alla preghiera di Tetide (Iliade III, 528 - 530 neu`se Kronivwn etc.) quando un amico gli chiese con quale intendimento avesse raffigurato nell’avorio la suprema celeste bellezza di Giove (Valerio Massimo, III, 7 stran, 4.)

giovanni ghiselli

 



[1]Iliade , IX, 319

[2]Iliade , I, 505

[3]IliadeI, 507

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