NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 4 agosto 2020

"Oreste" di Euripide. IX parte

Adolfo De Carolis, Oreste

Traduzione mia dei versi 491-541

Tindaro
Quale battibecco sulla saggezza è arrivato a riguardare a costui?
se il bello e il brutto fossero evidenti per tutti
chi tra gli uomini sarebbe più stupido di questo
che non ha osservato la giustizia
e non è giunto nemmeno alla legge comune degli Elleni? 495
Infatti quando Agamennone esalò la vita
colpito al capo dalla figlia mia
misfatto infame - difatti non lo approverò mai -
sarebbe stato suo dovere applicare la pena del delitto di sangue, 500
seguendo la legge, e cacciare dal palazzo
la madre, allora dalla sventura avrebbe tratto l’essere moderato
e si sarebbe attenuto alla legge e alla pietà.
Ora invece è andato incontro al medesimo destino di sua madre.
Infatti, mentre riteneva giustamente malvagia lei, 505
colui ammazzando la madre è diventato più malvagio.
A te farò questa domanda, Menelao:
se la moglie compagna di letto ammazzasse costui,
e il figlio di questo ammazzerà a sua volta in contraccambio la madre
e poi quello nato da questo ripagherà l’assassinio 510
con l’assassinio, fin dove procederà il termine dei mali?
Bene i padri nostri antichi avevano stabilito queste norme:
non permettevano che procedessero alla vista degli occhi
né all’incontro, chiunque si trovasse sporco di sangue,
ma si doveva purificare comminando l’esilio, senza uccidere 515
Infatti potrebbe sempre esserci uno da sottoporre a omicidio
prendendo l’ultima contaminazione nelle mani.
Io però odio le donne empie
E per prima mia figlia che ha ammazzato lo sposo,
ed Elena, tua moglie, non la approverò mai 520
né le rivolgerei la parola; né invidio te che sei andato
nella piana di Troia per una donna cattiva.
Ma difenderò la legge, per quanto ne sono capace,
cercando di porre fine a questa brutalità
anche assassina, che sempre manda in rovina la terra e le città. 525
Perché quale anima avevi, sciagurato, allora
quando tirò fuori il seno supplicandoti
la madre? io che non ho visto quella malvagità,
sciolgo in lacrime il vecchio occhio, disgraziato che sono.
Un fatto di certo concorda con le parole mie: 530
tu sei odiato dagli dèi e paghi il fio della madre
vagando tra follie e paure. Che bisogno ho
di ascoltare da altri testimoni quello che posso vedere?
Dunque Menelao perché tu lo sappia bene: non compiere azioni 535
contrarie agli dèi. volendo aiutare costui,
lascia che venga ammazzato a colpi di pietra dai cittadini
oppure non mettere piede nella terra spartana.
Mia figlia morendo ha subito la sorte giusta
ma non per questo individuo era naturale che lei morisse.
Io per altri aspetti sono un uomo fortunato,
tranne riguardo le figlie: in questo non sono felice - 540
cfr. Augusto [1].



[1] Augusto, sofferente per il comportamento scandaloso delle due Giulie, figlia e nipote, che fece relegare a Ventotene poiché si erano contaminate di ogni vergogna sessuale ("omnibus probris contaminatas " in SvetonioVita di Augusto, 65), e scontento anche del nipote Agrippa dall'indole torbida e selvaggia soleva esclamare sospirando, in greco: "fossi rimasto celibe (a[gamo") e morto senza figli! (a[gono")!".

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